La magnifica illusione di “Jodorowsky’s Dune”, da oggi al cinema
Il progetto è la storia del più grande film di fantascienza (mai) realizzato, una visione psichedelica pensata per allucinare e aprire le menti degli spettatori
Jodorowsky’s Dune racconta quella che è una delle storie più assurde del cinema contemporaneo. Un film che aveva l’obiettivo di cambiare il mondo creando, all’epoca dell’LSD, la più grande allucinazione mai vista sullo schermo. Disponibile nelle sale cinematografiche da oggi, quasi in contemporanea con la versione da 165 milioni di dollari diretta da Denis Villeneuve che è stata proiettata al Festival di Venezia.
Ne abbiamo parlato con il regista Frank Pavich (anche se il grande rammarico per non aver potuto vedere realizzato il più grande kolossal sci-fi della storia del cinema ci è rimasto). Ecco un estratto dell’intervista che troverete integralmente sul numero di settembre di Billboard Italia.
Da dove viene l’idea del documentario Jodorowsky’s Dune?
Avevo sentito parlare del tentativo di Alejandro Jodorowsky di realizzare Dune, ma volevo saperne di più. Si trovano tracce delle sue intenzioni in quel tipo di libri/saggi stile: I 50 migliori film mai realizzati... Ma solo uno di quei film mai realizzati avrebbe avuto nel cast Orson Welles, Salvador Dalí e Mick Jagger e avrebbe avuto la colonna sonora dei Pink Floyd. Solo uno aveva l’obiettivo di “cambiare il mondo”. Volevo sapere tutto, così ho contattato direttamente Jodorowsky.
Come si fa a raccontare un film immaginato da qualcun altro?
Eh, interessante. Non volevo fare la mia versione di Dune, ma allo stesso tempo sapevo che non avrei mai potuto fare un film di Jodorowsky. Avevo bisogno di raccontare la storia di una visione, senza usare effetti speciali o animazioni 3D. Volevo partire dagli artwork originali e dai suoi storyboard e rispettarli. Volevo mantenere la bellezza dei segni a matita di Moebius sulla carta, muovendo i disegni quel tanto che basta allo spettatore per immaginare come avrebbe dovuto essere la visione finale di Jodorowsky. Così il documentario sarebbe stato senza tempo, almeno per me.
Le tecniche di animazione cambiano ogni giorno e sembrano rapidamente datate. Ma l’opera d’arte che Jodorowsky ha creato insieme a Moebius, Chris Foss e H.R. Giger è davvero senza tempo. La migliore versione del suo film è quella che esiste nell’immaginazione di ognuno di noi. Le nostre menti sono diverse, ma tutti sappiamo che il film sarebbe stato incredibile.
La storia di Dune di Jodorowsky è la storia del progetto artistico più ambizioso che si possa immaginare. Che cosa ha significato per te raccontarla?
Jodorowsky con questo film voleva cambiare il mondo. Per lui il cinema ha un potere immenso. Se le persone che lasciano la sala dopo aver visto il tuo film sono le stesse di quelle che sono entrate, allora il tuo film ha fallito. Lui è profondamente convinto che i film abbiano il potere e la responsabilità di trasformare le persone che li guardano. È una filosofia molto potente, alla quale penso ogni giorno.
In Jodorowsky’s Dune intervisti Amanda Lear, Gary Kurtz (partner produttivo di Star Wars), H.R. Giger (colui che ha disegnato Alien) e nelle loro interviste si parla di Salvador Dalí, dei Pink Floyd, di Orson Welles. Il tuo film non è solo la storia di Dune, ma la fotografia di un’epoca artistica…
Assolutamente. Stiamo parlando del 1975. Credo che ci sia stato un periodo pre-Star Wars e uno successivo a Star Wars. Ciò che narro nel documentario accadeva prima di Star Wars, quando i film di fantascienza non erano le gigantesche produzioni spettacolari di oggi. All’epoca era il contrario. Quindi l’idea di Alejandro sarebbe stata davvero scioccante! Se il suo Dune fosse stato realizzato, se fosse stato il primo film di fantascienza ad alto budget, i film oggi sarebbero molto diversi. Non so se meglio o peggio, ma siamo tutti d’accordo che avrebbe cambiato radicalmente il corso della storia del cinema.
Il tuo film mi ha fatto pensare ancora una volta a quanto grandi siano la visione e l’ambizione di Jodorowsky. Come ti sei sentito intervistandolo?
È stata un’esperienza incredibile. Mi ha fatto un regalo straordinario. Lui non sapeva chi io fossi e avrebbe potuto chiudermi la porta in faccia e dire “no”. Ma invece mi ha fatto entrare nella sua vita e mi ha permesso di raccontare una storia importantissima che gli appartiene. Il suo obiettivo è cambiare la vita delle persone attraverso il cinema. E la mia vita è cambiata per sempre dopo questa esperienza.
Articolo di Francesca Acquati