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Valerio Mazzei: «In questo mondo chi ha il coraggio di resistere ai giudizi degli altri vince»

Il cantante romano classe 2000 sa esattamente che quella che ha preso è la direzione giusta. Per raccontarsi pubblica oggi il suo album di debutto, per farsi conoscere al di là del personaggio social

Autore Benedetta Minoliti
  • Il3 Dicembre 2021
Valerio Mazzei: «In questo mondo chi ha il coraggio di resistere ai giudizi degli altri vince»

Valerio Mazzei, foto di Luca Pipitone

Negli ultimi anni è diventato sempre più difficile riuscire a utilizzare un solo termine per descrivere una persona. Se sei un artista puoi essere anche un influencer, un Tiktoker o uno youtuber. Nessuno di questi, in nessuna occasione, deve essere utilizzato con un’accezione denigrante. Lo sa bene Valerio Mazzei, che con un passato importante su YouTube e un presente altrettanto fortunato su TikTok, oggi pubblica il suo primo album Mi Odi Ma.

La musica lo aiuta ad esprimere quello che normalmente non riesce a dire a parole. Per lui va oltre tutto ed è il modo, fondamentale, che ha per farsi conoscere davvero. Per raccontare la persona al di là del personaggio.

Valerio Mazzei ha iniziato questo percorso in pandemia, come ci ha raccontato durante la nostra intervista, e crede fortemente in quello che fa, mosso da una passione che lo accompagna da sempre e dalla certezza che sì, la direzione che ha preso è quella giusta.

Lo abbiamo incontrato in Sony per parlare non solo del suo album di debutto, ma anche della sua carriera, dei pregiudizi nei confronti di chi viene dai social e dei giudizi, anche negativi, che riceve quotidianamente.

Hai colto in pieno i due argomenti principali del disco. L’amore senza dubbio, perché a parole non riesco mai ad esprimerlo, e il caos perché da quando sono qui a Milano la mia vita è un delirio. Ho cambiato quattro case in cinque anni, già solo questo ti fà capire il livello (ride, ndr).

Dai featuring dell’album ai pregiudizi

Io e Alfa siamo amici da tanto e il brano è nato in modo molto casuale, per questo probabilmente è così amichevole e reale. Erano le tre di notte, stavamo sul letto e abbiamo buttato giù delle idee, che sono rimaste chiuse in un cassetto per un anno. Quando ci siamo rivisti l’abbiamo ripresa in mano.

È venuto fuori questo brano che non è assolutamente classico, perché è quasi una chiacchierata, con questo botta e risposta tra me e lui che parliamo tra di noi di una ragazza.

Lei non mi conosceva, io invece l’avevo sentita su Spotify, mi piaceva e ho pensato subito di scriverle. Per fortuna ha risposto e abbiamo realizzato un brano che mi piace molto, soprattutto il modo in cui si mescolano le nostre voci.

Io ho fatto la scuola inglese per tutta la vita e mi trovo meglio ad esprimermi in inglese. Quindi mi sono detto che, anche se non si dovrebbe fare, almeno una canzone su dieci doveva essere in inglese, perché voglio far capire alle persone tutte le mie sfumature, che magari dai social non emergono.

Esatto, sia lo schiaffo che il titolo rappresentano gli hater, le persone che mi odiano sia per strada che online. Il titolo è evocativo, perché “mi odi, ma” mi segui, e per odiarmi devi ascoltare quello che faccio.

Vorrei far capire alle persone, o almeno provarci, che non è che se uno ha iniziato da una parte deve rimanere lì per sempre. Io ho fatto diversi singoli e capisco che le persone potessero avere da ridire, ma quando esci con un disco, che ha alle spalle un progetto anche comunicativo concreto, non ti possono dire nulla. Oggettivamente almeno una canzone su dieci ti deve piacere, anche se provi a nasconderlo.

Io non sputerò mai nel piatto in cui ho mangiato, perché YouTube mi ha aiutato a crescere. Quindi, non dirò mai che non mi piace, ma i miei interessi sono cambiati. Gli ultimi due mesi in cui sono stato su YouTube tutti notavano che i miei video erano più forzati. Così, quando ho raggiunto l’obiettivo del milione, ho deciso di chiudere. YouTube mi ha sicuramente aiutato, ma per me è un capitolo chiuso.

«La verità nascosta è che la gente vorrebbe fare esattamente quello che facciamo noi»

La verità nascosta è che la gente vorrebbe fare esattamente quello che facciamo noi. Molti, però, non hanno la personalità per gestire gli insulti. Anch’io all’inizio ero così: mi aprivo un canale YouTube, poi lo scoprivano a scuola e così lo chiudevo per aprirne subito dopo un altro. La passione c’era, ma il coraggio di farmi vedere e riconoscere dagli altri no. Quindi, credo stia tutto nella paura del giudizio degli altri. Adesso vedo tantissimi che mi insultavano perché stavo su TikTok stare su TikTok, o chi mi insultava per la musica mettersi a pubblicare singoli e album. È tutta una questione di personalità, indispensabile per resistere ai punti di vista delle altre persone, e il primo che ha il coraggio di farlo vince.

Assolutamente. Se una persona inizia solo per i soldi e la fama, l’ho sempre detto: non ce la farà mai. Io ho iniziato da piccolo e non sapevo neanche cosa fossero i soldi, ero mosso solo dalla passione e questo mi ha premiato. Se mi chiedessi se, a 16 anni, mi aspettavo che sarebbe andata così, la mia risposta sarebbe sì. Sapevo perfettamente quello che stavo facendo ed è quello che sto cercando di fare anche con la musica, per poter dire in futuro: io lo so fare.

Vorrei che tutti mi conoscessero per chi sono davvero, per la persona e non per il personaggio. Tutto questo grazie alla musica, linguaggio che mi aiuta a far capire agli altri chi è Valerio Mazzei e che mi aiuta a raccontare chi sono davvero, più di una stories o di un post su Instagram.

Ascolta Mi Odi Ma, il primo album di Valerio Mazzei

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