Hip Hop

Sfera Ebbasta. Il film “Famoso” per conoscere meglio il rapper italiano alla conquista del mondo

Esce domani su Amazon Prime Famoso, il documentario dedicato a Sfera Ebbasta che contiene anche il making of dell’album. Annunciati due live

Autore Silvia Danielli
  • Il26 Ottobre 2020
Sfera Ebbasta. Il film “Famoso” per conoscere meglio il rapper italiano alla conquista del mondo

Sfera Ebbasta, immagine tratta dal docu-film Famoso

Una storia di amicizia, di lucida determinazione, di rivalsa. Come forse altre se ne sono viste, ma in Italia – a quei livelli – ancora ben poche. Si parla di Sfera Ebbasta, e del suo docu-film Famoso, con la regia firmata da Pepsy Romanoff (già con Vasco Rossi), che da domani (stasera, lunedì 26 ottobre, a mezzanotte) si potrà vedere su Amazon Prime.

C’è anche la fortuna, certo, nel racconto di questa storia. Ma forse quella è entrata in gioco solo all’inizio quando Sfera, all’anagrafe Gionata Boschetti, 27 anni, ha incontrato il suo produttore, Charlie Charles, e i due insieme hanno cambiato le regole del mainstream musicale. Poi c’è stata la lungimiranza delle persone che si sono accorte subito del loro valore: Shablo e Marracash, che li fecero entrare subito in Roccia Music. Jacopo Pesce, ora direttore di Island Music che racconta in conferenza di quando mandò una mail in Universal nel 2015 dicendo che stava per firmare Sfera Ebbasta, “the next big thing del rap italiano”.

Il film contiene in larga parte anche il making of del nuovo album, Famoso, che uscirà il 20 novembre. Ci sono molte riprese delle registrazioni sia in Italia, nella zona di Arezzo, sia in giro per il mondo perché i featuring, come annunciato, sono internazionali e di altissimo livello. Si vola quindi a Los Angeles da Rvssian, Steve Aoki, Diplo, London On Tha Track. Poi si vede Sfera con J Balvin, quando hanno suonato insieme al festival Mamacita, a Milano.

Alla conquista degli States

È questo l’obiettivo dichiarato da subito: la conquista del mercato estero. Prima in Europa, soprattutto con la Francia, poi verso il mondo latino e quindi gli Stati Uniti. Come spiega Jacopo Pesce: «Sono anni che non si vedono fenomeni da esportazione italiani e se noi riusciamo a farlo con il rap abbiamo vinto. Anche i nostri colleghi stranieri sono intrigati dal progetto Sfera. È il discorso culturale che sta cambiando. Per la prima volta insistono proprio sull’italiano. Baby con J Balvin, per esempio: poteva esserci tranquillamente la versione spagnola ma hanno insistito per averlo in italiano! Il mercato internazionale deve vedere Sfera come l’italiano che fa rap».

Probabilmente il making of è la parte di maggior interesse per i fan perché la storia del ragazzo partito da Cinisello Balsamo alla conquista del mondo, sostenuto dalla mamma e dagli amici diventati colleghi è nota a tutti. O forse no.

Una storia non nota a tutti

Racconta Shablo, il suo manager: «Con questo docu-film un pubblico più adulto potrebbe scoprirlo. In questi anni Sfera è stato descritto spesso con accezione negativa perché i suoi primi pezzi venivano associati al mondo delle droghe e a un linguaggio negativo e magari la gente si faceva traviare dai tatuaggi e dal look. Invece tutti si possono rendere conto di quanto sia un ragazzo semplice che dalla periferia milanese è riuscito con una visione molto chiara a realizzare i suoi sogni. Perché è un grandissimo professionista e in poco tempo ha anche riscoperto un life-style sano. Ha dedicato molto tempo alla sua passione, ha aiutato anche il suo team di amici ed è diventato un esempio per tutti. È una persona super educata, focalizzata e un gran professionista».

Poco spazio a paure e ansie

Non c’è moltissimo spazio per le ombre, ansie e paure di Sfera. Certo, lui stesso a un certo punto del film confessa che più sali in alto, più temi di cadere. E alla tragedia più grande da lui vissuta, quella della discoteca di Corinaldo, dove persero la vita sei persone nel 2018, viene dedicato spazio soltanto alla fine del film, sui titoli di coda. «I colpevoli sono stati individuati ma questo è solo un placebo», spiega Shablo, «il dolore rimarrà sempre. Noi come management siamo in contatto con il comitato delle vittime e l’anno scorso abbiamo organizzato dei concerti per ricordare e aiutare i parenti. In questa occasione non ci sembrava adatto fare di più».

I momenti più emozionanti

Piuttosto emozionante è il racconto di quando Sfera, Charlie e il gruppo di lavoro una sera durante le registrazioni vicino ad Arezzo decidono di andare a sentire un concerto di alcuni allievi di una scuola di musica classica all’interno di una chiesetta. Si innamorano del suono del flauto traverso e invitano una prima musicista che, colta alla sprovvista, rifiuta. Lo propongono a un’altra giovanissima musicista che lusingata e felice, invece, accetta. E non scherzano nemmeno le prime riprese di quando Sfera e Charlie si incontrarono al Mac Donald’s per la prima volta nella loro vita e decisero di lavorare insieme.

La mostra e i live

Alle origini di Sfera verrà dedicata dal 16 novembre una speciale mostra, Famoso – A visual story, al Mufoco, il Museo di Fotografia Contemporanea a Cinisello Balsamo,  che aprirà anche la Milano Music Week.

E poi, oggi sono state annunciate anche due date di Sfera con Trident Agency: il 13 e 14 settembre 2021 al Forum di Assago, Milano. Una bella speranza per questi tempi incerti.

Share:

PAOLOOO