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“L’Infinito” di Roberto Vecchioni, fra Leopardi e Alex Zanardi

Il 9 novembre esce il nuovo album di Roberto Vecchioni, “L’Infinito”: dodici nuovi brani per raccontare la bellezza della vita, in tutte le sue sfaccettature

Autore Billboard IT
  • Il7 Novembre 2018
“L’Infinito” di Roberto Vecchioni, fra Leopardi e Alex Zanardi

Ph. Oliviero Toscani - Roberto Vecchioni - L'Infinito - 3

“Non dodici canzoni, ma una sola lunga canzone divisa in dodici momenti”: così Roberto Vecchioni descrive l’unità d’ispirazione che ha voluto imprimere al suo nuovo lavoro di inediti. L’album, che arriva a cinque anni di distanza dal precedente Io Non Appartengo Più, si intitola L’Infinito e uscirà il 9 novembre per DME / Artist First.

Ph. Oliviero Toscani - Roberto Vecchioni - L'Infinito - 1
© Oliviero Toscani

L’Infinito contiene dodici nuovi brani, con musica e parole di Vecchioni, e sarà disponibile in formato CD, in edizione Deluxe arricchita dal saggio Le parole del canto. Riflessioni senza troppe pretese e in Vinile Limited Edition (fotografie e copertina sono state realizzate da Oliviero Toscani).

L’album vede la partecipazione di due grandi ospiti: Morgan (su Com’è Lunga la Notte), ma soprattutto Francesco Guccini (che era assente da diversi anni dalla scena musicale), nel singolo Ti Insegnerò a Volare, ispirato alla figura Alex Zanardi, in radio dal 6 novembre.

«Ho fatto una fatica immensa a tirare fuori l’orso dalla tana – scherza Vecchioni durante la conferenza stampa di presentazione di L’Infinito – Erano sette anni che non cantava… “Canzone d’autore” è un brutto termine, perché gli autori sono tanti. Francesco è un cantore, non un cantautore. È una parola più nobile, e anche più sacra. È antica, arcaica».

Il personaggio di Alex Zanardi è stato centrale per dare forma sia alla canzone che al tema fondamentale dell’album: la vita, colta in tutte le sue sfaccettature. «In fin dei conti – ha continuato Vecchioni – questa cavolo di canzone d’autore è una cosa frammentaria, parla d’amore, di libertà, di giustizia, di passione, ma sempre a momenti, non è sistematica. Non arriva al punto centrale, che è uno solo: la vita. Non come un fatto astratto: intendo la vita come cose vissute, cose che ci hanno fatto star male, star bene, gioire, impazzire, desiderare. Le cose, gli oggetti, le persone. La vita come straordinaria bellezza per poter resistere – nel dolore e nella gioia. Mi sono detto: “Cavolo Roberto, tu hai sempre scritto canzoni su di te. Prova a fare un disco in cui ti concedi due o tre canzoni al massimo e le altre le dai agli altri. Ma non a tutti: a quelli che la vita l’hanno amata e hanno dimostrato agli altri che è una cosa grande. E parti da quello che pensi sia l’esempio più familiare: Alex Zanardi”. Chissenefotte se non posso camminare e non posso correre: imparerò a volare».



L’Infinito si avvarrà solamente di supporti analogici: CD e vinile, nella volontà dichiarata di non trattare la musica come prodotto di consumo veloce, di non decontestualizzare l’ascolto del singolo brano, parte integrante della narrazione che tiene insieme tante storie, da Zanardi a Giulio Regeni, dalla guerrigliera curda Ayse a Leopardi. Un album-manifesto che rivendica la necessità di trovare l’infinito “al di qua della siepe”.

«Tutti siamo qua in un mistero che non conosciamo – ha raccontato Vecchioni a proposito del brano Una Notte, un Viaggiatore (ispirato al romanzo di Calvino), ma sempre in riferimento al tema fondamentale dell’album – Scendiamo a una stazione e vediamo ogni giorno un paesaggio diverso. E non ci capiamo niente. Ombre: mi sembra mio padre, mi sembra mia madre, mi sembra un amico, ma non sappiamo chi è. E in questa confusione bestiale abbiamo con noi una valigia pesantissima. Lì dentro c’è il significato, ma noi non possiamo aprirla. È una cosa kafkiana. E allora qual è il modo? Immaginare fortemente con l’anima che cosa ci sia nella valigia, che senso abbia questo esistere. Ed è facilissimo. È l’amore per ciò che si vive: tutto va vissuto».

L’eco leopardiana del titolo dell’album non è affatto casuale, anzi rappresenta una delle ispirazioni principali: «Mi sono detto: “Devi trovare la persona più lontana possibile dall’amore per la vita e fargliela amare”. E allora ho scelto Leopardi. Tutti penseranno: “Come fa a scegliere Leopardi in un disco che parla di vita?”. Mi sono riletto soprattutto l’ultimo Leopardi, quello del periodo napoletano. A Napoli lui è come in un’atmosfera di sogno, di canti di bambini, di mare. Vede la vita leggermente in un altro modo ed è come se chiedesse una tregua al dolore. Lo fa in due canti bellissimi: La Ginestra e Il tramonto della luna. Alla ginestra non gliene frega un cazzo delle stelle o del mare. Le importa soltanto di mandare il suo profumo intorno: è quello che dovrebbero fare gli uomini. Ma il più bello di tutti è l’ultimo, scritto sul letto di morte, quando lui si immagina che la giovinezza finisca, muoia, come la luna che tramonta. E tutti quelli che hanno letto Leopardi si aspetterebbero che venga giù la notte, il buio, la fine. Ma no: negli ultimi versi della sua vita, lui dopo la notte fa sorgere il sole, un sole bellissimo, e fa illuminare tutta la terra. Leopardi non aveva mai usato la parola “sole” nella sua carriera: la usa solo alla fine. Era l’esempio che volevo, quello più grande».

Ph. Oliviero Toscani - Roberto Vecchioni - L'Infinito - 2
© Oliviero Toscani

L’Infinito – Tracklist

1. Una Notte, un Viaggiatore – 5’31”
2. Formidabili Quegli Anni – 4’01”
3. Ti Insegnerò a Volare (Alex) – 4’34”
4. Giulio – 4’30”
5. L’Infinito – 5’36”
6. Vai, Ragazzo – 4’03”
7. Ogni Canzone d’Amore – 4’33”
8. Com’è Lunga la Notte – 3’07”
9. Ma Tu – 4’18”
10. Cappuccio Rosso – 4’56”
11. Canzone del Perdono – 3’05” (non presente nel vinile)
12. Parola – 4’11”

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