Rock

Phoenix: Laurent Brancowitz e la passione per la nuova onda italica – Intervista

«In Italia sta succedendo quello che era accaduto in Francia alla fine degli anni ’90, una vera e propria onda di nuovi artisti musicali interessanti e di talento». Così Laurent “Branco” Brancowitz dei Phoenix ci svela il suo interesse per la musica italica

Autore Tommaso Toma
  • Il15 Marzo 2018
Phoenix: Laurent Brancowitz e la passione per la nuova onda italica – Intervista

«In Italia sta succedendo quello che era accaduto in Francia alla fine degli anni ’90, una vera e propria onda di nuovi artisti musicali interessanti e di talento». Così Laurent “Branco” Brancowitz ci svela con quella spontaneità che sottende a una pura e disarmante sincerità il suo interesse per la musica italica, aggiungendo: «e a prova di ciò abbiamo anche scelto un amico italiano ad aprire il nostro prossimo concerto nel vostro Paese: Giorgio Poi che ha quella capacità di evocare alcune atmosfere del migliore Lucio Battisti, un autore che a me piace molto».

I Phoenix live al Governors Ball Ball Music Festival di New York (foto di Rachael Wright)

I Phoenix stanno facendo un po’ di promozione con il nostro Paese visto che torneranno di nuovo dal vivo il 20 marzo al Fabrique di Milano, dopo la riuscitissima performance a Roma della scorsa estate. Io e Branco eravamo partiti a parlare pensando proprio a Milano: è da tantissimo che mancavano qui, erano i tempi di United, il loro album d’esordio, e i Phoenix rappresentavano una delle punte di diamante della nouvelle vague francese, assieme agli Air, Daft Punk e quella innumerevole schiera di etichette, DJ e producer che si affacciavano con successo, dalle soprendenti label come F Com (dov’è cresciuto St. Germain, per esempio) o Versatile, ad artisti dal tocco lounge à la Dimitri from Paris. Vero, era per la Francia un momento d’oro, oggi rimangono in pochi di quella onda a mietere successi e tra questi, di sicuro, i Phoenix.

Come molti di voi sanno, l’ultimo loro album è Ti Amo e già dal titolo è tutto un omaggio al nostro Paese, filtrato attraverso il sound degli anni ’80, quando: «Gli italiani cercavano di riprodurre il sound della disco statunitense ma a modo loro e alla fine era un risultato del tutto particolare, pieno di imperfezioni», rivela Laurent, «ma sono proprio le imperfezioni a rendere affascinante un prodotto artistico. I Phoenix non lavorano mai “a tavolino” ma attraverso delle intuizioni, cercando di trasmettere delle emozioni direttamente all’ascoltatore, senza filtro. Se ci viene di cantare in italiano lo facciamo con quella insicurezza che rende tutto estremamente affascinante».

Live al Governors Ball (foto di Rachael Wright)

Se c’è una cosa che ho sempre amato di questa band è proprio questa “semplicità filtrata”, le loro canzoni rock sono facili come insegna la pop culture ma mai banali e noiose. Ma sottolinea Branco: «Però per Ti Amo abbiamo utilizzato molte linee ritmiche e synth. Della musica dance vogliamo che rimanga fortissima la predominanza del ritmo, deve davvero far ballare, sembrerà una banalità ma non lo è. Inoltre ci piace quella cultura sempre derivativa dei DJ che è quella di trovare in giro tra dischi oscuri dei sample funzionali».

Prima di salutarci chiedo a Branco se per caso vedremo a Milano “Supermercato Phoenix”, il favoloso distributore automatico di gadget che ha fatto impazzire tutti gli hipster newyorkesi che frequentano il negozio di dischi Rough Trade nel cuore di Williamsbourg: «Faremo di tutto per presentarlo al pubblico milanese, non è facile ma ci proveremo!» Io ho già pronta la mia monetina.

Ascolta Ti Amo in streaming

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