Culture

Zerocalcare, la colonna sonora di “Strappare lungo i bordi” non è da boomer

Così il fumettista aveva scherzato sulle canzoni che accompagnano la sua prima serie su Netflix. Una storia illuminante impreziosita anche dai brani originali di Giancane e da altri molto diversi tra loro

Autore Benedetta Minoliti
  • Il18 Novembre 2021
Zerocalcare, la colonna sonora di “Strappare lungo i bordi” non è da boomer

Un dettaglio della locandina di "Strappare lungo i bordi", foto ufficio stampa

“Strappare lungo i bordi” è una frase che tutti, almeno una volta, abbiamo sentito o letto nella nostra vita. Magari su un pacchetto di patatine che avete provato ad aprire in modo chirurgico, ma alla fine vi cadono tutte per terra. Un’immagine che, ora che ci pensate, spiega con semplicità come funziona la vita. Ed è lo stesso concetto a guidare la prima serie animata di Zerocalcare, disponibile da ieri, mercoledì 17 novembre, su Netflix.

Una metafora che si addice perfettamente alle diverse storie di tutti noi: pensiamo di avere una strada già tratteggiata e che ci basterà seguirla per essere non diciamo felici, ma appagati. La storia, però, è un po’ diversa, e alla fine è così difficile “strappare lungo i bordi” che l’immagine che verrà fuori molto probabilmente non è quella che avevamo disegnato all’inizio.

Il fumettista (vero nome Michele Rech), attraverso le sei puntate, da venti minuti, disponibili sulla piattaforma di streaming e prodtte da Movimenti production in collaborazione con Bao publishing, prova a raccontare esattamente questo, ovvero quanto sia difficile rimanere fedeli ad un disegno già esistente, perché la vita è sempre più complicata di quanto ci siamo immaginati fino a quel punto.

La colonna sonora di Strappare lungo i bordi, da Giancane a Tiziano Ferro e gli M83

A fare da sfondo alle vicende di Zerocalcare c’è la colonna sonora. Quella originale, firmata da Giancane, e quella realizzata attraverso canzoni diversissime tra loro. Lo stesso fumettista a proposito della scelta dei brani aveva spiegato durante la presentazione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma: «Potrei aver scelto una colonna sonora un po’ da boomer. Ma sono canzoni che mi hanno accompagnato per tutta la vita». Durante le sei puntate della serie, infatti, ascoltiamo Tiziano Ferro, Manu Chao, gli M83, Apparat e persino Non abbiam bisogno di parole di Ron.

Messe insieme potrebbero sembrare l’attacco improvviso di follia creativa di un matto. La realtà, però, è che questi brani non solo fanno parte della vita di Zerocalcare, come lui stesso ha spiegato, ma raccontano anche come i nostri gusti musicali siano fatti di diverse sfumature e che, anche i brani più impensabili, possano suscitare in noi dei ricordi.

Zerocalcare fa una scelta, che è quella di raccontare anche attraverso la musica le sue esperienze, che ci portano sicuramente a farci una risata, ma anche a riflettere. Il fumettista infatti mette sul piatto diversi temi, dall’educazione sentimentale agli insuccessi della vita. Inoltre, mette in risalto un altro aspetto davvero complicato delle nostre vite: la difficoltà nel dare sostegno emotivo a chi ci vuole bene. Perché lui, come gli fa notare la sua coscienza, è “cintura nera di come si schiva la vita”.

A firmare, invece, la soundtrack originale di Strappare lungo i bordi è Giancane. Lui e Zerocalcare hanno già lavorato insieme, nel 2018, per il video di Ipocondria (insieme a Rancore, ndr) e il sodalizio non poteva non riproporsi per la serie. Il motivo penso sia semplice: Giancane riesce ad essere diretto, senza essere banale. Riesce a raccontarti una storia, attraverso la musica, buttando qua e là degli elementi che se da un lato fanno ridere, dall’altro fanno riflettere. E così, tra sonorità anni ’80, momenti funk e composizioni al pianoforte, in 11 brani (se si conta la versione karaoke di Strappare lungo i bordi) Giancane è riuscito a riportare il musica l’universo di Zerocalcare.

La serie di Zerocalcare lascia con l’amaro in bocca

A chiudere in musica la prima serie animata di Zerocalcare è Funeral dei Band of Horses, gruppo indie rock americano. Senza fare spoiler, la storia di Zero si conclude con un brano che paragona gli eventi sociali a dei funerali. Un’immagine forte, ma che racchiude perfettamente un altro tema della seria: l’ansia sociale e le difficoltà nel dover stare in mezzo agli altri, controvoglia e senza avere davvero una valida ragione per farlo.

Strappare lungo i bordi vi lascerà così l’amaro in bocca. Sì, vi farete anche delle grasse risate e adorerete l’accento romanesco così marcato. Ma allo stesso tempo vi renderete conto che Zerocalcare non è lì per raccontarvi una storia vuota e superficiale. La sua prima serie animata vi farà ripensare a tutto quello che avete fatto fino ad oggi e, forse, vi farà anche rivedere o ridimensionare alcuni aspetti della vostra vita. Così, vi ricorderà che non dobbiamo necessariamente strappare le “figure” lungo i bordi per essere felici.

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