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“Un-Popular”: le ferite di Claudym sono quelle di tutti noi

Ieri sera la cantautrice ha presentato in uno showcase a Milano l’EP d’esordio: sei fresche tracce di pop-rock alternativo che dal vivo rendono benissimo

Autore Federico Durante
  • Il6 Maggio 2022
“Un-Popular”: le ferite di Claudym sono quelle di tutti noi

Claudym (fonte: ufficio stampa)

Evidentemente la deprimente pioggia primaverile milanese non smorza la voglia di andare a sentire nuova musica dal vivo. Infatti, anche in un normale giovedì sera come ieri, 5 maggio, la Palestra Visconti (sala “underground” dell’Arci Bellezza, così ribattezzata in onore di Luchino Visconti, che qui girò alcune scene di Rocco e i suoi fratelli) è gremita di pubblico per lo showcase di presentazione dell’EP d’esordio di Claudym, Un-Popular, uscito oggi.

Ad accalcare lo spazio (perfetto per concerti di piccole dimensioni) c’è il consueto, rassicurante mix di giornalisti, discografici, produttori e artisti. Questi ultimi soprattutto formano un insieme variegato, a testimonianza della viva curiosità che c’è per il progetto di Claudym. Fra gli altri, si notano Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, Federico Dragogna dei Ministri, Federica Carta, BigMama, VV, Kaze.

Claudym, una ventata di freschezza pop rock

Con un sound e un look che richiamano in maniera discreta la freschezza pop di una Benee (nel Q&A che leggerete sul numero di maggio, lei stessa ha detto di aver divorato l’album Stella & Steve), Claudym è senz’altro una delle novità più valide del periodo. Non per niente si sono accorti di lei tanto il MI AMI (dove si esibirà il 28 maggio) quanto Island Records (gruppo Universal Music), per la quale esce Un-Popular. L’EP è composto da sei tracce in cui si può già apprezzare un ventaglio espressivo che va dall’introspezione della bella cover di Razzi Arpia Inferno e Fiamme dei Verdena all’accesso di rabbia di A/B feat. Sethu.

Proprio la componente alt-rock è quella che dà l’impronta fondamentale al live. L’apertura con la trascinante Come e con Apatia scalda il pubblico nel modo giusto. Le prime file si dimenano e urlano proprio come a un concerto rock. È una scelta intelligente: a livello internazionale sono sonorità battute con successo da giovani assi come Olivia Rodrigo e Billie Eilish (pensiamo a good 4 u o Happier Than Ever), ma in Italia non si è ancora sviluppata una vera “scuola” che sappia fondere quel rock alternativo un po’ anni ’90 con testi autenticamente generazionali. Claudym ci sembra avere le carte in regola per fare da apripista.

Fra Verdena e Nirvana

Il cordone ombelicale con quel mondo è testimoniato anche dalla già citata cover di Razzi Arpia Inferno e Fiamme, che ci ha raccontato così: «È il brano con il quale, ai tempi del liceo, scoprii i Verdena. Ha un ipnotismo che mi attrae, delle sonorità che ti abbracciano e danno conforto ma che allo stesso tempo ti fanno capire che c’è “qualcosa di sbagliato”, di cupo e oscuro. Mi piacciono questo contrasto e il magnetismo del testo».

Ma il climax del live è raggiunto con A/B, brano realizzato con Sethu, che – già potente nella versione in studio – dal vivo è uno sfogo di rabbia degno dei Nirvana. «È un pezzo che ho scritto di getto perché quel giorno non volevo dire niente ma mi sentivo forzata a farlo», ci ha spiegato. «Era in generale un periodo un po’ negativo. Dovevo lavorare su un nuovo brano, ed essendo incazzata con me stessa per questo senso di vuoto e smarrimento che sentivo, ho deciso di esprimerlo nel modo più “ignorante” possibile, senza troppi fronzoli e abbellimenti».

Il contributo di Sethu è davvero credibile e prezioso e il martellante refrain “Adesso dimmi perché cazzo sono in crisi” è una delle cose rock più perfette che abbiamo sentito in Italia negli ultimi anni. Claudym: impopolare forse, ma quanto stile da vendere.

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