Interviste

Thru Collected è uno degli esperimenti più interessanti in Italia oggi. In attesa del live al Miami abbiamo incontrato Alice e Altea

Elettronica, trap, dub, hyperpop, anni ’90: tutto mischiato insieme senza farsi problemi. Abbiamo chiacchierato con l’anima femminile del collettivo partenopeo. Trovate l’intervista integrale sul numero di maggio di Billboard Italia dedicato alle donne

Autore Silvia Danielli
  • Il27 Maggio 2022
Thru Collected è uno degli esperimenti più interessanti in Italia oggi. In attesa del live al Miami abbiamo incontrato Alice e Altea

Alice e Altea dei Thru Collected (fonte: ufficio stampa)

Imbattersi nella musica e nei visual dei Thru Collected è come fare un tuffo nel futuro o, se vogliamo, proprio allo stesso tempo, nel passato. Un’anima da raver, drum’n’bass anni ‘90, elettronica, hip hop, trap, dub, hyperpop: tutto insieme e tutto mischiato, senza farsi alcun problema. I Thru Collected, dodici ragazzi tendenzialmente di Napoli, possiedono il fascino puro di ciò che pare nascere spontaneamente senza orpelli e senza meccanismi collaudati.

Abbiamo chiacchierato con l’anima femminile dei Thru-Co, con le voci: Altea e Alice. Stasera alla 1.45 è prevista la loro esibizione al Palco Rilegno al Miami Festival. Il progetto è – a tutti gli effetti – ancora indipendente e solo supportato da Bomba Dischi. A novembre 2021 è uscito Discomoneta, che «più che un album è una raccolta», come lo definiscono le stesse Alice e Altea, rispettivamente classe ‘99 e ‘98. A fine marzo, poi è uscito anche l’EP di Altea, Non ti scordar di me. E, mentre nei video possono apparire malinconiche e introspettive, via Zoom paiono decisamente sorridenti e prese-bene.

Ecco un estratto dell’intervista che trovate sul numero di maggio di Billboard Italia.

A dicembre vi confesso che ho interrogato un po’ di addetti ai lavori di case discografiche per capire perché non aveste ancora firmato con nessuno e alla fine devo ammettere di non averlo capito, perché vi conoscevano tutti.

Alice: È sicuramente l’idea di voler rimanere liberi. Ammetto che la parola scadenza mi trasmette un’ansia incredibile e non riesco più a lavorare con serenità. Capisco quanto avere dei tempi sia necessario per lavorare ma non ci piace che ci vengano date da qualcuno. Le regole in generale non ci piacciono molto!

Altea: Ci imponiamo un margine temporale entro cui lavorare e credo sia fondamentale, però lo decidiamo noi!

Facciamo un passo indietro, anzi indietrissimo: quando avete iniziato? E da bambine volevate diventare cantanti?

Altea: (Ride, ndr) Pensa che ne abbiamo parlato recentemente quando eravamo a Milano, perché io e Alice, non ci conosciamo da molto tempo, diciamo dall’estate scorsa! Io sono di Lecce, mi sono laureata in psicologia e poi mi è capitato di andare a Napoli a trovare mio cugino. Mi sono letteralmente innamorata della città, così ricca di musica e arte, e ho capito che potevo vivere solo lì in quel momento! No, non suonavo nessuno strumento. Da un po’ di tempo sto cercando di imparare a produrre!

Alice: Da piccola cantavo inventandomi le parole nella mia cameretta, perché ho sempre pensato che il canto mi facesse stare bene. Ho sempre ascoltato moltissima musica ed ero l’unica in famiglia. E non ho mai suonato uno strumento, solo ora sto imparando a suonare la chitarra. Il mio primo vero approccio con la musica è stato grazie a Sano, che conoscevo dal liceo.

Quando siete entrate nei Thru Collected?

Alice: Diciamo che il progetto è nato nel novembre 2020 con il mio EP. Discomoneta è, come dicevamo prima, la nostra prima raccolta. Siamo in sei a cantare, poi ci sono i produttori, poi quelli che girano intorno: insomma alla fine siamo tantissimi. Uno dei punti in cui ci ritrovavamo era piazza Medaglie d’Oro.

Alice: Io sono arrivata dopo, il primo che ho conosciuto è stato Rainer (tra i produttori dei Thru Collected, ndr), poi lui mi ha presentato tutti gli altri.

In un ambiente così tranquillo, come pare essere quello dei Thru Collected, capita anche a voi di essere messe da parte in quanto donne?

Altea: A volte io mi sono sentita svantaggiata, ma tutto per colpa mia! Nessuno mi ha messo in un angolo, sono io a volte che ho sentito di non avere abbastanza confidenza. Vedevo che i ragazzi tra loro si chiamavano “uè bro” e a me invece dicevano solo un timido ciao. A volte arrivavo a The House e vedevo che tutti producevano o cantavano mentre io mi sentivo irrimediabilmente indietro. Ma semplicemente perché nella vita ho fatto altro. Magari fra tre anni sarò uguale a loro. I ragazzi, comunque, credono molto in noi e sono davvero carini.

Alice: Mi ritrovo nelle parole di Altea, anche se ho iniziato prima a frequentare il Thru-Co. Noi crediamo di non essere accettate ma nessuno lo fa davvero. È una conseguenza di comportamenti e schemi altrui che fanno sentire noi donne così, da tempo.

Avete delle artiste donne che vi piacciono particolarmente?

Alice: Altea! Prendo molta ispirazione da lei. Poi, non so, Nada. Tirzah.

Altea: Eh, vabbè.Anch’io comunque mi sento ispirata da lei, Alice. Poi, Meg dei 99 Posse: la sua scrittura è stata illuminante. La Vanoni e Mina. Joan Thiele. Tirzah per la drum ‘n’ bass.

Thru Collected - intervista - 2
Thru Collected (fonte: ufficio stampa)

Ascolta Discomoneta dei Thru Collected

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