Billboard Calls Crème of Talents: l’intervista ad Alèri
L’artista bergamasco è fra i dieci finalisti del contest di Billboard Italia e La Crème Records: è giunto il momento di conoscerlo meglio
Valerio Tintori è un cantautore e compositore polistrumentista nato a Bergamo. Il progetto presenta gli interi arrangiamenti suonati e scritti da Valerio, mentre live si accompagna con i musicisti di Alèri Band. Il progetto è nato in un momento di viaggio e di rinascita, con la vision di fare musica popolare e al contempo ricca di contenuti e reference.
Le influenze musicali di Alèri passano dall’R&B al pop, passando per il cantautorato italiano. «Alèri è musica nuova che guarda ai grandi artisti del passato», dice. «È la musica che vorrei poter ascoltare oggi ed è veramente la mia liberazione come artista».
Il nome d’arte è semplicemente “Valerio” senza l’inizio e senza la fine, come metafora di ciò che sta “in mezzo”.
Alèri è uno dei dieci finalisti di Billboard Calls Crème of Talents, il contest lanciato da Billboard Italia e La Crème Records. È giunto il momento di conoscerlo meglio.
L’intervista ad Alèri
Raccontaci la tua formazione musicale.
Da ragazzino ho iniziato a suonare e poi a prendere lezioni, prima in privato, poi in una scuola, poi mi sono iscritto all’indirizzo jazz e mi sono laureato. Dopo un mezzo burnout artistico ho deciso che volevo far pace col mondo, scrivere musica leggera e nella mia lingua e chillare un attimo. Suono principalmente la chitarra, il basso e canto. Ho fatto tante esperienze, suonando e cantando tantissimi generi diversi. Ho avuto dei begli incontri anche in altri paesi. Diciamo che ne so abbastanza da sentirmi ignorante.
Cosa ti ha spinto a intraprendere un percorso artistico nella musica?
La verità è che in prima media alcuni amici mi chiesero se volessi cantare al concerto di fine anno. Non avevo mai cantato in vita mia, ma accettai ed entrai per la prima volta in una band. Fu lì che scattò la scintilla. Da allora, tanto amore per la musica, che si sposa perfettamente con un bisogno patologico di scrivere per buttare fuori.
Quali sono i tuoi miti musicali di sempre? In che modo ti senti influenzato da loro?
Non ho un riferimento specifico, ho troppi nomi in mente. Ne dico uno: Stevie Wonder, semplicemente la musicalità in persona. Mi ispira di lui il suo modo così intimo e ciclico di relazionarsi alla musica. Lui è uno di quei riferimenti sacri, uno che canta e suona come respira.
Quali sono tre dischi che porteresti su un’isola deserta?
Altra domanda tosta. Kind of Blue di Miles Davis, Malibu di Anderson .Paak, Led Zeppelin II.
Raccontaci il brano che hai presentato a Billboard Calls Crème of Talents.
Atlantico è un brano scritto quando stavo a Lanzarote, proprio di fronte all’oceano, in periodo post-Covid. È un brano che ha visto una mia grande liberazione, scritto a cavallo di due isole. Le “onde” che ci sono nell’intro le facevo con una MPK Mini e Ableton. Quasi tre anni fa: ce ne ho messo di tempo per decidermi.
Che visione hai per il tuo progetto artistico nei prossimi anni?
Vorrei diventare una persona e un musicista migliore. E pubblicare tante canzoni. E suonare tanto.
Qual è il tuo più grande sogno come artista?
Conoscere il mondo attraverso la musica, capire meglio me stesso e vivere in pace. Tutto qui, giuro.