Il mito del cosiddetto “Club dei 27” è uno dei più tragici della musica. Non sono stati pochi, infatti, gli artisti morti all’età di 27 anni, a partire dal 1969. Spesso a causa di abuso di droga e alcol. A volte deceduti vittime di omicidio. Altre, invece, per suicidio. La morte di alcuni celebri musicisti ventisettenni tra il 1969 e il 1971 ha portato molti a credere che esista una sorta di maledizione per gli artisti di quell’età.

A Bologna si apre oggi, giovedì 13 dicembre, la mostra Il Club 27, presso ONO arte contemporanea (via Santa Margherita, 10). Uno sguardo da vicino alla vita degli artisti che, a loro malgrado, si sono trovati parte di questo “club”. Da Jimi Hendrix a Kurt Cobain. Da Jim Morrison a Janis Joplin. Ma anche Amy Winehouse, Brian Jones e Jean Michel Basquiat.

La mostra (che sarà aperta fino al 24 febbraio 2019) è un pretesto per «indagare alcune tra le grandi icone della musica che hanno influenzato la cultura popolare fino ai giorni nostri». È formata da «40 opere, alcune esposte in esclusiva italiana, di Jill Furmanovsky, Michael Lavine, Charles Peterson, Jan Persson, Terry O’Neill, Baron Wolman, Lee Jaffe, James Fortune, Guy Webster».

PAOLOOO