Leon Faun è sempre stata un’anima artistica libera. Non solo per il suo stile narrativo e il modo di rappare, ma anche per le continue escursioni da un forma d’arte all’altra. L’artista romano ha sempre avuto una spiccata passione anche per il mondo audiovisivo. Oltre a scrivere le sceneggiature dei propri videoclip, Leon Faun negli ultimi tempi si è cimentato anche come attore. Ora, a distanza di quasi tre anni dal disco di debutto C’era una volta, torna con il secondo progetto discografico Leon, in uscita il 22 marzo.

Il concept colorato del nuovo disco di Leon Faun simboleggia la sua rinnovata vena artistica. Come una tela bianca, il giovane artista è stato “macchiato” dalle esperienze di questi ultimi tempi. Per la prima volta Leon si spoglia degli artifici narrativi che hanno caratterizzato i suoi primi lavori e si apre a un racconto intimo e privo di filtri. Un’evoluzione dalle numerose sfumature emotive che già si può notare dai primi due singoli estratti, Anima e Profezia.

In quest’ultimo brano del nuovo album ritroviamo Leon Faun al fianco del suo storico produttore Duffy con cui ha collaborato fin da quando aveva 12 anni.

Leon Faun, il nuovo album dopo l’esperienza da attore

Negli ultimi due anni Leon Faun ha preso parte a due progetti cinematografici nelle vesti di attore. Nel 2021 è stato il protagonista del film di Claudio Cupellini La terra dei figli, al fianco di nomi del calibro di Valeria Golino e Valerio Mastandrea. Prossimamente sarà tra gli interpreti della serie Netflix Briganti scritta dal collettivo GRAMS e ambientata nel periodo del Brigantaggio post Risorgimento.

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