Negramaro: «Parole come “amore”, “pace” e “libertà” non dovrebbero dividere»
La band pugliese presenta il suo nono album “FREE LOVE”, in uscita questo venerdì. Un disco ricco di collaborazioni registrato negli Hansa Studios di Berlino
La voce a cappella dal timbro blues di Jökull Júlíusson dei Kaleo che apre Freelove è già un’indicazione della strada variegata che intraprenderà il disco. Subito dopo partono le chitarre elettriche che riportano la memoria uditiva ai primi tempi della band, agli anni Duemila, quando il gruppo cercava un punto di congiunzione tra i Muse e il cantautorato italiano, come ricorda il tastierista Andrea Mariano. FREE LOVE, nono lavoro in studio dei Negramaro, si lega a pieno con il proprio titolo e con la copertina con il Narciso dello scultore italiano Jago. La simmetria dell’uomo riflesso in una donna e viceversa – con sopra la grafica del disco con un effetto “spray”, un riferimento all’attualità – è la stessa che si nota ascoltando una dopo l’altra le nuove canzoni.
Nella prima parte dell’album, in brani come Marziani e Fino al giorno nuovo con Fabri Fibra, si ritrovano i suoni pop-rock, solo apparentemente sbarazzini. I testi, infatti, rimangono il punto di forza anche quando i ritmi si alzano. Da metà album in poi il tono si fa sempre più intimo e, a eccezione dell’energica Esci sole!, le canzoni si fanno più lente e personali. Prevalgono le ballad e il pianoforte, mentre la voce di Giuliano canta di sbagli e voglia di libertà.
«È un ritorno alle radici, figlio della consapevolezza acquisita come band. L’evoluzione che abbiamo avuto nel corso degli anni che ci ha spinto a tornare indietro, pur suonando più moderni» spiega Giuliano Sangiorgi. «Trovo tante analogie con alcuni artisti contemporanei, anche per le ballad. Per esempio, parlando con Tananai una volta mi disse: “Lo sai che mi ha preso la negramarite” parlando dei suoi pezzi più lenti. Le nuove generazioni hanno degli spigoli perfetti per raccontare l’amore».
L’animale interiore e l’ossessione per la libertà
Nel nuovo album dei Negramaro ci sono tante libertà, dal titolo agli stili, passando per i produttori. «Citando Francesco Piccolo, il mio animale interiore è sempre stata la libertà» rivela Giuliano. «Il desiderio di libertà è una mia ossessione. Ovviamente quella assoluta non è sciolta da qualsiasi legame. Si tratta di imparare a fare quello che vuoi rispettando anche quello che vogliono fare gli altri». La band ha imparato a essere ancora più libera. Nei brani si parla soprattutto d’amore, perché «una canzone d’amore è politica».
«Love, come pace e libertà, sono termini che non dovrebbero mai avere un “però” accanto. È paradossale che diventi necessario difendere certe conquiste. Come si fa essere divisivi su certi temi? Come si fa a non voler che un bambino si salvi dal mare?» spiega Sangiorgi. «Mi sembra di essere talmente scontato certe volte che vorrei quasi pubblicare quello che scrivo e mi viene da pensare: “C’è davvero bisogno di ricordare che è meglio la pace della guerra?”. E invece sì, purtroppo».
L’altra grande libertà che si è conquistata la band è il tempo. Sembra nulla, ma con i tempi che corrono, non è scontato. Una scelta presa dal già citato Tananai con CalmoCobra, che il gruppo han addirittura fatto in modo più drastico. Le registrazioni di FREE LOVE ai mitici Hansa Studios di Berlino si sono concluse lo scorso aprile, poco dopo la partecipazione dei Negramaro al Festival di Sanremo. Tuttavia, il gruppo ha deciso di aspettare, riascoltare i brani e soprattutto avere la possibilità di farli ascoltare dal vivo, ritrovando quel “contatto” perso nel 2020. «Nel tempo e nelle scelte che prendiamo c’è sempre l’altro da noi, il rispetto del pubblico». E ora Giuliano e soci presenteranno il disco, prima negli Instore, poi nei palazzetti nel 2025.
Congiunzioni astrali
Una delle canzoni a cui la band è maggiormente affezionata è il featuring (Congiunzione astrale) con Niccolò Fabi. Un artista che raramente concede collaborazioni. «Da autore è un onore per me che uno come Niccolò abbia voluto cantare una canzone di cui non ha scritto una parola. Questo brano glielo feci ascoltare tanto tempo fa a casa mia al mare e lo volle cantare. Poi tanto tempo dopo è arrivato FREE LOVE e lo studio degli U2 a Berlino» racconta Giuliano Sangiorgi. Congiunzioni astrali avrebbe potuto essere il titolo dell’album dato che tutti gli incontri artistici sono avvenuti in modo spontaneo.
Da Fabri Fibra, che avrebbe voluto duettare con i Negramaro dal 2010, fino agli amici di lunga data Elisa, Jovanotti e Malika Ayane. Poi c’è Aiello, conosciuto addirittura due Sanremo fa e ritrovato per la sentimentale Lente. Tra i featuring più attesi c’è quello con Tiziano Ferro che, come suggerisce il titolo Solo se sbagli, è un brano in cui i Negramaro cantano di «imparare a cancellare i propri errori, senza rimanere trincerati in un’immagine che ci si è costruita».
Con Julius il rapporto è stato ancora più stretto e “faticoso”, come racconta Danilo Tasco ricordando il tempo trascorso con l’artista islandese sul Monte Bianco a 3466 metri per il videoclip di Freelove, diretto da Tiziano Russo che uscirà a breve. «Ha la verve di ragazzino emergente. Ha preso l’aereo dagli Stati Uniti e dopo tutte le ore passate a passeggiare in montagna, ha voluto passare la serata con noi a suonare attorno a un tavolo. Aveva tanta energia e ce ne ha anche tolta tanta (ride n.d.r.)».
Le produzioni
Scorrendo i crediti dei brani di FREE LOVE dei Negramaro, ci si imbatte nei nomi di alcuni dei produttori principali della scena musicale nostrana. Tutti con stili molto diversi: si va da Davide Simonetta a Taketo Gohara, passando per Andro e Sixpm. Eppure, in tutta questa varietà di producer i Negramaro non ne escono snaturati, né si avverte l’effetto compilation. Questo è merito di entrambi i soggetti coinvolti. «Il risultato finale ha molto dei provini originali perché i produttori hanno voluto lasciare quell’istinto. FREE LOVE aveva già una chiave nei demo e tutti quelli intorno ci hanno convinto a rimanere fedeli alla versione primaria, sebbene all’inizio sperassimo il contrario. L’artista, per certi versi spera sempre che il producer trasformi la bozza nella sua versione migliore» spiega la band.
È per questo che il disco, nonostante la pluralità, risulta omogeneo. Frutto di libertà e fiducia nei singoli brani che, alla fine, restano la cosa più importante. «Rimango affezionato alle canzoni che nascono in meno di tre minuti. Ho imparato a non fidarmi di me quando costruisco. Una canzone è sempre un errore del sistema. È l’apertura di un varco spazio-temporale nella quotidianità» spiega Giuliano Sangiorgi, prima di concludere con una frase che riassume tutto. «Sì, mi sento completamente libero solo quando guardo il mare e scrivo le canzoni».