Latin

5 classici che ogni amante del reggaeton dovrebbe conoscere

Artisti come J Balvin e Bad Bunny hanno dato alla luce dischi storici, ma prima di loro il reggaeton era già ricco di pietre miliari

Autore Filippo Motti
  • Il24 Dicembre 2020
5 classici che ogni amante del reggaeton dovrebbe conoscere

Courtesy of Cartel Records

Gli ultimi due anni hanno definitivamente consacrato la latin music anche al di fuori delle comunità parlanti spagnolo. Il fatto che Bad Bunny sia stato riconosciuto come artista più ascoltato in assoluto su Spotify nel 2020 la dice lunga sullo stato di salute del variegato universo reggaeton. E dato che il genere è in continua espansione, ci sembrava giusto chiudere l’annus mirabilis proponendovi 5 pietre miliari prese dalla sua storia, da cui partire se volete costruirvi una cultura tra dembow e perreo. Vi avvertiamo, sono state inevitabili delle dolorose esclusioni eccellenti, da Ivy Queen a Héctor El Father. D’altro canto non aspettatevi dischi come X100PRE o Energia. Questa volta lasciamo spazio ai padrini che hanno indicato la strada alle latin star odierne.

Don Omar, The Last Don (2003)

Il debut album di Don Omar rientra di diritto nel pugno di progetti invocati puntualmente ad ogni dibattito sul miglior disco della storia del reggaeton. I numeri vanno in questa direzione, dato che The Last Don – platino RIAA – ha venduto oltre 300k unità in Sudamerica e più di 2 milioni nel mondo. Una sola pecca: è assente sia da Apple Music che da Spotify.

Daddy Yankee, Barrio Fino (2004)

La Gasolina è sul podio dei singoli più importanti della storia del reggaeton. Quella finestra aperta sul mercato globale ha portato la latin music e il boricua lifestyle ai fasti del presente, rivoluzionando per sempre l’industry. A contenere quello snodo decisivo ci pensa Barrio Fino, il lavoro per eccellenza di El Rey.

Tego Calderón, El Abayarde (2002)

Per chi non lo sapesse, Tego è padrino assoluto del reggaeton, e l’immutato fascino pionieristico del capolavoro El Abayarde continua a ricordarcelo. Non a caso viene omaggiato e ricercato dalle nuove generazioni, ancora molto devote al reggaetonero classe ’72 – pensiamo ad Anuel, che lo ha coinvolto nel suo ultimo disco in ben due brani, o a Rosalía, che ha passato diverse sessioni in studio in sua compagnia. Insomma, non può proprio mancare nella vostra libreria musicale digitale.

Wisin & Yandel, Pa’l Mundo (2005)

Altro must indiscutibile, Pa’l Mundo rappresenta la punta di diamante della discografia del duo portoricano in attività dal ’95. Non fatevi distrarre eccessivamente dalla presenza della major hit Rakata, remixata anche da Ja Rule. A questo tambureggiante disco-cerniera – esce in anni cruciali, all’inizio dell’esplorazione mondiale del genere – non manca nulla, e gli esercizi di stile (anche vocali) di Wisin & Yandel coinvolgono ai massimi livelli. Fun Fact: i due sono stati il primo gruppo latin a piazzare 4 pezzi nei primi 10 della Latin Chart nella stessa settimana. Ovviamente tutti presenti in Pa’l Mundo.

Luny Tunes & Tainy, Mas Flow – Los Benjamins (2006)

Il producer Tainy ha firmato il suono della nuova latin golden age, mettendo mano a buona parte delle massime latin hit degli ultimi anni, da No me conoce a Callaita. Tutti abbiamo sentito almeno un suo beat. Non solo ha forgiato il suono di Bad Bunny, ma ha anche lavorato con artisti anglofoni di primo livello come Cardi B (I Like It), Travis Scott (TKN), Justin Bieber (Habitual) e Dua Lipa (Un Dia – One day).

Ecco, la stessa superstar del beatmaking era appena 17enne quando affiancò i giganti dominicani della produzione reggaetonera Luny Tunes, fra i primissimi team di latin beatmaker capaci di sfornare major hit (La Gasolina su tutte) e di produrre tutto il meglio della escena, da Don Omar a Zion & Lennox. Basterebbe questo mitologico connubio per giustificare lo status del compilation album Mas Flow – Los Benjamins di classico inscalfibile e di imprescindibile sintesi delle eccellenze musicali latin di quel periodo.

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