Arriva “Sottencoppa”, il Carnevale sonico napoletano, con artisti da tutto il mondo
Dal 10 al 13 febbraio si celebra la seconda edizione, dove si conciliano la tradizione della festa in maschera e i ritmi africani, le sperimentazioni USA e tante altre suggestioni musicali
Sotto la maschera, simbolo per eccellenza del Carnevale, si cela una bella ambizione: generare uno spazio di trasformazione in cui convivano pop, poesia sonora, avanguardia, strumenti elettronici e antichi. A Napoli, per il secondo anno di fila, Sottencoppa si manifesta nei suoni e nei ritmi che hanno origine in ogni parte del globo, con un programma variegato. Dal 10 al 13 febbraio – tra i marmi della chiesa di San Potito e le volte della Galleria Principe – da giorno a sera torna il festival che celebra le maschere e i mutamenti del pentagramma.
Il programma di Sottencoppa a Napoli
In una programma internazionale e con non poche volontà queer, stavolta Sottencoppa – manifestazione promossa dal Comune di Napoli, con l’organizzazione di Ravello Creative L.A.B. e la direzione artistica di Giulio Nocera – vivrà accogliendo vibrazioni turche, voci e sperimentazioni statunitensi, esperienze musicali italiane, canti egiziani, ritmi panafricani e mistiche persiane. Senza trascurare però la natura della città e l’attitudine del popolo al mascheramento, capace di sposare il verbo della commedia dell’arte e i costumi della tradizione.
Attraverso una serie di laboratori, anche i più giovani potranno osare creando abiti e travestimenti in cartapesta, fino a indossarli sotto il palco durante i concerti quando suoneranno gli ospiti di un cast profondamente obliquo.
In esclusiva europea, è atteso serpentwithfeet, nome d’arte di Josiah Wise, che nel suo pop/R&B d’avanguardia proporrà in anteprima anche alcuni titoli del nuovo imminente album, Grip, in uscita a metà febbraio. L’opera è stata anticipata pochi giorni fa dal singolo-videoclip intimissimo Safe Word e accompagnerà il pubblico in una trasvolata danzante che incorpora una dozzina di concerti con artisti provenienti da Stati Uniti, Francia, Bosnia, Uganda, Canada, Egitto, Italia e Portogallo.
Sabato 10 febbraio
Nella prima giornata, sabato 10, il canto roots del Tenore Supramonte di Orgosolo dialogherà con lo yaybahar (sorta di sintetizzatore di archi acustici) inventato dal turco Görkem Sen, prima che entrino in scena le tecniche vocali di Holland Andrews, la fisarmonica continuous di Mario Batkovic e gli splendours of persian music di Kiya Tabassian e Benham Samani, con un saluto notturno affidato al DJ set del duo Abidjan Centrale.
Domenica 11 febbraio
Domenica 11 febbraio la line up schiera anzitutto un paio di formazioni che illuminano l’underground partenopeo: lo sfrontato rap in lingua inglese dei Laxxard, dalle terre di Castel Volturno, e il rock-noise dei Radford Electronics (il duo di Aaron Rumore e Guido Marziale), cui seguiranno la compositrice/cantante romana Francesca Palmidessi, la poesia tragicomica dell’Uomo Uccello, l’avventura solista per elettronica e voce dell’egiziano Abdullah Miniawy, il set esplicito di serpentwithfeet appunto e, per l’epilogo, il collage panafricano HHY and the Kampala Unit (cioè il produttore Jonathan Saldanha e l’attivista Florence Lugemwa), che asseconda le esigenze culturali e percussive del movimento nyege nyege.
Martedì 13 febbraio
Martedì 13, infine, spazio alla prima esecuzione di “Doppiopasso”, creazione per dieci ottoni firmata dal compositore napoletano Renato Grieco, che gioca a smontare lo stereotipo della banda. Un incendio ritmico, è evidente, che con il gemellaggio del Comune rende Napoli – ultimamente sempre più fagocitata e schiavizzata dal cieco turismo di masse – meta privilegiata per il “rovesciamento delle identità e delle culture”, teorizza il direttore artistico Nocera, coinvolto per la seconda edizione consecutiva.
“Attraverso il potente simbolo della maschera, e con le differenti storie acustiche, si ritrova il sacro e si ripensano le forme tradizionali, riscrivendo il futuro. In questa festa saltano le distinzioni e si esaltano le intenzioni. L’ambizione è generare uno spazio di trasformazione in cui convivano pop, poesia sonora, avanguardia, strumenti elettronici e antichi, stabilendo una simbiosi di scenari espressivi distanti e lontanissimi”.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero. Chi prima arriva – e chi audacemente si maschera – più se la godrà.