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BALTIMORA, oltre X Factor c’è “Marecittà”. L’intervista

Il vincitore dell’ultima edizione del talent show di Sky ha le idee molto chiare sulla sua musica ed è finalmente fiero del suo lavoro

Autore Benedetta Minoliti
  • Il12 Marzo 2022
BALTIMORA, oltre X Factor c’è “Marecittà”. L’intervista

BALTIMORA, foto di Michele Formica

Sarà capitato a tutti di portare avanti una passione e non essere mai felici del risultato, intraprendendo mille strade diverse per trovare poi, dopo tanta fatica, quella giusta. BALTIMORA ha finalmente trovato la via da prendere e la racconta attraverso la musica, nel suo EP di debutto Marecittà, pubblicato ieri, venerdì 11 marzo.

Nel progetto, composto da sette tracce, si sente il desiderio di sperimentare del vincitore dell’ultima edizione di X Factor. BALTIMORA non è mai uguale a se stesso, e il risultato è un EP maturo nella produzione e nei testi, che in parte ci ha raccontato durante la nostra intervista vis à vis in Sony Music a Milano.

Ecco cosa ci ha raccontato BALTIMORA, dal primo EP al cameo nel film Disney e Pixar Red, fino all’esperienza a X Factor.

Il titolo del tuo primo EP, Marecittà, unisce Ancona, la tua città d’origine, a Milano, dove ti sei trasferito?

In realtà ci sta questo collegamento, ma Marecittà per me è proprio Ancona, questo promontorio circondato dal mare. Credo tra l’altro che sia uno dei pochi luoghi al mondo dove il sole sorge e tramonta sul mare. Volevo sottolineare quanto sia importante per me la mia città.

Perché?

Mi ha dato un motivo per fare musica e le persone che mi hanno stimolato a farla. Ma anche tanti stimoli esterni, tra avventure vissute e cose viste.

Mi ha colpito molto, nel track by track, che tu ti sia concentrato molto sul raccontare la produzione, più che i testi. Vorrei provare a parlare con te di alcuni brani, partendo da Luci Spente.

Il track by track è focalizzato sulla produzione perché non amo parlare dei miei testi. Cerco sempre di dare delle immagini che possano essere interpretate da chi l’ascolta, prendendo ciò che gli arriva e lasciando da parte il resto. Ovviamente ci sono dei temi: in Luci Spente racconto la crescita, con l’adolescenza e tutto ciò che ne deriva. Ci sono anche dei riferimenti a mia madre, fondamentale per me nel decidere un po’ cosa fare della mia vita, ma ci sono tantissime sfaccettature del tema generale.

E per quanto riguarda McDonald’s e Fumo?

McDonald’s è una riflessione molto semplice su gli avvenimenti di un periodo della mia vita. È una sorta di fuga da tutto quello che c’era. Credo sia il brano un po’ più astratto a livello testuale, perché non doveva essere un racconto, ma attraverso la voce e le parole volevo creare delle immagini. Fumo, invece, ha un testo più “concreto”, che parla di una relazione abbastanza “tossica”, anche se non mi piace definirla così, perché è stata una parte importante della mia vita.

Parlando della produzione di Marecittà, è davvero libera. Quali sono state le ispirazioni?

Per me, essendo il primo progetto, era importante potermi presentare e dire: “Questo è quello che mi piace e che voglio fare”. Le ispirazioni non sono definite, mi vengono in mente tantissimi artisti, ma uno su tutti lo voglio nominare, a livello di eterogeneità e progetto più che a livello sonoro: Kanye West. C’è questa volontà di fare musica, ma senza confini, e di poter spaziare in tutto. Io sono contro i generi, ma ti devo dire che sono pop, anche se non penso sia vero, perché nel mio EP c’è tantissimo: EDM, hip hop, cantautorato più intimo.

BALTIMORA potrebbe fare un producer album?

Si sente che hai un desiderio di internazionalità a livello di produzione. Ti piacerebbe realizzare un producer album?

Assolutamente sì, ma non a breve. Credo che fare un producer album sia il modo più libero per esprimere il proprio gusto, senza limiti, perché puoi chiamare davvero chiunque, dall’artista metal a quello pop. Sicuramente sarebbe molto interessante, ma allo stesso tempo per me è veramente bello legare le produzioni, avendo delle persone con cui condividere il momento creativo, ma con le mie parole e la mia voce.

Tu arrangi, scrivi e produci, ma non lo hai subito condiviso con altri. Avevi paura del giudizio esterno? O ci sono altri motivi?

Non ho mai avuto paura del giudizio degli altri, e qui c’è proprio il motivo per cui non ho mai pubblicato musica prima: ho sempre sentito il bisogno di essere estremamente soddisfatto di quello che facevo, e ci sono arrivato da poco, finalmente. Non pubblicavo musica perché non la ritenevo all’altezza di essere ascoltata da altre persone, però il giudizio degli altri per me è molto secondario. Poi ovvio, sono felicissimo se agli altri piace, perché condividiamo qualcosa di estremamente specifico, ma la soddisfazione deriva dal condividere un’esperienza, non perché è qualcosa di mio.

Sembri molto determinato. Lo sarai anche sul palco, durante le tre date live già annunciate?

Beh, per me i live sono una parte fondamentale dell’esperienza da artista: se fai musica e non la condividi dal vivo è una mancanza. Salire sul palco e cantare le mie canzoni, ora che posso definirmi orgoglioso di quello che faccio, è il fine ultimo e l’obiettivo. Sto curando personalmente tutta la produzione delle date, quindi spero di arrivare a maggio fiero di ciò che porterò sul palco.

Dal cameo nel film Disney e Pixar Red all’esperienza a X Factor

Hai fatto una cosa davvero particolare: un cameo nel nuovo film Disney e Pixar Red. Com’è andata questa esperienza?

È stato bellissimo. Ho scoperto che il mondo del doppiaggio non è così diverso dalla vita del cantante, o meglio, dell’interprete. Il doppiatore presta la sua voce per dar vita a qualcosa che già esiste, quindi è un modo di interpretare qualcosa a modo proprio e cercare di renderlo vivo.

Hell Raton, il tuo giudice a X Factor, ha ascoltato Marecittà?

No. Siamo rimasti amici, ma non colleghi. Siamo in contatto, ci sentiamo e ci siamo visti. Credo faremo cose insieme in futuro, ma non dal punto di vista musicale.

Adesso che è passato un po’ di tempo dalla tua vittoria, come ti senti? Tornassi indietro faresti qualcosa di diverso?

Tornassi indietro, con l’esperienza che ho ora, probabilmente non rifarei X Factor. Per me la cosa più importante del talent è stata imparare, ed è stato così. Sono cresciuto tanto, sia come artista che come persona, ed è la cosa più grande che mi porto dietro, oltre alla fortuna di avere un pubblico che apprezza la mia musica. Questo lo puoi costruire in tanti modi, e X Factor è sicuramente stato un modo incredibile per farlo. Se invece dovessi tornare indietro nel tempo ovviamente lo rifarei (ride, ndr), perché avrei bisogno di imparare.

Ascolta Marecittà di BALTIMORA

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