Lady Shaka è pronta a portare i suoi suoni oceanici al Gipsyland Festival. L’intervista
La dj e artista multidisciplinare cresciuta tra le Isole del Pacifico e la Nuova Zelanda debutterà domani sera al festival pugliese. L’abbiamo incontrata per la sua prima intervista italiana
Quest’anno avete deciso di trascorrere le vostre vacanze in Puglia? Allora non potete perdervi il Gipsyland Festival, che nel 2023 festeggia la sua tredicesima edizione (ma affrettatevi, perché il sold out è dietro l’angolo). Nato nel 2010 dalla collaborazione tra Andrea Fiorito, Ivan Bonatesta e Pino Maiorano, il festival attinge a piene mani dalla cultura gitana – come si capisce dal nome – e negli anni ha contribuito a portare nella regione importanti nomi della musica elettronica provenienti da tutto il mondo.
Ma Gipsyland non è solo musica elettronica. Dal 2017, infatti, la presenza di Sgamo come curatore e dj ha contribuito allo sviluppo di un’area dedicata all’urban. Grazie anche ad alcuni degli ospiti invitati, tra cui Mace e Greg Willen. E le novità non sono finite qui. Quest’anno ad arricchire il cartellone del Gipsyland Festival ci sarà anche Funclab Records, collettivo artistico, label e promoter di eventi culturali attivo dal 2016. Con loro, Sgamo – attraverso wegoing.sound, realtà attiva in tutta Europa che punta ad accorciare sempre di più le distanze tra i talenti del continente – ha unito le forze per portare in Italia Lady Shaka, al suo debutto nel nostro Paese.
Artista multidisciplinare cresciuta tra le Isole del Pacifico e la Nuova Zelanda ma trapiantata a Londra, la figura di Lady Shaka è sicuramente tra le più interessanti e peculiari. Membro del collettivo LGBTQIA+ Pxssy Palace, la musica di Lady Shaka – che ha portato in palchi prestigiosi come quello di Glastonbury e nella consolle di Boiler Room – è fortemente influenzata dalle sue radici oceaniche che si uniscono alla dancehall, la drum & bass e l’house music. Per saperne di più di questo mix esplosivo di generi e culture diverse, l’abbiamo incontrata a pochi giorni dal suo debutto a Gipsyland Festival. Ecco cosa ci ha raccontato.
L’intervista a Lady Shaka
È la tua prima volta in Italia? Che cosa ti aspetti dal pubblico italiano?
Ho avuto la fortuna di visitare più volte l’Italia e ammirare i paesaggi meravigliosi, provare la cucina e conoscere la ricca cultura di questo Paese. Sono entusiasta di debuttare finalmente in Italia al Gipsyland Festival di quest’anno. I video che ho visto degli artisti che si sono esibiti in queso festival sono un esempio. Sono sicura che il pubblico mi verrà incontro e, come dice Kamo Mphela, porterò la “E di energia e la V di vibrazioni”.
Per altro hai da poco debuttato a Gloastonbury, com’è esibirsi su un palco così importante?
Dal momento che eravamo solo tre artisti provenienti delle isole del Pacifico presenti in scaletta, per me ha significato molto rappresentare la nostra cultura, il nostro suono, la nostra gente e i nostri antenati. Venendo da un Paese piccolo come Aotearoa (in Nuova Zelanda), opportunità come questa non capitano tutti i giorni agli artisti della nostra regione. Quindi è stato incredibile rappresentare il mio Paese. Negli ultimi 4 anni ho sfiorato più volte l’idea di esibirmi a Glastonbury, quindi è stato fantastico vedere finalmente realizzato questo sogno.
Lady Shaka sull’inclusività nella club culture
Fai parte del collettivo QTBIPOC (queer, trans, neri, indigeni, persone di colore) PXSSY PALACE. Al Kappa FuturFestival abbiamo incontrato Sophia Kearny, co-fondatrice di HE.SHE.THEY, collettivo che promuove l’inclusività e la rappresentazione di tutti i generi, le sessualità e le etnie nel mondo del clubbing. Conosci questa realtà? Cosa ne pensi dei progressi che sono avvenuti e di quelli che devono ancora avvenire per quanto riguarda questo tema?
Penso che con l’iper visibilità che collettivi come Pxssy Palace e HE.SHE.THEY stanno avendo e le piattaforme che sono nate dal loro lavoro, le opportunità per le persone appartenenti a comunità diverse di essere viste e ascoltate sono state amplificate. È stato bello vedere un maggior numero di formazioni queer, trans ed etnicamente diverse in città come Londra e Auckland. Spero che lo stesso concetto possa essere applicato in altri luoghi. Essendo una degli unici DJ Pasifika nella maggior parte delle lineup, incoraggio sempre gli altri booker e promoter a ingaggiare persone della mia comunità. Ci sono così tanti di noi là fuori che hanno talento e meritano!
A proposito proprio di questo, sei la fondatrice del collettivo globale Pulotu Underworld, che celebra e rappresenta la musica e la cultura del Pacifico. In che modo le tue radici influenzano i tuoi set?
Ho vissuto a Londra negli ultimi sette anni e durante questo periodo ho scoperto che mi mancava e desideravo riallacciare il legame con la mia cultura e la mia identità. Una cosa molto più semplice quando vivevo in Aotearoa. Ho avuto la fortuna di crescere con un’educazione indigena Maori e sono stata educata con la mia cultura e la mia lingua. Da parte di mia madre sono tahitiana e māori, appartenente alle iwi (tribù) di Ngāti Porou, Ngāti Tuwharetoa, Ngāti Raukawa, Ngāti Rangi e Te-Āti-Haunui-a-Pāpārangi. Da parte di mio padre sono samoana, tokelauana, tongana e capoverdiana.
La mia selezione musicale è largamente influenzata dalle diverse comunità etniche a cui appartengo. Ed è anche una rappresentazione della mia identità queer di donna trans di colore. Il mio lavoro non solo come musicista, ma anche come artista, è quello di portare alla ribalta le voci queer, trans, nere e indigene, la cultura, la musicalità, l’identità e l’arte.
Cos’è Pasifika Club
Come descriveresti Pasifika Club a chi non ne ha mai sentito parlare?
Pasifika Club è un termine che ho inventato nel 2021 per rappresentare la fusione di voci, percussioni e strumenti indigeni Māori e del Pacifico con le sfumature dei generi musicali elettronici club, house, bass e techno. Negli ultimi 3 anni questo genere si è evoluto con molti produttori e DJ che hanno sperimentato questo suono, come Nase Foa’i, Hinewehi Mohi, Caru e Mokotron.
Sei un’artista poliedrica: ci parli del tuo percorso da ballerina e coreografa a DJ e produttrice?
Fin da quando ero piccola, esibirmi sul palco era qualcosa per cui vivevo. Ho sempre voluto essere una superstar come Beyoncé e l’hip hop è stato il mio primo amore. Durante gli anni della scuola ho avuto la fortuna di viaggiare per il mondo, rappresentando Aotearoa in competizioni di danza hip hop sotto la guida di coreografi come Parris Goebel. Al termine delle scuole superiori ho ottenuto una borsa di studio per partecipare a una residenza di danza indigena presso il Banff Centre di Alberta, in Canada. Per tutta la vita ho pensato di trasferirmi a Los Angeles per intraprendere la carriera di ballerina professionista, ma il mio destino aveva in serbo per me un percorso diverso.
Lady Shaka: «La musica è la mia vocazione»
Quando mi sono trasferita a Londra mi sono trovata a lavorare in teatro e ad esporre i miei lavori fotografici e videografici presso istituti come la Royal Academy of Arts e il Musee Du Quai Branly a Parigi. Provengo da una famiglia fortemente appassionata di musica e sono cresciuta suonando il violino e l’ukulele. Essendo un’artista interdisciplinare, fare la DJ è stata una progressione naturale del mio viaggio alla scoperta di chi fossi come artista. Sento davvero che la musica è la mia vocazione, ma la danza sarà sempre la mia salvezza.
C’è un set in programma al Gipsyland di cui sei particolarmente curiosa?
Può sembrare un po’ un cliché, ma è letteralmente tutti! Sono sempre interessata soprattutto al suono locale e ad ascoltare la loro interpretazione dell’ambiente, della comunità e dell’identità.
Hai detto che “la musica è un contenitore che fa muovere il corpo, parla e racconta storie”. Qual è la storia che vuoi raccontare a Gipsyland con il tuo set?
La stagione del Leone inizia a mezzanotte, quindi il mio set mira a portare l’energia del fuoco, il bagliore dell’estate, il sole radioso e a dare il benvenuto a tutti in questa nuova stagione. La storia che il mio set racconterà sarà all’insegna del divertimento, della libertà e del comportamento completamente extra Leone.