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Il ritorno a Milano di Kruder & Dorfmeister

Stasera (4 ottobre) ai Magazzini Generali in consolle Kruder & Dorfmeister, i maestri viennesi dell’uptempo. L’intervista completa nei prossimi numeri di Billboard Clubbing+

Autore Tommaso Toma
  • Il4 Ottobre 2019
Il ritorno a Milano di Kruder & Dorfmeister

Stefano Masselli

Vedere il nome dei due viennesi ai Magazzini Generali mi fa fare un salto nella memoria notevole. All’epoca della loro esplosione io ero uno dei tre resident DJ proprio in quel locale (assieme al buon Stefano Ghittoni e ad Andrea Betti). Parliamo della seconda metà degli anni ’90 e la nostra serata (ogni mercoledì) era proprio all’insegna di quell’avanguardia della scena elettronica che stava prendendo forma, si stavano imponendo anche nella scena clubbing tradizionale generi come la drum’n’bass, i chemical beats, il broken beat, un certo tipo di lounge ballabile e scendendo ancora di BPM, il trip hop, da cui prendeva forma il sound di Kruder & Dorfmeister.

Ma loro due erano particolarissimi, e non erano affatto degli epigoni della scuola bristoliana, piuttosto degli abili miscelatori di tutti quegli umori, stimoli musicali che circolavano nell’aria, con una elegante attenzione alle sonorità più jazzy. Colpendo così un pubblico vastissimo, non solo i giovani ma anche le generazioni più lontane.

Il loro triplo album in vinile K&D Sessions ha venduto più di un milione di copie nel mondo ed è ormai un vero e proprio classico. Qui dentro potete percepire le infinite contaminazioni: funk, arrangiamenti di jazz, house, hiphop, dub, reggae, ambient, fusion, brasiliana, chanson, dope beat… Quindi stasera per me sarà un back in time pazzesco. E per scaldare ancor più la vostra curiosità ecco due domande fatte dalla nostra collaboratrice Claudia Galal per Billboard Clubbing+ che fanno parte di un’intervista più lunga che leggerete prossimamente sulle nostre edizioni cartacee.

Suonate stasera ai “Magazza”: che cosa dobbiamo aspettarci dal vostro DJ set?

Si tratta di un DJ set, come hai detto giustamente, quindi faremo una selezione di brani che pensiamo possa essere adatta alla situazione. Sarà un set molto deep, prevalentemente uptempo, non tanto orientato alla techno ma con incursioni in generi e stili diversi. Ci sarà spazio per l’improvvisazione, la parte davvero divertente: cercheremo di assecondare l’onda della serata. La nostra intenzione è di non ripeterci mai, non essere scontati, cogliere di sorpresa le persone sulla pista.

Avete suonato spesso a Milano: vi aspettate un certo tipo di pubblico?

Suonare in Italia è bello dappertutto, ma Milano è diversa rispetto alle altre città nelle quali abbiamo suonato e ci lega a essa un rapporto speciale. Ci troviamo sempre di fronte a persone nuove e diverse, non solo italiane ma anche tante persone provenienti da tutto il mondo. C’è sempre un’atmosfera internazionale e noi cerchiamo di rinnovare ogni volta la nostra proposta per non annoiare.

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