Sanremo, la famiglia Tenco replica al monologo di Barbara Palombelli
La famiglia del cantante morto nel ’67 ha bollato come chiacchiericcio i riferimenti della conduttrice a Tenco durante il Festival
La 71° edizione del Festival di Sanremo appartiene ormai al passato. Ma la scia di polemiche non si ferma. Il discusso monologo di Barbara Palombelli è finito nuovamente sotto attacco. Il motivo? Le considerazioni della conduttrice sulla scomparsa di Luigi Tenco.
Riferendosi al cantante, la giornalista aveva legato la sua morte ad un «gioco con una pistola». L’espressione è stata attribuita a Gino Paoli, che l’avrebbe utilizzata nel corso di un’intervista con lei.
Le parole non sono piaciute alla famiglia Tenco, che ha atteso qualche giorno prima di replicare duramente al monologo con una lettera aperta. Ve la riportiamo per esteso di seguito.
La lettera aperta della famiglia Tenco
Signora Barbara Palombelli,
diversi telespettatori ci hanno segnalato il Suo monologo di venerdì 5 marzo u.s., andato in onda su Rai 1 all’interno del Festival di Sanremo, attraverso cui ha diffuso notizie improbabili sulla vita di Luigi Tenco. Quindi, portati a vedere un’altra volta un programma che non ci entusiasma proprio perché rappresenta una manifestazione i cui rumors giornalistici pilotati del 1967 non si fecero scrupoli a relegare l’umanità di Luigi Tenco nell’ingiusta etichetta del ragazzo depresso, condizionando persino le sue numerose opere musicali per diversi decenni, con profonda amarezza abbiamo constatato quanto ancora perduri un certo tipo di superficialità giornalistica.
Il riferimento a Gino Paoli
Le Sue parole, passando per il racconto diseducativo di una Sua bravata adolescenziale, sono risultate come una forzatura per arrivare a parlare in modo inopportuno di Luigi Tenco: «pensate che Luigi Tenco proprio qui (al Festival) giocando con una pistola ha trovato la morte». A ciò si aggiunga il fatto che questa ed altre Sue gravi affermazioni sarebbero frutto di un’intervista con Gino Paoli che, come è noto a tutti e diversamente da Luigi Tenco, ha certamente cercato la morte per suicidio ma senza riuscirci (fortunatamente).
L’abbraccio strumentale a Tenco
Questo chiacchiericcio, pregno di ignoranza sull’argomento da una parte e di incoerenza dall’altra parte, non rende merito alla categoria dei giornalisti a cui apparterrebbe e nemmeno al servizio televisivo pubblico che ha deciso di farLa esibire su Rai 1, ma soprattutto non può essere considerato un criterio onesto alla base di affermazioni lesive come quelle che ha fatto nel Suo show del 5 marzo davanti a milioni di telespettatori dove, oltre a diffondere notizie false, ha banalizzato un fatto grave come quello che accadde a Luigi Tenco.
Voglia, dunque, accettare il nostro totale fastidio e rifiuto al Suo “grandissimo abbraccio a Luigi” che ci è sembrato strumentale e irrispettoso dei valori umani ed artistici del nostro amato Luigi.
Famiglia Tenco