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Jack Jaselli: «Cantando con le detenute ho capito cos’è la libertà»

Jack Jaselli ha pubblicato “Nonostante Tutto”, un brano scritto a 76 mani insieme alle detenute del carcere della Giudecca a Venezia. Su Real Time il documentario che racconta la genesi di questa canzone

Autore Giovanni Ferrari
  • Il21 Marzo 2018
Jack Jaselli: «Cantando con le detenute ho capito cos’è la libertà»

Alcuni progetti nascono per la coincidenza di tanti fattori. Jack Jaselli l’ha capito pochi mesi fa quando, invitato dall’associazione Closer, ha cantato e ha dialogato insieme ad alcune detenute del carcere femminile della Giudecca di Venezia: «Durante il nostro primo incontro, mi sono messo a parlare tanto. Ma subito dopo ho capito che le parole andavano centellinate. Alcune ragazze mi hanno detto “Basta parlare: suona!”», ha scherzato Jaselli.

Così, si è creato un momento unico per Jaselli, il quale si è subito sentito a suo agio in un luogo così particolare e allo stesso tempo pieno di dolore: «A un certo punto, mi è stato detto “Tu la fai facile, ma non tutti sanno scrivere una canzone”. Io le ho provocate dicendo loro “Sono pronto a scommettere che potremmo scrivere una canzone tutti insieme”», ha raccontato Jaselli.

«Dovevamo scegliere l’argomento. Loro mi hanno subito detto che volevano una canzone che parlasse di libertà. Ho fatto passare un foglio e ho chiesto alle ragazze di scrivere la prima parola che collegavano al concetto di libertà. Ho promesso loro che avrei scritto un pezzo con tutte le loro parole», ha continuato Jack Jaselli.

Un momento della registrazione di “Nonostante Tutto” di Jack Jaselli insieme alle detenute del carcere femminile della Giudecca, a Venezia

In questo modo si è instaurato un rapporto privilegiato tra Jaselli e le detenute di Venezia che, coinvolte nella scrittura e nella registrazione del brano Nonostante Tutto (Universal Music, primo brano in italiano di Jaselli), hanno trovato una modalità nuova per raccontarsi. Come donne e non come detenute. Un’esperienza indimenticabile per Jaselli che racconta: «Questa canzone mi ha fatto conoscere un mondo che non conoscevo. Dopo un po’ di tempo le ragazze mi hanno raccontato un po’ di quello che hanno fatto. Forse la mancanza di libertà esiste già prima di finire in carcere. Alcune di loro erano già “schiave” di situazioni e rapporti malati».

Per raccontare la genesi di questo brano scritto a 76 mani è stato realizzato un documentario che andrà in onda questa sera, mercoledì 21 marzo, su Real Time (Canale 31) alle ore 23.10.

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