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ZERO Hyperlocal, la mostra di arte pubblica a Milano parte da NoLo

Opere d’arte a cielo aperto raccontano i quartieri in evoluzione del capoluogo lombardo. E Bassi Maestro ci racconta la sua NoLo

Autore Billboard IT
  • Il27 Aprile 2021
ZERO Hyperlocal, la mostra di arte pubblica a Milano parte da NoLo

NoLo, il muro del parco Trotter dalla parte di via Giacosa dove sono esposte le opere di Zero Hyperlocal

Zero lancia ZERO Hyperlocal, la mostra di arte pubblica e partecipata dedicata ai quartieri di Milano, affissa per le stesse strade in collaborazione con il Comune di Milano.

Si parte da NoLo, uno dei quartieri di cui più si parla negli ultimi anni, tra via Padova, viale Monza e via Venini, in pratica tra le fermate della metro Turro e Loreto. Perché NoLo significa appunto, scherzosamente, North of Loreto. Un’area molto vivace, dove vivono molte persone immigrate in Italia insieme a moltissimi creativi, e dove continuano a sorgere locali, librerie e associazioni culturali.

Da martedì 27 e per 3 settimane, i ritratti di 40 abitanti della zona saranno esposti sui muri del Parco Trotter lungo via Giacosa. Uno dei rappresentanti più famosi di NoLo, che ha anche dedicato il suo ultimo album al quartiere (non a caso il titolo è North Of Loreto) è il rapper Bassi Maestro. Ma ci sono anche Protopapa, DJ e discografico, e Sonia Garcia, DJ e giornalista. Ecco il racconto di Bassi Maestro nelle video-interviste che accompagnano la mostra.

«Per la presentazione del primo disco del progetto “North Of Loreto” ho riunito un po’ tutte quelle persone che rappresentano le forze creative del quartiere. C’erano le opere di Fabio Pinna, che ha fotografato i luoghi simbolo di NoLo, poi negozianti e rappresentanti della zona, come il Ghe Pensi Mi, i ragazzi di Bici e Radici (un negozio un po’ precursore della zona, avanti sulle tendenze milanesi), oppure Fatto Da Yo, che disegnano magliette da un sacco di tempo. Insomma, dall’inizio ho sempre tirato in mezzo diverse realtà locali. Mi piace l’idea di girare nel quartiere ed essere parte di questa nuova realtà. L’ho visto crescere e mi fa piacere che ci siano cose che funzionano e affianco una comunità forte che dà supporto.

Se tu arrivi a NoLo aspettandoti che sia Brooklyn ci rimani male

Se poi fai qualche serata la gente ti vede anche un po’ come uno tra i rappresentanti, ed è un bel modo di dare indietro quelle energie positive che ho recuperato negli ultimi anni, dopo un periodo di chiusura mentale e chiusura in studio, perché questo era poi il discorso.

Se tu arrivi a NoLo aspettandoti che sia Brooklyn ci rimani male. Rimane ancora una zona in crescita. Ma in fondo, penso che quello che c’è è quello che dovrebbe esserci, ed è quello che si era perso: gente che esce di casa e si incontra al bar o in piazza, come se fosse un piccolo paese, dove anche chi arriva da fuori è già parte di questa realtà. Insomma, mi sembra non che non si sia perso niente, tutt’altro. Per ora è ancora tutto al suo posto».



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