“Taranta Reimagined”: Buonvino scava nelle tradizioni con Mahmood, Diodato, Gianna Nannini
L’album, registrato a Melpignano nel 2020, apre la tradizionale musica salentina all’incontro con esperienze artistiche anche molto diverse, nello spirito di costruire ponti anziché muri
È una delle tradizioni musicali più autenticamente popolari del nostro paese, capace di esprimere la gioia di vivere e di esorcizzare la malinconia con uguale intensità, oltre che di aprirsi naturalmente all’incontro con altre tradizioni mediterranee. La taranta salentina è preservata da ottime manifestazioni come La Notte della Taranta, che ne riattualizzano i significati e li trasmettono alle nuove generazioni. È proprio in un’ottica come questa che Paolo Buonvino ha realizzato il progetto Taranta Reimagined, disponibile da oggi (23 luglio) via Sugar / Universal Music.
Compositore, pianista e direttore d’orchestra, autore di colonne sonore per il cinema e serie TV di grande successo internazionale, Paolo Buonvino ha collaborato con musicisti e artisti italiani ed internazionali come Franco Battiato, Carmen Consoli, Andrea Bocelli, Fiorella Mannoia, Negramaro, Dolores O’Riordan, Jovanotti, Elisa, Skin e molti altri.
Accompagnato da ben due orchestre (Orchestra Popolare de La Notte della Taranta e Orchestra Roma Sinfonietta), il disco cattura il concerto realizzato a Melpignano il 27 agosto 2020 e andato in onda su Rai 2. I brani della tradizione sono inoltre impreziositi da contaminazioni elettroniche e dai notevoli contributi di Mahmood (Sabri Aleel), Jovanotti (Cent’Anni Sale), Gianna Nannini (Fimmene Fimmene) e Diodato (Beddha Ci Dormi).
Gli ospiti di Taranta Reimagined
Fedele alla sua impostazione originaria voluta dallo storico direttore artistico della Notte della Taranta Daniele Durante, recentemente scomparso, il concerto intende essere una piattaforma culturale inclusiva, aperta a esperienze provenienti da contesti diversi. Costruire ponti invece che muri, insomma. È con questo spirito che Buonvino ha voluto coinvolgere gli ospiti di cui sopra, ognuno dei quali ha portato la sua particolare interpretazione musicale.
In Fimmene Fimmene Gianna Nannini fa proprio un canto di lavoro e denuncia delle condizioni delle “tabacchine”, le lavoratrici del tabacco salentine. Con Beddha Ci Dormi Diodato ripropone un canto d’amore che qui si estende anche ad abbracciare l’amore per la propria terra, il Salento. Jovanotti poi irrompe nell’esecuzione di Cent’Anni Sale riprendendo il ritornello della sua È la Scienza, Bellezza e aprendolo al racconto del tema dell’immigrazione. Infine Mahmood enfatizza la vicinanza della canzone popolare salentina e della musica araba, interpretando uno dei brani che l’hanno maggiormente formato.
Ascolta Taranta Reimagined in streaming
Le dichiarazioni
«Sin dalle prove è stato travolgente, mi sono emozionato tantissimo a cantare questo brano. Credo che ascoltando la canzone questa emozione arrivi al cuore», ha detto Mahmood. Il cantante non è nuovo in fatto di incontri con le musiche tradizionali: si senta per esempio il coro di voci sarde in T’Amo, nel suo nuovo album Ghettolimpo.
Riguardo al brano, Sabri Aleel, ha detto: «Da ragazzino in macchina sentivo questa canzone in arabo. Nella versione creata con il maestro Paolo si incontrano la tradizione araba con quella della taranta e la musica classica. Ci sono anche parti cantate in pugliese. Un progetto di contaminazione che crea un unico mondo, con naturalezza, spontaneità. La musica ancora una volta unisce, abbatte confini e barriere».
Gianna Nannini ha interpretato non a caso un brano sulla condizione femminile. «Una fonte di energia per tenere viva la memoria delle donne tabacchine che l’hanno creata», ha detto. «Teniamo alto il ricordo di queste voci, che negli anni ’40 da donne lavoratrici ne hanno subite di tutti i colori e hanno portato avanti le loro lotte».
«Un testo semplice di un innamorato che si rivolge all’amata, ci ho messo dentro tutto il mio vissuto», ha raccontato Diodato a proposito di Beddha Ci Dormi. «Ho sentito un richiamo che arriva dalle radici. L’arrangiamento fatto con Paolo Buonvino è pazzesco. Quello con Paolo è stato un punto d’incontro umano prima che musicale. Ho trovato in lui la mia stessa attitudine e questo mi ha felicemente sorpreso. È molto attento alle persone che ha intorno, Buonvino mette molta verità in quello che fa».