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“Viva da Morire” è l’espressione migliore per raccontare Paola Turci live

Un racconto della data al Teatro degli Arcimboldi di Milano del “Viva Da Morire Tour” della cantautrice romana Paola Turci

Autore Giovanni Ferrari
  • Il14 Maggio 2019
“Viva da Morire” è l’espressione migliore per raccontare Paola Turci live

Julian Hargreaves

Su queste tre parole, Viva da Morire, Paola Turci ci ha costruito un intero progetto. Il suo ultimo disco, uscito lo scorso 15 marzo dopo la sua partecipazione al Festival di Sanremo, si chiama proprio così. E la grinta della title-track – nella quale l’artista si confronta con suoni nuovi – ci faceva intuire che la Turci fosse tornata in gran forma. E in effetti è proprio così.

Ieri, lunedì 13 maggio, la cantante romana è stata protagonista di un bel concerto in un Teatro degli Arcimboldi (Milano) pienissimo. Chi vi sta scrivendo conosce bene il percorso artistico e umano della cantante e ha già avuto modo di vedere molti show dell’artista. Ma c’è poco da fare: con Paola Turci non si rischia mai di assistere a ripetizioni di esecuzioni più o meno precise. Non c’è questo rischio perché l’intero concerto – tra momenti di leggerezza e ritmo e altri di profondità assoluta – si concentra su un unico punto. È quello delle emozioni.

Anche chi non conosce il repertorio della cantante, di fronte all’intensità delle sue interpretazioni, è obbligato a prenderne atto. A sentirsi coinvolto in qualcosa che è in corso e che, forse, chiede a ogni persona in platea di immedesimarsi. Così, l’intero spettacolo – inserito nel suo Viva da Morire Tour – è il racconto in musica delle parole della vita di Paola Turci. Commoventi le versioni live di Piccola, capolavoro inserito nell’ultimo disco, ma anche delle eterne Attraversami il Cuore o Ti Amerò Lo Stesso.

Non sono mancati riferimenti all’attualità con un bel discorso sulla città di Milano, nella quale la cantante ha vissuto per alcuni periodi della sua vita. Un elogio a una città che è «di frontiera», ma che è contraria ad ogni tipo di muro.

Fin dalla prima canzone della setlist (L’Arte di Ricominciare) si capisce che tutto lo spettacolo è un’iniezione di fiducia in se stessi. Ma anche un’ammissione di colpe, difficoltà e fragilità (vedi il brano dell’ultimo Sanremo L’Ultimo Ostacolo, ma anche Off-Line e Stato di Calma Apparente). Non sono mancati un omaggio a Roma con la sua Ma Dimme Te. E pure una versione essenziale di Dio Come Ti Amo. Che ci ha tutti fatti innamorare, ancora una volta, del suo modo di raccontarsi. Così intenso e vero.

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