Rock

John Lennon, riposa in pace: il genio ci lasciava 40 anni fa

Il leggendario artista venne assassinato esattamente quattro decenni fa. Ma la sua musica e il suo lascito culturale continuano a resistere alla prova del tempo

Autore Alberto Campo
  • Il8 Dicembre 2020
John Lennon, riposa in pace: il genio ci lasciava 40 anni fa

Foto di Ethan Russell

Sono trascorsi ormai quattro decenni dall’8 dicembre 1980. Quel giorno John Lennon venne assassinato a New York da Mark David Chapman, fan dei Beatles e suo in particolare, che gli sparò cinque colpi di pistola dopo aver chiesto e ottenuto un autografo. Aveva compiuto 40 anni da nemmeno due mesi. Oggi sarebbe dunque ottantenne e magari non farebbe più musica.

Lo immaginiamo, viceversa, impegnato sul fronte delle battaglie civili. Al crocevia fra Bernie Sanders e Papa Francesco. In vita aveva un chiodo fisso, infatti: la parola Pace, cuore del suo credo politico. Era diventato evidente sulla scia del matrimonio con Yoko Ono, officiato il 20 marzo 1969 a Gibilterra e celebrato in un viaggio di nozze segnato dai bed-ins. Fra questi, quello leggendario a Montreal, dove in camera da letto registrò la cantilena che recitava a ciclo continuo davanti ai giornalisti: “All we are saying is give peace a chance”.

Il relativo 45 giri, attribuito a un’ancora fantomatica Plastic Ono Band, divenne inno pacifista destinato a resistere egregiamente all’usura del tempo. Rodato in piazza per la prima volta il successivo 15 novembre, durante la marcia contro l’intervento militare in Vietnam che radunò a Washington oltre 500mila manifestanti, scandì il cammino del corteo per bocca di una sterminata corale guidata dal veterano Pete Seeger. Scena analoga l’anno seguente al cinema, per l’epilogo di Fragole e sangue. Gli studenti seduti in cerchio attendevano la carica della polizia cantando la solita solfa: “Diciamo solo date una possibilità alla pace”.

In un’intervista, John Lennon aveva dichiarato: “Give Peace a Chance è parte del messaggio del prodotto che vendiamo e quel prodotto è chiamato Pace: vorrei che fosse smerciato come la Coca Cola”. In apparenza un paradosso, in realtà un’intuizione folgorante. Prima di altri, e animato da intenti migliori, aveva percepito il mutamento in atto. Di lì in avanti il conflitto politico sarebbe stato combattuto anzitutto sul terreno dei media e del mercato, con le inevitabili contraddizioni che questo comporta, a costo di rendere appunto la pace “prodotto”.

Ancora ai giorni nostri, Give Peace a Chance è un canto da intonare ogni volta che c’è una guerra. Così come Happy Xmas (War Is Over) vale per augurare buon Natale senza troppa retorica. E Imagine… Beh, Imagine è forse la canzone più famosa al mondo, nonché manifesto programmatico di un comunismo dal volto umano. Il 9 ottobre 1990 venne trasmessa simultaneamente da un migliaio di radio in 130 paesi diversi per circa un miliardo di ascoltatori. Era il giorno del 50esimo anniversario della nascita di Lennon, ricorrenza celebrata con una sobria cerimonia nel palazzo delle Nazioni Unite.

Nell’occasione, Yoko Ono volle che i presenti ascoltassero la registrazione su cassetta di un discorso del marito. Il passaggio chiave diceva: “Dimostra ai tuoi vicini di casa che cerchi di essere pacifico, per quanto sia difficile. È difficile per tutti, ma passa parola… Metti una parola sola, Pace, alla finestra. E anche se non sai esattamente perché la stai mettendo alla finestra, male non ti può fare. E così t’imbatterai in altre persone che hanno la parola Pace fuori dalla finestra. Aspirano tutte alla Pace. È una cosa che riguarda tutti”.

Ecco l’insegnamento più importante impartito da John Lennon: ciò per cui merita di essere ricordato, benché non fosse affatto un artista qualsiasi e tanto meno un Beatle qualsiasi. “Era il più deciso e consapevole, quello tagliente”, scrisse Simon Frith commemorandolo su Marxism Today. L’unico dei quattro che – dopo la liquidazione della ditta – continuò a creare musica sfidando sé stesso e il proprio passato, dai bizzarri esperimenti compiuti nei due volumi di Unfinished Music alla nostalgica collezione di cover intitolata tautologicamente Rock’n’Roll, passando dai 45 giri con la Plastic Ono Band: Cold Turkey (brano rifiutato dai Beatles per il contenuto scabroso, siccome allude alla condizione di chi è in astinenza da eroina), Instant Karma e Power to the People, ultimo disco pubblicato da cittadino britannico, nel marzo 1971.

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