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Potrebbe non avere peso, ma i Santi Francesi dal vivo sono una certezza

Il duo, alle prese con il tour nei club, si è esibito al Fabrique di Milano in un show essenziale ed energico, in cui le uniche cose che contavano erano la musica e l’anima. Ospiti a sorpresa i Selton

Autore Samuele Valori
  • Il11 Dicembre 2024
Potrebbe non avere peso, ma i Santi Francesi dal vivo sono una certezza

Foto di Francesco Prandoni

Milano è un posto speciale per i Santi Francesi e lo si è percepito benissimo ieri sera al Fabrique. Il coinvolgimento del pubblico e la reazione a una scaletta che spaziava tra 2019 e 2024 sono stati una conferma di come spesso, tornare all’essenziale è la ricetta migliore. Ed è proprio la scelta fatta dal duo. Dopo la partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo con L’amore in bocca, pezzo immancabile cantato sul finale della serata, i Santi Francesi si sono presi del tempo per scrivere delle nuove canzoni come ai vecchi tempi. In studio insieme, con il batterista Daniel Fasano, protagonista con loro sul palco con il chitarrista Domiziano Luisetti, hanno dato corpo e musica alle loro paure e speranze con l’EP POTREBBE NON AVERE PESO.

I brani del loro ultimo progetto funzionano a meraviglia dal vivo e, in qualche modo, hanno condizionato tutti gli altri. Le canzoni che hanno aperto il live di ieri sera, da OCCHI TRISTI, fino alle meno recenti come Bianca, Vaniglia e Cartapesta – contenute nel loro primo disco Tutti manifesti – sono state riarrangiate nella stessa chiave delle nuove tracce. La componente rock è molto più marcata, anche se Alessandro non ha rinunciato al suo ukulele. La chimica tra lui e Mario è il collante invisibile che anima il progetto. Anche se fisicamente distanti, uno alla destra e l’altro alla sinistra del palco, per tutto il concerto è come se riuscissero a comunicare telepaticamente e sentimentalmente. Per poi unirsi al centro nei momenti più energici, quando anche il pubblico è spinto a saltare all’unisono.

Foto di Francesco Prandoni

Le canzoni sono sempre la cosa più importante

Pur avendo all’attivo un solo album e due EP, i Santi Francesi hanno un repertorio che consente loro di spaziare. C’è da dire che la band lo sfrutta nel migliore dei modi. Per il tour nei club il duo ha architettato uno show senza troppi fronzoli, con una scenografia assente, lasciando spazio solo agli strumenti e alla musica. Un’attitudine da concerto pop-rock di fine anni Novanta e inizio Duemila, un po’ controcorrente rispetto all’andazzo dei live dell’ultimo periodo. E se ieri sera ci sono stati i Selton come ospiti, è solo un caso.

Ma parlavamo di canzoni e, a tal proposito, dopo una prima parte di concerto amarcord, si passa ai loro ultimi brani. Cose da piangere rimane anche dal vivo il loro brano più forte soprattutto nella capacità di trasformare la tristezza del testo in energia nel ritornello. Allo stesso modo funzionano le due canzoni che il gruppo aveva presentato a X Factor. Ragazzo di strada per il pubblico è quasi un classico mentre Non è così male è la chiusura ideale prima del bis. Nel mezzo anche un omaggio ai Killers con la cover di Mr Brightside.

Foto di Francesco Prandoni

Potrebbe non avere peso, ma invece ce l’ha

«Adesso abbiamo davvero bisogno di voi» ha esclamato poco dopo la metà del concerto Alessandro. Una frase che ha ripetuto più volte nel corso della serata, quasi a mettere in evidenza i momenti chiave. Una frase che racchiude in sé molte verità. Su tutto le difficoltà e i dubbi che, come i Santi Francesi ci hanno raccontato in un’intervista, hanno fatto compagnia al duo subito dopo l’esperienza sanremese. Potrebbe non avere peso è diventato, oltre che il titolo del loro EP, anche una filosofia di vita. Lasciarsi scorrere le cose addosso, non preoccuparsi troppo perché comunque «di quello che facciamo nulla ha veramente un peso così grande».

Non poteva che essere proprio la titletrack ad aprire e chiudere lo show. Il dialogo intimo tra Alessandro e Mario, vicini l’uno di fronte all’altro con chitarra e basso, è l’istantanea di un progetto che, prima che musicale, è personale. L’anima è l’ingrediente principale, come dovrebbe sempre essere in ogni cosa, ma specialmente nella musica. E sì, se di mezzo c’è l’anima, allora un peso ce l’ha per forza.

Foto di Francesco Prandoni
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