Method Man: «Oggi Biggie sarebbe nella stessa posizione in cui è ora Jay-Z»
A poche ore dall’uscita della seconda stagione di “Power Book II: Ghost”, la serie TV in onda su STARZPLAY in cui recita nei panni dell’avvocato McLean, abbiamo incontrato l’artista per parlare di cinema, hip hop e del futuro di questo genere
Quando ti trovi davanti un colosso dell’hip hop globale come Method Man e hai solo dieci minuti per chiedergli tutto quello che ti passa per la testa ci sono solo due possibilità. La prima è provare a inserire in quei dieci minuti le curiosità di una vita, per un artista che ha una carriera nella musica (con e senza il Wu-Tang Clan, supergruppo della East Coast con cui ha esordito nel 1993) e nel cinema lunga almeno trent’anni. E già qui siamo di fronte a una missione impossibile. La seconda è provare a stare nel presente andando in freestyle, imparando dai migliori rapper (come lui). Ma è un rischio che nasconde insidie, perché lui potrebbe – anzi, di certo – farlo meglio di te.
In un mix fra le due cose, alla fine incontriamo Method Man (virtualmente) nella sua camera d’albergo. Ci racconterà della sua più recente esperienza come attore nella seconda stagione di Power Book II: Ghost, spin-off della serie TV Power, in onda in Italia su STARZPLAY dal 21 novembre. Creata da Courtney A. Kamp e prodotta, fra gli altri, da 50 Cent, è una serie drammatica che ruota intorno alle vicende del giovane studente Tariq St. Patrick, in bilico fra la vita che vorrebbe e il pericolo di percorrere le orme del padre, fra droga e crimine.
Il cast
Method Man è nel cast nei panni dell’avvocato Davis McLean, una specie di Saul Goodman (per chi ha familiarità con la serie di Vince Gilligan, autore di Breaking Bad) ma più impavido e senza scrupoli. Uno che sa in che mare nuota, insomma. Di certo, non possiamo lasciarci sfuggire l’opportunità di chiedergli di questa sua ultima avventura in un ruolo completamente diverso da quello dello sballato al college del lontano ’99, anno in cui tutta la fanbase del Wu-Tang è approdata al cinema per guardare How High, in cui è protagonista con l’inseparabile Redman. E poi ci siamo tolti, una volta per tutte, la soddisfazione di parlare anche di hip hop con uno dei suoi più importanti e rispettati esponenti. L’intervista completa è nel prossimo numero di Billboard Italia!
Come è stato lavorare allo spin off di Power nel capitolo Ghost? Ti senti a tuo agio nei panni del tuo personaggio?
Io credo che con ogni personaggio si debba stabilire una connessione per capirlo. Se mi piace Davis McLean? Qualche volta. Spesso, anzi. Se mi ci rivedo? Ci sono delle sfumature in lui, in cui rivedo me stesso. Qualcosa che lo motiva a fare cose grandi, questo vedo in comune con lui. E credo che quello che motivi Davis sia il potere, anche se si pensa che sia il denaro, ma non è così. Davis vuole essere un grande giocatore in questo gioco di potere.
In un episodio della nuova stagione sei sul set con un tuo amico di vecchia data, Redman. Che rapporto c’è sul set con tanti altri artisti e attori che sono da sempre parte della tua carriera, come Mary J Blige? E con 50 Cent?
50 Cent è il mio compare! Non c’è niente da fare, se hai bisogno di qualcuno c’è lui che accorre al tuo fianco. Redman e Mary… Quando li vedo è praticamente una reunion. Per Mary ho un rispetto davvero profondo, lei è al confine di ciò che l’industria è e quello che potrebbe essere. Specialmente per gente come noi, che viene dal posto da cui veniamo noi. Lei per me è il sogno hip hop americano. Sai, quando vedi qualcuno sul set è sempre baci e abbracci, magari scambi due chiacchiere con qualcuno soprattutto se non ti vedi con loro da tanto tempo, ma quando danno il ciak siamo tutti pronti ai nostri posti.
Se dico Method Man dico anche Wu-Tang Clan, un gruppo iconico del rap globale…
Se lo dici cinque volte allo specchio appaio io dietro di te con un gancio pronto (ride, ndr)! Scusa, la smetto (ride ancora).
Pensi che prima o poi ci sarà un nuovo album solista per Method Man? E per il Wu-Tang?
Lo penso sempre! Ma se pensi che gli faccia la stessa promozione di quando ero un ragazzino, nah, non credo. Ora faccio una cosa perché voglio farla, non perché devo. Ma so che se capita, da come ho capito, la supporterai comunque, quindi grazie.
Ci mancherebbe! Parlando di musica, dal tuo punto di vista, che direzione sta prendendo il rap ora che è diventato il genere più ascoltato?
Il trucco è possedere gli insegnamenti dei nostri maestri, e essere noi i nostri stessi maestri. Questo è dove sta andando l’hip hop. Questi ragazzi sono molto più intelligenti di noi e molto più business oriented, sanno quello che è il loro valore, e nessun altro potrà dirglielo al posto di loro stessi.
Tu inoltre sei l’unico rapper ad aver collaborato con Tupac e Biggie prima della loro scomparsa. Credi che oggi possano ancora esserci delle figure iconiche per il genere come lo sono state loro?
Penso proprio che ci siano. Certo, speriamo che loro lo rimangano per sempre, ma ci sono alcune persone che si stanno distinguendo molto, un po’ come ha fatto specialmente Biggie. E penso che lui avrebbe avuto la stessa posizione che Jay-Z ha oggi. Lui ha una grande motivazione, specialmente se si usa quando si ha cognizione della musica e di dove sta andando oggi, intendo. Per Tupac, be’, questi ragazzi che vanno in giro sono molto più informati di come eravamo noi, ed è anche merito di Tupac. Ha fatto davvero tanto per il rap, nel tempo che gli è stato concesso.
Guardando tutta la tua carriera a ritroso, c’è qualcosa che ancora non hai potuto fare e che ti piacerebbe invece realizzare nel tuo futuro?
Sicuramente qualche film d’azione. Ho fatto film drammatici, commedie, ma vorrei semplicemente mostrare alle persone quello di cui sono capace! Sono multitask, ed è questo che vorrei dimostrare.
L’intervista completa sul numero di dicembre di Billboard Italia.