Daniele Barsanti racconta “Zingari”, traccia per traccia
Il cantautore toscano ci racconta il nuovo progetto in uscita oggi per Apollo Records. Un invito a lasciarsi andare e a cogliere i piaceri della vita, con un po’ di leggerezza
Esce oggi, venerdì 2 luglio, ZINGARI, il nuovo progetto discografico del musicista, cantante, autore e compositore toscano classe 1990 Daniele Barsanti. Pubblicato per Apollo Records/Believe, l’album segue l’ep del 2018 Tu che ne sai, ed è stato anticipato dal singolo Il lato B, in digitale e su YouTube dallo scorso 4 giugno.
In undici tracce, Daniele Barsanti racconta con sincerità, romanticismo e anche un pizzico di nostalgia le storie vissute con gli amici, quegli “zingari” da cui prende il nome il nuovo album, che sfuggono alle responsabilità scegliendo di seguire solo le proprie regole. Le emozioni guidano le giornate, cercando di renderle uniche, allontanandosi dalla ripetitività e dal quotidiano ingrigito dalla routine.
Sullo sfondo, l’atmosfera estiva della Versilia, a cui da sempre l’artista è legato. Vi presentiamo il racconto di Zingari traccia per traccia attraverso le parole dello stesso Daniele Barsanti, che invita il suo pubblico a liberare la propria natura “zingaresca”. Un richiamo al lasciarsi andare e, come racconta l’artista, «a godersi tutti i piaceri e i vizi che la vita ha da offrire, permettendosi anche il lusso di sbagliare».
Daniele Barsanti, il track by track di Zingari
Le luccioline
Siamo sul lungomare, lei è bellissima, mi fermo, ha due occhi che sembrano l’America, la bocca sa stregarti da manuale e il suo accento strano sembra quasi una formula magica di una vecchia favola. Siamo cullati dalla luce dei lampioni, da un viaggio senza meta, dall’idea di un amore impossibile. Stiamo tutta la notte insieme, mi sembra quasi di potermela portare via per sempre. Ci raccontiamo tutto, fino a che l’alba, arrivando, ci sveglia.
Fuori dai locali
La fantasia è un’arma a doppio taglio. Fuori dai locali perché è li che vuoi stare, in bilico. Vorresti essere ovunque e da nessuna parte, e allora l’unica soluzione è assaggiare vari scenari, “morsicare la notte e fuggire via”. È come se la canzone esprimesse: “speravo di vederti in giro e sono uscito solo per questo, per vedere se potevo trovarti fuori dai locali. Sono finito a gironzolare fin sotto casa tua e non ti ho detto niente, la luce era accesa, ancora non dormivi”. Ma se ci manchiamo, perché non possiamo semplicemente dircelo?
La radio fa godere
È notte, siamo in macchina, i finestrini sono tutti abbassati, la strada è vuota, la musica è quella giusta e tu così sei perfetta. È un equilibrio intoccabile, non dire niente, non cambiare nulla, mi fai salire la voglia.
Le Commesse
“Sono vent’anni che hanno vent’anni e un diploma magistrale, sono una vita che ripiegano la vita in uno scaffale”. Quando in un negozio, seduto lì per caso, ti si apre il sipario di una vita e ci caschi dentro, te ne innamori, ma sei solo uno spettatore di quella storia e non puoi fare altro che raccontarla.
Bla Bla Bla
I film, le paranoie, la gelosia, l’amore… risultato? Miscela atomica. Ti rincorro e ti guardo quasi dal buco della serratura come se fossi Degas, con in testa tutti quei blablablabla. Il romanticismo decadente è sempre qualcosa che ci fa stare bene.
Il lato B
Non abbiamo niente da dirci, siamo cosi lontani io e te. Però, se ti guardo così, vista da qui, non sei male… anzi. È solo sesso tra noi, e sai cosa? Ci va bene così.
Le quattro
“Gli uomini inseguono le cause delle parole, si adattano ai fallimenti, si allineano ai cambiamenti”. Mi è arrivata di getto di notte mentre sognavo, mi sono svegliato, non sapevo dove scriverla e l’ho appuntata sull’armadio in camera.
Zingari
Il tempo non esiste, prendiamo in giro la morte che fa l’egoista nel gioco della vita. La canzone è stata scritta durante un viaggio senza meta tra Firenze e provincia, in una macchinata di quattro amici partiti per il gusto di “zingarare”. Racconto il vino rosso, le risate, sentirsi eterni e immortali, avere l’illusione che il tempo si possa quasi fermare, perché noi non ci fermiamo mai.
Lei
È il mio omaggio alla musica dei cantautori e alle melodie anni Ottanta. Lui è nel posto sbagliato, lei è in macchina, la luna la riporta a casa con il trucco sbavato in faccia, Venditti suona allo stereo. E poi c’è un’altra lei, che non si sa per chi dei due sia lì. È un triangolo di pura sensualità.
Drammatico
Quando ti chiedono: “Oh, com’è? Come stai?”. “Drammatico” è l’unica risposta a una serata balorda, che si chiude “massacratamente bene” o “splendidamente male”.
Lucky Starr
L’ultimo atto dello spettacolo. Lucky Starr vive per il suo Tagadà, lo odia ma non sa starci senza, è la sua dipendenza. Non esiste il bene o il male, esiste un bene che fa male e un male che ci fa bene, il punto è resistere fino alla fine. Mi manchi Lucky, ti cerco ancora e una parte di te rimane e vive in me. Ecco cosa significa fare l’artista.