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Chi ha inventato il merchandising musicale e come è cambiato nei decenni

Il re del rock’n’roll ha segnato la storia a tal proposito: prima di tutto con la fondazione della Elvis Presley Enterprises, la prima realtà societaria al mondo a guadagnare dai diritti d’immagine di un musicista

Autore Billboard IT
  • Il8 Gennaio 2024
Chi ha inventato il merchandising musicale e come è cambiato nei decenni

La musica è cambiata tantissimo negli ultimi decenni, e con essa il merchandising musicale. Con l’avvento dello streaming, l’acquisto di supporti fisici per l’ascolto ha perso quota – mantenendo comunque uno zoccolo duro di appassionati, interessati soprattutto ai vinili e ai 45 giri – e ha spostato il focus delle fonti di guadagno verso i live, tornati a macinare grandi numeri dopo lo stop del Covid, e il merchandising. Oggi come oggi, è senza dubbio possibile acquistare capi come la felpa con cappuccio su portali come Wordans e sceglierla del colore simbolo del proprio idolo musicale. Bastano pochi click ma, parliamoci chiaro, i capi ufficiali hanno quel quid di fascino in più che ha sempre il suo perché.

Il merchandising musicale, che può acquisire un valore economico notevole con gli anni che passano, non è nato certo con la crisi, se così si può chiamarla, in quanto l’espressione più azzeccata è “cambiamento”, dei supporti fisici per l’ascolto dei brani. Gli esperti parlano di una rivoluzione culturale cominciata molto prima, per la precisione con l’avvento, sulla scena sociale, di un genere che ha mutato radicalmente non solo l’arte musicale, ma anche la società: il rock’n’roll.

Il ruolo di Elvis Presley nel merchandising musicale

Gli storici della musica, ma anche i semplici appassionati interessati a fare quel passo in più che permette di scoprire meglio il fascino di un determinato mondo, nel corso degli anni si sono interrogati più volte su quale momento considerare come punto di partenza del merchandising musicale. I pareri più autorevoli chiamano in causa un punto di rottura in particolare: l’ascesa della carriera di Elvis Presley. Il re del rock’n’roll ha segnato la storia a tal proposito: prima di tutto con la fondazione della Elvis Presley Enterprises, la prima realtà societaria al mondo a guadagnare dai diritti d’immagine di un musicista.

L’approccio adottato da questa società si può definire, a ragione, pionieristico. Come mai? Perché fra i prodotti di merchandising legati alla figura di Elvis the Pelvis figuravano anche delle cuffiette per gatti. Al giorno d’oggi, i capi di abbigliamento e gli accessori per gli animali domestici sono protagonisti di un giro d’affari stratosferico, che vede in primo piano, in alcuni casi, prodotti dedicati a idoli musicali dei padroni.

Dai banchetti prima dei concerti alla collaborazione con le case di moda

Il merchandising musicale è ovviamente cambiato tanto nel tempo. Dall’intuizione del management di Elvis Presley – capitanato dall’indimenticabile e indimenticato colonnello Parker – professionisti grazie ai quali, nel 2024, sappiamo ormai da tempo che il musicista di successo è un vero e proprio brand, di acqua sotto ai ponti ne è passata tanta.

Tra gli step percorsi rientra la parentesi in cui i capi di abbigliamento brandizzati venivano venduti su banchetti proposti prima dei concerti. Da tempo ormai, il successo del merchandising musicale corre sul web e vede in primo piano la collaborazione tra gli staff dei cantanti e case di moda più o meno blasonate, i cui designer vengono incaricati di dare vita a delle vere e proprie collezioni. Attenzione, c’è di più: negli ultimi anni, si è addirittura parlato di designer che si sono divertiti, attraverso le loro collezioni, a promuovere etichette e artisti inesistenti, creando delle narrazioni creative capaci di regalare ancora più fascino al capo di abbigliamento.

Non c’è che dire: da mero mezzo per tirare su più soldi possibili, il merchandising musicale si è trasformato nel tassello in più, fondamentale come tutti gli altri, che caratterizza il brand, portatore di valori e messaggi che trascendono la produzione musicale, che ciascun cantante e/o band rappresenta. Tra le conseguenze di tutto ciò? La scelta di indossare la maglietta del proprio cantante preferito non solo mentre si fanno le pulizie di fino in casa e non si ha nulla da mettere, ma anche come dettaglio fashion dell’outfit di un appuntamento informale ma speciale.

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