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La musica che ha sfilato alla Milano Fashion Week

La settimana della moda che ha animato il centro milanese non ha portato solo abiti in passerella, ma anche tanta musica. Ecco le tendenze e i brani che hanno sfilato

Autore Billboard IT
  • Il29 Febbraio 2024
La musica che ha sfilato alla Milano Fashion Week

Courtesy of Dolce & Gabbana

Mai come in questi anni il rapporto tra musica e moda è viscerale, grazie alla grande attenzione che i creativi dedicano agli artisti e viceversa. Basti pensare al coinvolgimento dei musicisti, un nome per tutti, il più celebre, quello di Pharrell Williams, da tempo creative director di Louis Vuitton. Oppure al sempre più alto numero di brand ambassador legati al mondo della musica, specialmente quella che va per la maggiore, come il K-pop. Il termometro più evidente di questo fenomeno? Il fatto che le prime file delle passerelle della moda, tra cui la Milano Fashion Week, non siano più dominate da giornalisti, influencer e it girl, ma da popstar, rocker, rapper e star della musica.

Organizzare una sfilata non è solo presentare la nuova collezione, farla scorrere davanti agli occhi dei presenti in una location d’eccezione. I modelli e le modelle che sfilano sul catwalk, o meglio il fashion show in generale, per funzionare e trasmettere un messaggio, ha bisogno di una colonna sonora. Anche solo per dettare il ritmo e creare un’atmosfera adatta allo stile dei capi. Per questo la scelta delle canzoni di accompagnamento è fondamentale.

Alla Milano Fashion Week ha vinto il revival

Il mondo della moda, da almeno cinque o sei anni a questa parte, sta puntando sempre di più verso l’Estremo Oriente. La maggior parte dei brand scelgono come ambasciatori personalità del mondo del cinema e della musica provenienti da Giappone, Cina e soprattutto Corea del Sud. Il boom di quest’ultima è legato in particolare al grande successo di film e serie televisive (K-drama, serie Netflix come Squid Game e film d’autore) e alla dominante presenza nelle classifiche mondiali del K-pop.

La maggior parte degli idol sudcoreani sono global ambassadors: per esempio, una delle star della muscia più acclamate all’ultima Milano Fashion Week, è stato Hyunjin, cantante degli Stray Kids – che saranno in Italia la prossima estate – incoronato “Versace Prince” da Donatella in persona.

Tuttavia, al contrario di quanto sarebbe normale supporre, alla Milano Fashion Week non abbiamo quasi mai ascoltato musica K-pop. Durante le sfilate abbiamo assistito a un repêchage sempre più nostalgico di brani degli anni ’80 e ’90. Il nuovo revival nineties si affianca a quello già iniziato da tempo degli eighties. Cos’è che va per la maggiore? Il brano famoso e iconico, quello che riconosci dalle prime mosse di batteria, o quello che ti mette i brividi e ti stimola ricordi non appena ne ascolti la melodia. 

Iceberg ha fatto, per esempio, una doppietta esemplare: prima con i synth di In The Air Tonight di Phil Collins e poi con i violini di Bitter Sweet Symphony di The Verve. I Feel Love di Donna Summer e Giorgio Moroder – brano del momento, visto anche il campionamento senza consenso di Kanye Westin VULTURES 1 – ha colorato la sfilata di Tom Ford nella versione coverizzata da Sam Smith. C’è anche chi ha scelto un anno specifico, il 1981, come Philpp Plein con Bette Davis Eyes di Kim Carnes e Just Can’t Get Enough dei Depeche Mode.

C’è anche chi guarda ancora più indietro come Prada che sceglie gli anni ’60 con The Night di The Moody Blues e l’intensa voce di Irma Thomas con Anyone Who Knows What Love Is.

La musica del cinema e delle serie alla Milano Fashion Week

È come se l’estetica musicale delle serie tv – che si abbeverano tanto proprio dentro quel ventennio – si fosse insinuata nella scelta delle musiche per le sfilate. Prova ne è quello che abbiamo sentito da N21, con il brano di Anna Calvi You’re Not Good scritto per la serie Peaky Blinders. E poi anche qui c’è la scelta di un brano super pop rock anni ’80 di Pat Benatar. A spiegarci l’idea è stato proprio Alessandro Dell’Acqua: «Volevo evidenziare il contrasto tra una musica molto forte e pezzi classici».

Moschino invece ha scelto di omagguare il grande cinema italiano, in particolare quello di Federico Fellini. Durante la sua sfilata sono stati molti i momenti in cui abbiamo ascolta le musiche di Nino Rota

Le scelte più inconsuete, tra musica ad hoc e chicche

Ci sono state alcune case di moda che hanno scelto di farsi “costruire” una soundtrack inedita, su misura per i capi e il fashion show. Tra queste ci sono Giorgio Armani e Feben che hanno optato per produzioni ideate ad hoc, come Marea di Federico Martelli e Hue o la musica scritta da Syd Falls. Etro, con il direttore creativo Marco De Vincenzo, ha coinvolto la giovane Miglio Miglio che ha composto per la sfilata un brano chiamato Techno Pastorale.

E poi c’è chi ha rischiato, si fa per dire, con artisti di nicchia o apparentemente inconsueti, ma super eleganti. Tra le scelte che più ci hanno colpito ci sono canzoni pescate da annate più recenti. Come I’m Hurt di A Place to Bury Strangers, portata in passerella da Versace. Oppure Two Men in Love di The Irrepressibles scelta da Gucci o i ritmi danzerecci di Róisín Murphy che hanno accompagnato le sfilate Dolce & Gabbana. Una delle canzoni più inaspettate è stata quella che è risuonata durante l’evento di Roberto Cavalli. Si tratta di Fuhre Mich dei Rammestein (2009), contenuta anche nella colonna del film di Lars Von Trier Nymphomaniac.

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