Guarda in anteprima il video di “Meditate” di Lee Triffon e Roy Regev
La nuova scuola elettronica israeliana è molto arty: i due artisti originari del paese mediorientale (ma di stanza a Los Angeles) presentano il nuovo singolo collaborativo
Lee Triffon e Roy Megev due artisti con una carriera in fieri molto intrigante. Lee Triffon la si può senza indugio definire un’artista a tutto tondo: canta, scrive, dipinge e ama l’arte visiva. Negli ultimi dieci anni si è fatta un nome flirtando con diverse scene musicali, dal prog-rock – con la band EatLiz – all’EDM.
Roy Regev è un produttore musicale, con sede a Los Angeles, dove gestisce il Sounding Board, uno studio multimediale. Roy ha anche creato ambienti sonori per varie mostre ed è stato co-direttore artistico del festival indie di Gerusalemme Frontline.
Oggi vi presentiamo in anteprima il videoclip ufficiale del singolo collaborativo Meditate. Conosciamo meglio il progetto intervistando la brava Lee.
Lee, sei stata una solista per molti anni, com’è avvenuta la collaborazione con Roy per Meditate?
Roy ed io ci conosciamo in realtà da molti anni e speravamo da molto tempo di trovare l’occasione giusta per collaborare. Per fortuna, qualche anno fa ci siamo trovati a vivere a L.A. e siamo finalmente riusciti a unire le forze. Condividiamo una visione artistica e un gusto musicale. E poiché veniamo da background musicali molto diversi, ci completiamo a vicenda in molti modi.
Questi contrasti rendono il processo di esplorazione del suono e dello stile di produzione molto stimolante ed eccitante. Avevo un modo molto specifico di comporre e produrre prima della collaborazione con Roy. Ho imparato così tanto da lui: il suo approccio al sound design e al lavoro con sintetizzatori ed effetti analogici mi ha davvero aperto un mondo completamente nuovo sia come songwriter che come produttrice.
L’EP Meditate è uscito nel bel mezzo di questo periodo difficile. Com’è stato il flusso di produzione tra voi durante la pandemia?
Meditate aveva iniziato il suo viaggio nel 2019, quando la vita era molto diversa, ma in qualche modo le canzoni e i testi che avevo scritto per questo album stavano già stabilendo una direzione chiara: andare dentro di sé e affrontare i propri demoni. Roy ha portato dentro i miei toni caldi e analogici un tocco di modernità. Abbiamo passato molto tempo a esplorare le produzioni e alla fine abbiamo trovato uno spazio in cui le macchine creano un’emozione, ed è ciò che ci piace di più di questo lavoro.
La title track, ad esempio, è iniziata come una jam session nello studio di Roy di ben tre ore. L’abbiamo registrata e poi abbiamo modificato alcuni frammenti che sono poi diventati la struttura stessa di Meditate. Alla fine ho tirato fuori gli appunti che avevo scritto la sera prima e sembravano fluire perfettamente sulla musica che abbiamo registrato. Le voci sono state praticamente improvvisate allo stesso modo della produzione e gran parte della registrazione originale è ciò che abbiamo finito per usare.
C’è un interessante remix dell’italiano Giorgio Bassetti che ha dato un tocco assolutamente brillante alla title track originale. Qual è il tuo vero feeling con la dance? E a proposito, come definiresti il tuo genere?
Non ho davvero un confine di generi nel quale mi muovo nell’ascolto. Sinceramente mi piace tutto ciò che accende una reazione in me – che si tratti di una forte emozione, un pensiero – o che mi porta lontano anche solo per pochi minuti. Quando la musica dance elettronica è fatta bene e in profondità può essere molto potente. E mi piace ballare. Dare un nome al genere di questo album è complicato, è sicuramente nel genere generale dell’elettronica, ma penso che ci siano alcuni sottogeneri, come synthwave, sperimentale e trip hop.
Presentaci questa versione video di Meditate, creata da te in collaborazione con il regista Gev Miron. Sembri avere una passione per l’arte digitale.
Proprio come l’EP, questo video è il frutto di un brainstorming creativo e di un “provare cose” con Roy. Il video è stato un interessante viaggio di co-creazione con Gev Miron, un fantastico editor e creatore di effetti visivi nonché regista. L’ispirazione è venuta dal mio amore per i film di moda, così come per l’estetica pulita e le composizioni minimaliste che creano una sensazione stratificata e strutturata con pochi elementi semplici. Ho messo insieme una sorta di moodboard e abbiamo costruito il nostro piano per le riprese intorno a questo.
In realtà all’inizio non sapevo nulla di editing video e molto meno di effetti video, ma negli ultimi anni mi sono ritrovata ad addentrarmi sempre più in quel campo, semplicemente perché non avevo molta scelta. Avevo canzoni che avevano bisogno di immagini e non avevo budget, quindi ho iniziato a imparare a usare un software di editing e ho fatto un sacco di tutorial mentre montavo video sperimentali. Più mi cimentavo, più mi divertivo, e man mano che la mia tecnica migliorava sono stata in grado di fare molto di più, anche in termini di concept.
Per quanto riguarda la mia passione per l’arte digitale, ho un background nelle arti visive e ho sempre avuto l’intenzione di perseguirlo o integrarlo con il mio altro lavoro. In passato il mio obiettivo principale era la pittura ad olio e ho imparato il design grafico, ma mi sono ritrovata a tornarci seriamente solo negli ultimi anni mentre stavo cercando di creare un’espressione visiva per la musica che stavo facendo.
In che modo la cultura israeliana influenza la tua arte?
La cultura israeliana è molto ricca, anche se è un paese così piccolo. Ci sono molte emozioni e tensioni nell’aria e c’è bisogno di espressione, soprattutto per coloro che sono creativi per natura e più sensibili a ciò che li circonda.
Ho sperimentato così tanta grande arte nel mio paese d’origine come osservatrice e ascoltatrice. C’è un’audacia negli artisti israeliani che penso sia piuttosto unica. Questo è sempre qualcosa che porto con me insieme alla convinzione che non è necessario avere molto per creare qualcosa di prezioso. L’unione di persone talentuose e appassionate a volte vale molto di più di un grande budget.
Progetti futuri come Lee & Roy, e anche singolarmente?
Mi sono concentrata sulla composizione di più tracce cinematografiche, che è una delle mie passioni. E intendo anche perseguire il mio amore per l’arte. Credo fermamente che la confluenza tra arte audiovisiva/digitale e musica stia aprendo opportunità senza precedenti per gli artisti.
Per quanto riguarda Lee & Roy non ci sono attualmente piani concreti per un nuovo album. Ma siamo buoni amici e ci piace lavorare insieme e ci piace quando le cose accadono in modo organico, e dal momento che entrambi viviamo a Los Angeles e facciamo parte della stessa comunità creativa, sono abbastanza sicura che ci saranno altre opportunità per future collaborazioni!