Fiorella Mannoia presenta “Padroni di Niente”: «Dobbiamo ripartire, anche questa è una forma di resistenza»
Dopo appena un anno e mezzo dal precedente Personale, la cantante è tornata con un nuovo lavoro di inediti che riflette i tempi in cui viviamo e che si interroga sul futuro
L’avevamo lasciata appena un anno e mezzo fa con il precedente album Personale. È passata una manciata di mesi ma sembra passata una vita rispetto ad allora, a partire dal semplice contatto umano: allora l’album fu presentato in una affollata conferenza stampa nel centro di Milano, mentre oggi – dovendo fare di necessità virtù – Fiorella Mannoia ha fatto tutto via Zoom. Del resto, il suo nuovo lavoro in studio Padroni di Niente è un album che sin dal titolo riflette i tempi in cui viviamo e si interroga sugli scenari futuri.
Padroni di Niente infatti è stato concepito ai tempi del primo lockdown, quello in cui si mescolavano paura e speranza, le immagini degli ospedali al collasso e i canti dai balconi. Una fase certamente diversa dalla attuale, in cui prevale la preoccupazione per la tenuta del tessuto sociale. Fiorella è consapevole della discrepanza temporale ma, come dice lei, «le canzoni non nascono vecchie o giovani: sono canzoni e basta».
Di canzoni, in Padroni di Niente, ce ne sono otto. Un album compatto, dunque, per 27 minuti di durata. Ma è anche ricco di collaborazioni, soprattutto a livello autorale: vi troviamo, fra gli altri, le penne di Ultimo (nella già nota Chissà da Dove Arriva una Canzone, uscita come singolo), Simone Cristicchi (in La Gente Parla), Bungaro (in Eccomi Qui).
Il titolo e la copertina di Padroni di Niente
«Durante il primo lockdown i nostri pensieri volavano alti: ci interrogavamo tutti sul senso della nostra vita, su dove stessimo andando, che senso avesse tutto questo», ricorda Mannoia a proposito del contesto in cui sono nate le canzoni. «Eravamo tutti estasiati dal vedere gli animali girare per le strade, i canali di Venezia che tornavano limpidi… Alla fine è tornato tutto come prima. Ma allora avevamo sentito di nuovo una coesione di popolo: cantavamo dalle finestre, sentivamo il bisogno di riabbracciarci. Così ci siamo resi conto che a noi – soprattutto noi occidentali – è bastata una minuscola entità cellulare per metterci in ginocchio tutti e farci capire che in fondo non siamo padroni di niente».
Di qui la scelta della copertina dell’album, che rievoca chiaramente il celebre dipinto Il viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich: «Abbiamo tolto la nebbia, costringendo a guardare dove guardo io: tutto quello che l’uomo ha costruito ma che ha anche distrutto o non risolto».
L’impegno sociale e i momenti di difficoltà personali
Il brano Solo una Figlia, realizzato insieme alla cantautrice Olivia XX, racconta il dramma delle spose bambine nel mondo. Una nuova traccia pensata nella formula della “canzone sospesa”, attraverso cui Fiorella decide di dedicare a un artista emergente uno spazio sul suo album (come aveva già fatto in Personale). «È una canzone che parla di due ragazze giovani», spiega. «Hanno due destini completamente diversi ma entrambe con la stessa sofferenza: una è una sposa bambina, l’altra soffre per la violenza del padre. La canzone non ha un lieto fine, anche se io di solito preferisco lasciare uno spiraglio alla speranza. Olivia XX però mi ha convinto su una cosa: non sempre nella vita si vince, a volte tante cose (soprattutto quelle di questo tipo) vanno a finire male. Bisogna raccontare la verità fino in fondo, anche quando non ci piace».
Interrogata su quali momenti di difficoltà ci siano stati nel corso della sua carriera, Fiorella Mannoia ha commentato con ottimismo: «Guai se non ci fossero le difficoltà. Ti aiutano a diventare quello che sei. Ti mettono a terra e poi devi trovare la forza di rialzarsi. Ci ne sono stati diversi momenti del genere per me. Ho avuto una carriera molto lunga e un successo costruito piano piano, a differenza di ciò che oggi purtroppo succede alle nuove generazioni. Ho inseguito con caparbietà quello in cui credevo. Ma non rimpiango niente: rifarei tutto, sbagli compresi».
I live e i lavoratori dello spettacolo
Sono previste per maggio 2021 le date del Padroni di Niente Tour (l’elenco completo è qui sotto). Una scelta rischiosa ma dovuta, secondo Fiorella Mannoia: «Se mi conviene fare il tour a maggio? Il punto è che dobbiamo ripartire. Ci siamo anche chiesti se far uscire il disco adesso. Ma anche questa è una forma di resistenza: dobbiamo continuare a lavorare e vivere. Questo è il modo per aiutare davvero i lavoratori dello spettacolo, oltre che noi stessi».
E osserva con amarezza: «Siamo tornati al famoso “con la cultura non si mangia”. Forse questa china non l’abbiamo mai fermata. Si perde di vista il fatto che la musica – erroneamente chiamata “leggera” – ha segnato generazioni intere. Ognuno nel nostro piccolo fa la propria parte. Anch’io con le mie canzoni ho forse aiutato qualcuno a crescere, a ragionare, a sviluppare un pensiero critico. È quello che è successo a me con le canzoni di De André e di De Gregori. L’idea che si possa fare a meno di ciò vuol dire dare un servizio deleterio».
Padroni di Niente Tour
12 maggio – Bologna, Europauditorium
13 maggio – Torino, Teatro Colosseo
15 maggio – Mantova, Grana Padano Theatre
18 maggio – Ancona, Teatro delle Muse
20 maggio – Bari, Teatro Team
22 maggio – Napoli, Teatro Augusteo
23 maggio – Roma, Auditorium Parco della Musica
26 maggio – Bergamo, Teatro Creberg
28 maggio – Bassano del Grappa, Pala Bassano 2
29 maggio – Brescia, Teatro Dis_Play
31 maggio – Milano, Teatro degli Arcimboldi