Tancredi: «Ora non ho più paura di non essere capito»
“Se mi lasci domani” segna il ritorno del cantante milanese dopo un periodo di riscoperta di sé tra presentimenti, la ricerca di un equilibrio e la voglia di non avere nessuna fretta
«Questo pezzo inizia a delineare una transizione che sto facendo. Mi sto interrogando tanto sulla persona che sono, sto facendo davvero delle grandi scoperte su di me. Anche perché finalmente mi sono deciso ad intraprendere un percorso con una psicologa, che è una cosa che negli anni ho sempre un po’ schivato». Sono queste le prima cose che ci racconta Tancredi quando lo incontriamo a pochi giorni dall’uscita di Se mi lasci domani, il suo nuovo brano pubblicato il 21 aprile dopo un po’ di tempo di lontananza dalle scene durante il quale ha riflettuto su di sé e sulla direzione da far prendere alla sua musica.
Continua così: «Sto mettendo tanta anima e sto dando una grandissima importanza alle parole. Ultimamente scrivo prima il testo e poi mi concentro sulla musica, ma mi aiuta a dire quello che voglio senza filtri. Se mi lasci domani è una canzone un po’ malinconica e nostalgica. È un pezzo autobiografico, è proprio ambientato a casa. Siamo proprio alla fine della relazione. Io ho scritto quella canzone prima che il rapporto finisse, perché avevo già un presentimento».
E ancora: «Ho cercato di descrivere al meglio la situazione di tensione e di quando si inizia a ragionare sugli errori di entrambi, Il tema è molto freddo, per questo abbiamo deciso di fare una strumentale coi sintetizzatori che danno una sensazione di nostalgia. Tra l’altro voglio sottolineare che sto iniziano anche io a produrre le mie cose e questa cosa mi appassiona davvero tanto!».
La consapevolezza di Tancredi
Cosa ti ha fatto ritrovare un equilibrio in quello che fai?, gli chiedo. «Un equilibrio costante non c’è e penso che non lo troverò mai. Ma sto iniziando a controllare di più gli sbalzi. Passare da zero a cento è destabilizzante, ti vedi subito catapultato in un nuovo mondo che poi è quello degli adulti. Quello che mi è servito è il tempo, un po’ di pace dai riflettori perché ho bisogno di essere sincero con me stesso e delle occasioni in cui non ti senti a tuo agio non lo sei. Metterti un po’ da parte e capire che persona sei ti aiuta ad essere più sincero con te stesso».
E così Tancredi ha accettato e accolto il fatto di non doversi sentire sempre per forza a suo agio e non si è voluto costringere a bruciare le tappe. «Una cosa che tengo sempre a mente è che una carriera duratura è fatta da piccoli step e bruciarne alcuni ti costringe a ritornarci. Io ho 22 anni, e statisticamente ho una vita lunga davanti quindi non ho una grandissima fretta, voglio fare le cose bene e fare in modo che le persone quando mettono play dicano “ok questo è Tancredi, sentiamo cosa ha da dire”».
Anche a costo di non essere capito? «La paura di non essere capito credo ci sarà sempre. Però la cosa poetica della musica è che ci sono delle persone che ti capiscono e altre che non lo fanno, però per me non è importante che vengano tutti nel mio viaggio. Non voglio strumentalizzare la musica per arrivare ad un pubblico più grande possibile, perché poi è quello che ti fa perdere la personalità. Ora sono più consapevole di quello che sono».