Interviste

SARAFINE, il mondo dopo X Factor e la paura di essere felice. L’intervista

Abbiamo incontrato la vincitrice della diciassettesima edizione di X Factor che, dopo il successo dell’inedito “MALATI DI GIOIA”, è pronta a proseguire nel suo viaggio alla ricerca della felicità. Quella stessa felicità che, per mezzo della musica, l’ha convinta a mollare tutto per inseguire il suo sogno

Autore Billboard IT
  • Il21 Marzo 2024
SARAFINE, il mondo dopo X Factor e la paura di essere felice. L’intervista

Foto di Virginia Bettoja

Esistono storie da film che non necessariamente seguono il consueto sentiero delle trame che raccontano il concretizzarsi di un sogno. Non tutte prendono il via dalla cameretta di un adolescente. Ci sono alcune storie che iniziano dalla monotonia grigia di uno studio di finanza internazionale in Lussemburgo. Come quella di Sara Sorrenti, ormai nota con il nome d’arte SARAFINE, che a trent’anni ha deciso di mollare tutto per dedicarsi alla musica. Che poi anche nel suo caso parte della sceneggiatura è ambientata nella stanza dove nel 2020 ha iniziato a suonare e registrare le sue prime esibizioni da caricare su YouTube. Eppure, al fine di generare una sensazione di sorpresa nello spettatore, la prima scena del film di SARAFINE, nella sua strada verso la vittoria di X Factor 17, potrebbe essere persino un’altra: il Tomorrowland 2022.

SARAFINE, dal Tomorrowland a X Factor e viceversa

Il Tomorrowland come punto di partenza e meta conclusiva. Tra i sogni di SARAFINE c’è quello di esibirsi sul palco del festival di musica elettronica belga. Non è stata poi tanto una coincidenza che abbia comunicato la sua volontà di licenziarsi proprio lì, dove era con il suo capo che le aveva regalato il biglietto. «Ho praticamente annunciato le mie dimissioni sotto cassa» ci racconta mentre camminiamo davanti alla Triennale di Milano. Città che ormai, dopo la vittoria di X Factor, diventerà la nuova casa di SARAFINE. Sara è abituata a cambiarla spesso: partita dalla Calabria, si è spostata in Lussemburgo per un master e lì è rimasta a lavorare fino a che non ha deciso di tornare in Italia per inseguire il suo sogno.

MALATI DI GIOIA è il primo capitolo musicale del suo viaggio, una tappa da quasi un milione di streaming su Spotify. Un inizio che ha il sapore di un manifesto di poetica e che non può che essere la colonna sonora di quel film che è giunto solo alla fine del primo tempo. Ora l’attende il mondo dopo X Factor con tutte le incertezze che porta con sé, ma persino i dubbi possono avere un sapore dolce e diventare dei compagni di viaggio stimolanti quando la strada l’hai scelta tu.

L’intervista a SARAFINE

Come e quando hai scelto di cambiare totalmente vita e inseguire il sogno di fare musica?
La mia decisione di abbandonare il lavoro che facevo non è stata presa d’impulso. È stata una scelta maturata nel corso degli anni, poi è ovvio che c’è un giorno in cui uno mette fine a una fase della propria vita per provare altro. Era arrivato il momento di abbandonarsi all’incertezza. Non avevo le idee chiare su cosa avrei fatto dopo, sapevo solo che volevo fare musica. Poi però le cose si sono messe in fila.

Quando pensi a X Factor, al di là del momento della vittoria, quale è il primo ricordo che ti viene in mente?
Il primo ricordo che ho di X Factor è la giornata di precasting. Sono andata lì da sola con tutte le mie “macchinette” per cercare di dimostrare quello che ero in grado di fare e farmi conoscere. Nessuno sapeva chi fossi e, in quel momento, il fatto di sentirmi ascoltata e di aver visto anche qualche sorriso e un po’ di entusiasmo condiviso è stata una bella soddisfazione. Quel giorno me ne sono tornata a casa proprio contenta.  

C’è stato invece un momento di difficoltà in cui hai pensato di aver sbagliato strada?
Devo dire che sono sempre andata dritta, cioè sono sempre stata convinta della scelta fatta. In realtà non so da dove l’ho presa tutta questa determinazione e convinzione, visto che sono abituata a vivere dei profondi momenti di insicurezza.

Cosa ti porterai dietro del lavoro fatto con Fedez? C’è un consiglio o un insegnamento che ti è rimasto impresso?
Beh è complicato, non c’è un consiglio in particolare. Mi diceva sempre di stare tranquilla, quello sì. Poi si divertiva a fare le previsioni. Prima dei live ci diceva: “tu passi, tu vai al ballottaggio” e cose così. Nel mio caso è sempre stato convinto che sarei andata avanti nella competizione.

La tua vittoria di SARAFINE a X Factor è figlia anche dell’inedito MALATI DI GIOIA che ha conquistato il pubblico fin dalla prima audizione. Come è nato?
La canzone è nata in maniera spontanea, un po’ per caso, ed è un un sunto delle cose che stavo vivendo in quel periodo, oltre che della musica che stavo ascoltando. Per esempio, la citazione di Franchino l’ho inserita proprio perché avevo sentito Magia su YouTube e, mentre stavo scrivendo, mi è tornata in mente e l’ho messa dentro. Il significato del pezzo l’ho compreso a pieno dopo averlo scritto. Il brano parla della paura di abbandonarsi alla felicità. La felicità è una cosa rischiosa e molto spesso si preferisce restare in delle situazioni di comfort dove si è felici a metà, ma tranquilli. Questo pur di non esplorare delle strade che sono un pochettino più incerte.

Quali sono gli artisti a cui ti ispiri maggiormente?
In primis ti direi Skrillex, ma poi mi piace tantissimo Stromae. Ho sempre sperato di incontrarlo a Bruxelles, ma niente. In realtà ascolto diversi generi, anche non strettamente elettronici, che poi tendo a unire e riprodurre nei miei pezzi. Per esempio, amo molto anche la musica di Elisa e di Dardust.

Rimanendo in tema di musica elettronica, Sara andava in discoteca?
Sembrerà paradossale, ma non ci andavo in discoteca. Frequentavo le dance hall di Catanzaro, sono davvero forti, o i centri sociali dove mettevano la musica e andavo un po’ nei centri sociali dove mettevano la musica un pochettino più diversa, alternativa. Lì ho scoperto la drum and bass e la dubstep. Ero una che si faceva un paio di birre e ballava sotto cassa.

A proposito di crossover e di generi alternativi, a X Factor hai portato un pezzetto di Calabria con la Riturnella. Com’è il rapporto con la tua terra, ti manca?
Devo dire che la distanza la vivo piuttosto bene, probabilmente perché ormai ho lasciato la Calabria da otto anni. All’inizio è stato più complicato staccarmi dal contesto italiano in generale, non tanto dalla mia regione. Il paradosso è che mi sono talmente abituata a vivere in giro e a stare all’estero che ora mi fa strano tornare in Italia e avere questo contatto così immediato con le persone. Quando condividi una lingua, anche camminando per strada, ti ritrovi a sentire i discorsi degli altri. Poi io sono una pettegola (ride n.d.r.). È quasi un abbattimento di quei muri che avevo eretto, anche inconsapevolmente, negli ultimi anni. Avevo un po’ perso il mio rapporto con l’Italia e con la mia regione, ma ora sono pronta a riscoprirlo.

Quali sono i prossimi progetti di SARAFINE?
Al momento sto preparando i live della prossima estate. Sarò in giro a suonare in diversi posti. Poi in realtà c’è anche altro in ballo, ma fammi stare zitta, che se dico le cose e poi non le faccio, mi do la zappa sui piedi. (ride n.d.r.).

I casting per l’edizione 2024 di X Factor sono aperti, tutte le informazioni sul sito ufficiale a questo link.

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