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Robot 2023, un “boutique festival” sempre più di spessore

La kermesse bolognese, pur mantenendo uno stretto legame con il territorio, è tornata ad essere uno dei principali eventi di musica elettronica del paese

Autore Billboard IT
  • Il16 Ottobre 2023
Robot 2023, un “boutique festival” sempre più di spessore

Jeff Mills, fra i protagonisti di Robot 2023

Il Robot Festival 2023, che si è tenuta dal 12 al 14 ottobre, è riuscita anche quest’anno a confermare la sua formula: portare musica elettronica, di qualità e con un respiro internazionale, a Bologna.

In città Robot è diventato ormai un’istituzione. Già durante l’anno, infatti, propone numerosi eventi con importanti nomi di punta della musica elettronica, per lo più nella cornice del Dumbo, un ex scalo merci di 40mila quadrati rigenerato e restituito alla città.

La manifestazione autunnale è il punto di arrivo di questo percorso: una due giorni dove oltre ai live e ai DJ set, la direzione artistica propone talk, workshop e iniziative, a cavallo tra la musica, il digitale e la sperimentazione. Ed è l’incontro di questi mondi che rende il festival un’esperienza a tutto tondo.

Il Robot Festival 2023

Si parte giovedì sera, tra le mura del Teatro San Leonardo, nel cuore di Bologna, con lo screening di un documentario sul progetto Negativeland e il live di Holy Tongue. Anche le giornate principali del festival, quelle di venerdì e sabato, ricalcheranno – più in grande – lo stesso modello: si aprono con interessanti eventi collaterali alla musica, come talk e workshop, e proseguono con i live e i DJ set.

Venerdì è il turno di Jeff Mills, uno dei pionieri della techno, che ha contribuito al sold out della serata. La sua performance, in cui ha reinterpretato anche il suo celebre brano The Bells, ha fatto entrare il festival in una dimensione quasi da rave, ma comunque a “misura d’uomo”.

Nel dancefloor si sta larghi e non c’è l’ansia di dover stare in prima fila per vedere quello che nel mondo della musica elettronica viene definito “l’alieno”. Le persone, insomma, preferiscono ballare e godersi le sonorità techno e minimali che il musicista statunitense inserisce nel suo set.

Il suo è stato forse il migliore show del festival. Ma c’è da dire che anche l’apertura di Helena Hauff ha contribuito. Quello della DJ tedesca è stato un set più melodico, ma al tempo stesso ricercato, che è stato in grado di accompagnare perfettamente il pubblico verso le sonorità più scure di Mills.

Prima ancora gli Amnesia Scanner hanno eseguito un live piacevolmente caotico e disturbante, segno di quanto Robot stia riuscendo ad aprirsi ad altre forme di performance, più vicine alla musica sperimentale, mettendosi al passo con la contemporaneità e allargando l’offerta.

L’arte di ricamare una lineup sofisticata

Da tempo gli standard di qualità dell’evento sono molto alti. Robot è a tutti gli effetti un boutique festival, conosciuto e rispettato anche all’estero, che però mantiene uno stretto legame con il territorio. Vanta per questo un pubblico attento e fedele. Talmente tanto che quando è stato annunciato che uno dei nomi di punta del cartellone, la DJ palestinese Sama’ Abdulhadi, non avrebbe più partecipato, in solidarietà alle vittime del conflitto in corso, il pubblico non si è tirato indietro.

La direzione artistica, al suo posto, è riuscita – all’ultimo – a proporre Skee Mask, e così anche la serata di sabato è andata sold out. Quello del producer tedesco è stato un set raffinato ma molto movimentato. In apertura c’è stato Clark, produttore e dj inglese di fama internazionale che ha presentato in anteprima e in esclusiva nazionale il suo nuovo album Sus Dog.

Negli spazi del TPO, storico centro culturale bolognese, tra sabato e domenica si sono susseguiti nomi altrettanto interessanti, che hanno permesso a tutti coloro che non sono riusciti a ottenere un biglietto in tempo di godere di musica di altissimo livello. Il back to back tra Crystallmess e Lee Gamble, ideato appositamente per il festival, o il DJ set di Courtesy dimostrano quanto la lineup di questa venue non avesse niente da invidiare a quella del Dumbo.

Unire la techno alla musica sperimentale: una formula vincente

Ciò che stupisce è come a Robot la techno riesca a fondersi con la musica sperimentale e l’avant-pop, in un buon equilibrio tra live e DJ set. Robot funziona perché tiene in equilibrio questi mondi: in programma ci sono show di qualità, ma anche performance più ricercate di artisti minori, sicuramente da tenere d’occhio e di cui sentiremo parlare, come quelle svolti tra le mura di Palazzo Renzo – un’altra delle bellissime location della kermesse.

La forza di Robot sta proprio nel cartellone variegato, ma senza diventare caotico, che la direzione artistica ha saputo ricamare.

Chiaramente la lineup ha affrontato anche il tema della parità di genere, e ancora una volta in maniera intelligente. Le cantanti, le DJ e le musiciste non rappresentavano semplici quote rosa, ma di fatto contribuivano realmente a “tenere su” la manifestazione.

Il Robot Festival 2023 è stato capace di imporsi come un grande evento in grado di confrontarsi con la concorrenza, italiana ed europea. Il festival, forse, non gioca ancora nello stesso campionato del C2C di Torino, e forse non è neanche del tutto corretto paragonarli, ma ha sicuramente le carte in regola per essere considerato uno dei principali eventi di musica elettronica del Paese.

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