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“Sensurround” è il nuovo album del Trio Bobo

Il Trio Bobo ha pubblicato il terzo album in studio “Sensurround”. Nel disco sono presenti anche la cantante indiana Varijashree Venugopal e Stefano Bollani

Autore Benedetta Minoliti
  • Il21 Ottobre 2019
“Sensurround” è il nuovo album del Trio Bobo

È uscito, venerdì 18 ottobre, Sensurround, il nuovo album del Trio Bobo. Il disco, disponibile in versione CD e in vinile, in edizione limitata, è il terzo lavoro del trio formato da Faso, Christian Meyer e Alessio Menconi.

Un disco jazz rock, lontano dalla musica commerciale, che cerca di portare avanti un concetto fondamentale per i tre musicisti, ovvero quello di fare «musica ben composta e registrata live da uomini in carne ed ossa come si faceva negli anni ‘70».

Sensurround però, rispetto ai lavori precedenti del trio, è un disco che ha tutte le potenzialità per essere apprezzato anche da un pubblico più giovane. «I ragazzi sono un potenziale pubblico dalle orecchie fresche. Di fatto, però, non c’è nessun emettitore di musica che svolge una funzione di fusione culturale del sistema musicale, e quindi i giovani arrivano a conoscere un certo tipo di musica molto spesso solo grazie ai genitori». La musica, ha aggiunto poi il bassista, non è «nuova, vecchia, difficile, facile. La musica deve arrivare all’orecchio e deve farti dire “Mi piace” o “Non mi piace”. Ma se nessuno mi fa sentire nulla come faccio a dirlo?».

I due concordano sul fatto che la loro musica oggi può arrivare di più, ma manca ancora la cultura di questo genere. Bisognerebbe quindi ascoltare un ventaglio di generi diversi, per riuscire ad apprezzarla e capirla fino in fondo.

Un brano con il quale il trio potrebbe riuscire a farsi apprezzare da i giovani è Ghetto, una “allegra canzoncina” (da loro così definita), che vede la partecipazione della cantante indiana Varijashree Venugopal. «Ghetto è nata durante un soundcheck. È una presa in giro di alcuni ghetti da cui, secondo me, non proviene realmente qualcuno che millanta una sofferenza che non ha» ha spiegato Faso. «Viviamo un momento politico in cui qualcuno avrebbe il piacere di ghettizzare alcune realtà. È un argomento forte. Dopo aver registrato il brano, in post produzione abbiamo chiesto a Vari di cantare in italiano. Lei è un molto meticolosa e canta in maniera incredibile».

Sempre parlando di giovani e di approccio alla musica, i due membri del gruppo Elio e Le Storie Tese affrontano un tema molto delicato: il modo in cui viene insegnata la musica nelle scuole. «Come ci si può entusiasmare alla musica suonando il flauto? Ci dovrebbe essere più stimolo, bisognerebbe creare più interesse. La musica bisogna farla meglio, anche perché sviluppa meccanismi mentali importanti utili anche in altri ambiti» ha detto Christian Meyer.

Parlando invece dell’album, i due hanno raccontato della fase di post produzione, spiegando che Sensurround è pensato in maniera diversa dai precedenti album: «Questo tipo di musica solitamente è registrato in presa diretta. Qui abbiamo fatto sì dei take live, ma anche degli over dub, come quelli che si fanno quando si arrangia un disco pop-rock. Perché chi ascolta deve trarre piacere dalla musica che va a sentire. Quando riascolti le basi, suonate bene, ci devi montare sopra un bel po’ di “spezie”. Con calma si riescono a fare cose buone e noi volevamo realizzare un prodotto bello, del quale poter essere fieri» ha spiegato Faso.

Il Trio Bobo è nel complesso soddisfatto del lavoro svolto per questo terzo disco. Un’altra soddisfazione, ha raccontato Faso, è quella di aver pubblicato un disco nel quale sono presenti delle composizioni: «Questo tipo di musica spesso si risolve in “ho trovato un temino, adesso ci sparo sopra sei minuti di assolo”. A noi questo non interessava. I Weather Report, tra i nostri riferimenti, dicevano “We never solo, we always solo”. Stiamo sempre improvvisando, nessuno fa mai veramente un assolo. Questa è la direzione che abbiamo preso. Ci siamo messi a costruire temi, sviluppi e arrangiamenti. Volevamo che il disco fosse ricco e non una serie di brani dove si sente solo che suoniamo bene. Sinceramente, chi se ne frega!».

Il titolo dell’album, dalla difficile pronuncia, si riferisce a un sistema sonoro per il cinema brevettato negli anni Settanta dalla Universal. Il suo effetto era quello di “circondare” gli spettatori con le basse frequenze. Questo rendeva la visione dei film più intensa e reale. I due mebri del Trio, riferendosi al titolo, hanno detto ridendo: «Questo album ha il titolo di un qualcosa che è fallito subito».

Il Trio Bobo presenterà il disco al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano il 4 novembre, all’interno del festival JazzMi.



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