I desiderata di Manuel Agnelli
È appena uscito il vinile in tiratura limitata “An Evening with Manuel Agnelli” con anche ottime cover di brani amati dal frontman degli Afterhours
Chi ha seguito l’omonimo tour che Manuel ha fatto quasi in perfetta solitudine – con l’eccezione dell’amico e polistrumentista Rodrigo D’Erasmo – sa che il nostro ha potuto raccontare pubblicamente i suoi amori musicali, suonarli, rendergli omaggio, intercalando nella conversazione con il pubblico quel tono ironico, diretto e anche un po’ sentimentale che ha reso questo tour un unicum per adesso nel percorso artistico di Agnelli.
«L’esperienza di questo tipo di spettacolo in teatro è stata prima di tutto liberatoria», racconta Manuel. «Ho sempre pensato che il concerto dovesse essere un lungo viaggio privato, con un suo ritmo interiore preciso. Quando suono con la band ho ancora quel desiderio, quella voglia di perdermi totalmente dentro l’energia e, a volte, la violenza del suono».
«Non ho mai parlato molto sul palco prima di oggi, perché mi sembrava di interrompere e rovinare quel flusso di energia. Riuscire a raccontare delle storie mi ha fatto scoprire la possibilità di un rapporto diverso con chi ci viene a sentire. Magari meno ancestrale e meno istintivo, non necessariamente più complice, ma più sfumato, più dettagliato, in qualche modo più consapevole. Mi ha fatto scoprire un nuovo me e mi ha dato l’opportunità di portare sul palco anche quella parte che era rimasta privata e che tutti i miei amici conoscevano».
«Mi ha fatto sentire meno prigioniero di un personaggio e, per questo, ancora più orgoglioso di poterlo essere quando voglio. Soprattutto, mi ha dato la possibilità di prendermi la totale responsabilità della mia musica senza il guscio della band. Anche il pubblico è meno schermato, meno protetto dal buio completamente anonimo dei grandi concerti. E i risultati sono una intimità e una condivisione, soprattutto nei silenzi, impossibili altrove».
Per il sottoscritto il momento migliore delle cover eseguite da Manuel è Shipbuilding, portata al successo nel 1983 da Elvis Costello & the Attractions (era nell’album Punch The Clock del 1982 che vedeva alla tromba la presenza di Chet Baker) ma che fino ad oggi ho amato nella interpretazione delicata ma intensissima di Robert Wyatt (che fece uscire curiosamente la sua versione prima di quella di Costello, giusto un anno prima su 12”). Ottima anche la scelta di far partire la tracklist con Martha, lontana composizione di Tom Waits.
Invece il video che vedete qui è la cover – inaspettata ma ci sta – di Video Games, il brano che ha reso celebre Lana Del Rey. Così giustifica Manuel la scelta: «Mia figlia stava ascoltando un brano e mi sembrava interessante, allora le ho chiesto cosa fosse: Lana Del Rey, papà, quella che hai detto che non ti piace senza averla mai ascoltata. Direi che come tutti i genitori ho già iniziato a prendere lezioni da mia figlia…».
Queste le date del mese
7 dicembre: Asti, Palco 19
9 dicembre: Parma, Teatro Regio
10 dicembre: Milano, Teatro Degli Arcimboldi