Ormai sono anni che vive completamente isolato nel suo paese sugli Appenini Emiliani, Cerreto Alpi. Certo, molto spesso si concede delle pause ovvero dei concerti che continuano a essere affollatissimi, anche se lui stesso non se ne capacita. A Giovanni Lindo Ferretti ora non interessa la musica ma solo i suoi cavalli e lo studio della storia, della filosofia e della religione. Per i suoi animali aveva anche pubblicato un meraviglioso album che dal vivo prevedeva il loro coinvolgimento, “Saga. Il canto dei canti. Opera Equestre”.

La speranza che l’ex fondatore e voce dei CCCP, dei C.S.I, dei P.G.R. tornasse a esprimersi era piuttosto debole. Eppure oggi Giovanni Lindo ha letto le sue riflessioni sul periodo buio che stiamo vivendo sulle note di La Lune du Prajou, canzone contenuta nel primo album del Consorzio Suonatori Indipendenti, Ko de mondo, del 1994.

Parole rassicuranti? No. Come è nello stile del cantante, scrittore, filosofo.

“Non il tempo perduto, il tempo ritrovato, un tempo sconosciuto, stagnante nel regno dell’accelerazione, irrompe in streaming senza consolazione. Connessi tracciabili asettici, comunichiamo solitudini moleste e sovraesposte” E termina così: “Avere timore, quaresima di parole, ritorno al reale, ora et labora A.D MMXX, senza lavoro, senza liturgia, la stagione picchia duro. Prudenza. Fortezza, in buona compagnia“.

PAOLOOO