Elettronica

40 anni di “Blue Monday” dei New Order, il 12″ che cambiò la storia della club culture

Campionato da Rihanna e Kylie Minogue, utilizzato dai grandi stilisti (da Raf Simons a Yves Saint Laurent) e utilizzato per tantissimi film, videogiochi e campagne pubblicitarie, il singolo rimane il brano che ogni DJ deve avere con sé

Autore Tommaso Toma
  • Il7 Marzo 2023
40 anni di “Blue Monday” dei New Order, il 12″ che cambiò la storia della club culture

I New Order al Paradise Garage di New York, luglio 1983 (foto di Kevin Cummins)

Nulla nasce per caso. Con Blue Monday, i New Order fecero collidere assieme diversi mondi sonori e diverse scene musicali. Dal campionamento di Uranium dei Kraftwerk (un omaggio ai padrini dell’elettronica da ballo) a quel geniale innesto ritmico della drum machine che viene “rubato” da un inciso da un pezzo di Donna Summer e Giorgio Moroder, Our Love, creando così una connessione “proibita” sulla carta – ma vincente nella sostanza – tra la scintillante cultura disco e lo spigoloso e scuro mondo del post punk.

La copertina di Blue Monday

Cosa dire poi della copertina del 12″ di Blue Monday, altro elemento essenziale di una cultura della fruizione della musica del secolo scorso?

Il reparto grafico della Factory Records di Tony Wilson era in mano a Peter Saville che aveva già reso iconico un prodotto discografico della band dalle cui ceneri nacquero i New Order: Unknown Pleasure dei Joy Division. Ma se nel caso di questa bellissima copertina spiccava su tutto l’intuizione di riprodurre – decontestualizzandolo – un particolare grafico, ovvero l’insieme delle onde radio emesse da una stella di neutroni, nel caso di Blue Monday l’affare si rese più complesso e tremendamente costoso per l’etichetta.

Seguendo sempre quella spinta delle dottrine situazioniste che rifiutano il concetto del profitto, le copertine erano a volte così costose da uccidere ogni possibilità di buone entrate economiche.

Si narra che l’artwork di Blue Monday nacque da un floppy disc poggiato su un piano dello studio di registrazione della band. Saville colse la semplicità dell’oggetto e la novità tecnologica. Così diede assoluto risalto alla riproduzione dell’oggetto. Persino i “buchi” e i fori nella copertina (die-cut) furono riprodotti seguendo l’impianto originale di un floppy disc. Questo particolare costò non poco alla Factory: si vocifera di circa 4/5 pence a cover.

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La copertina di Blue Monday

Il 12″ più venduto di sempre

Blue Monday è ancora considerato il 12″ più venduto di tutti i tempi. Tuttavia, poiché la Factory non faceva parte della British Phonographic Industry (BPI) al momento del rilascio, non ci sono cifre affidabili né certificazioni. Complessivamente, per le versioni del 1983, 1988 e 1995 sono state vendute oltre 3 milioni di copie.

Nonostante il successo immediato del disco, per non mandare in bancarotta la Factory le ristampe successive subirono un’ottimizzazione finalizzata alla riduzione dei costi.

Un brano iconico

Come ogni brano iconico, succede che ognuno di noi porta con sé un ricordo personalissimo. Il mio risale più o meno all’estate di quel 1982. Una festa a casa di amici al mare, lo stereo spostato in un salone con le casse al massimo per ballare. Sul piatto giravano i 45 di Viola Valentino, Falco e i Ricchi e Poveri.

Ne avevo abbastanza, orgoglioso dell’acquisto misi su il 12″ di Blue Monday che avevo appena comprato. Dopo pochi istanti i miei amici, i genitori degli amici e gli imbucati di turno si fermarono attoniti, volarono mugugni e dei vaff… insomma, mi dissero di togliere quello strazio.

Negli anni avrei suonato centinaia di volte questo brano, con risultati sempre di sicuro effetto sulla pista dei club dove ero in consolle. Ma talvolta mi vengono in mente le facce dei ragazzi di quella sera versiliese anni ’80 e mi sale una risata sardonica. Grazie Blue Monday.

Per celebrare il 40° anniversario i New Order lanciano anche uno speciale di merchandising disponibile dal 7 marzo, esclusivamente tramite il loro negozio online.

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