I cinque album di sempre preferiti di Purple Disco Machine
Abbiamo chiesto a Tino Piontek di svelare i suoi dischi fondamentali, (immancabili i Daft punk dell’album d’esordio). E stasera e domani PDM sarà di scena al Fabrique di Milano con due concerti
L’ultima volta che l’ho visto dal vivo era questa estate al FuturFestival di Torino, in una cornice non esattamente confacente al suo tipo di sound. Eppure, nella grande cattedrale post industriale che è il palco del Futur, Tino Piontek ha fatto ballare tutti, con quel suo magic touch che è un mix di house, nu disco, citazioni anni ’80 ed una electro scintillante. Adesso Purple Disco Machine arriva a Milano a portare il suo set, esibendosi per la prima volta con una band completa, che ovviamente comprende le tracce del suo ultimo album, Paradise. Un disco dove svettano le hit All my Life, insieme a The Magician, Honey Boy con Benjamin Ingrosso, Nile Rodgers e Shenseea e Something On My Mind che vede la presenza di Duke Dumont e Nothing But Thieves.
Oggi 11 ottobre e domani Purple Disco Machine è di scena al Fabrique di Milano. La data di domani è sold out, mentre i biglietti per quella di stasera sono ancora disponibili. «Lo spettacolo dal vivo è una produzione completamente nuova, davvero diverso da qualsiasi cosa abbia mai fatto prima. Le canzoni sono combinate in mashup, nuove canzoni sono incluse, vecchie canzoni sono presenti in nuove versioni» ha dichiarato Timo. «E tutto questo con artisti dal vivo, cantanti e ballerini in una veste completamente nuova».
Per l’occasione ci siamo fatti rivelare da Tino i suoi cinque dischi fondamentali. Buon ascolto.
La top 5 di Purple Disco Machine
Daft Punk – Homework
Questo è l’album che mi ha fatto appassionare alla musica elettronica. Sono i miei artisti preferiti in assoluto. Ricordo il giorno in cui ho ascoltato i Daft Punk per la prima volta: era una festa scolastica e uno dei miei compagni di classe ha suonato quasi tutto l’album. Io sono rimasto completamente sbalordito, mentre la maggior parte delle persone presenti alla festa non altrettanto. Una cosa che ho sempre amato di più di loro è che la loro musica combina così tanti generi diversi, dal rock, alla techno, alla disco e al funk. Mi ha sempre dato l’impressione che non ci siano confini. Il che mi ha ispirato e incoraggiato molto come produttore. Per me hanno davvero reinventato il campionamento a un livello completamente nuovo. Inoltre hanno cambiato la narrativa della musica dance.
Fino al loro arrivo, la scena dance degli anni ’90 si era divisa nei campi opposti dell’“underground cool” e della “pop dance”, i Daft Punk sono riusciti a essere entrambe le cose allo stesso tempo. Hanno avuto grandi successi, ma sono sempre rimasti credibili. È una lezione che mi è rimasta impressa ed è per questo che dopo i successi radiofonici che ho la fortuna di avere, c’è sempre un disco da club in arrivo. Per esempio, in Paradise ci sono anche i brani da club Bad Company, Paradisco e Die Maschine.
Air – Moon Safari
È probabilmente l’album che ho ascoltato di più finora. Lo ascolto spesso per rilassarmi e calmarmi nei momenti più impegnativi. Mi ha accompagnato in tanti momenti importanti. Per me è uno dei pochi dischi che riesco ad ascoltare dall’inizio alla fine. Dall’anno scorso, gli Air stanno riproponendo l’album dal vivo in tour e sono molto seccato con me stesso per non essere riuscito a trovare il tempo di andare a vederli dal vivo. Li ho visti suonare a un festival a San Francisco molti anni fa e sono rimasto così affascinato dal loro show che ho quasi perso il mio stesso concerto.
Gli Air sono stati probabilmente le grandi star del genere di musica dance “chill out” che è emerso negli anni ’90 e che va forte ancora oggi. Sebbene in “Paradise” ci siano brani downtempo come “Can’t Stop Loving You”, con una grande voce di MORGAN e vibrazioni soul, non ho ancora provato a produrre un brano chill strumentale. Forse nel prossimo album lo farò!
Phil Collins – Face Value
A mio parere, il miglior album di debutto di sempre. Contiene tantissimi successi, da In The Air Tonight a Against All Odds e molti altri. Phil Collins è stato anche il primo vero concerto a cui ho assistito. Ancora oggi mi viene la pelle d’oca se penso al momento in cui ha suonato In The Air Tonight. Poi si avvicinò lentamente alla batteria e iniziò a suonare l’assolo di batteria. Io rimasi lì, tra la folla, a bocca aperta. Da quel giorno in poi ho ascoltato l’album, e in particolare quella canzone, senza sosta.
Per me ha portato la batteria a un livello completamente nuovo, non solo per il modo in cui è stata suonata, ma anche per il modo in cui è stata inserita nel mix. La batteria dal vivo – piuttosto che la drum machine – può risollevare un brano ed è per questo che sono entusiasta di portare il batterista Derrick McKenzie nel mio Paradise Tour dal vivo. Insieme al mago delle tastiere Matt Johnson, anch’egli presente nel tour, hanno suonato per i Jamiroquai per molti anni.
Michel Jackson – Thriller
È l’unico album al mondo in cui ognuno dei 9 brani è stato un singolo di successo, credo. È semplicemente così bello. Quincy Jones e Michael Jackson sono per me il miglior duo di produttori e artisti di sempre. Quincy proveniva dal jazz ed era un musicista e arrangiatore di livello mondiale prima di dedicarsi alla produzione, mentre Michael veniva dal soul e dal funk prima e dalla disco poi. Ma Thriller trascende tutti questi generi e si inserisce persino nel rock e nel pop puro.
L’album ha anche rivoluzionato il gioco dei video musicali: ogni videoclip è come un piccolo film di Hollywood. Inoltre, ha trasformato Michael Jackson nella più grande superstar globale da solista, probabilmente dopo Elvis! Come produttore lavoro con molti vocalist di talento, come si può vedere da Paradise, ma un giorno vorrei provare a emulare Quincy e produrre un intero album per un solo artista.
Prince – For You
Fu il primo album di Prince, del 1978. All’epoca aveva 20 anni e produsse l’intero album da solo, suonando anche tutti gli strumenti. Adoro la colonna sonora di Purple Rain, da cui ho tratto il Purple di Purple Disco Machine. Tuttavia, credo che Prince avrebbe descritto la sua musica come più funk che disco e io cerco di onorare questo stile in ogni mio album. Per esempio, in Paradise il brano Honey Boy si spera di incanalare il suo spirito. Prince è uno degli artisti che rimpiango profondamente di non aver mai visto dal vivo sul palco, posso solo immaginare come ci si debba sentire.