Non c’è niente di sbagliato nel nuovo album di Sharon Van Etten
“We’ve Been Going About This All Wrong” è il lavoro più profondo e completo della songwriter del New Jersey: la inserisce definitivamente nel gotha delle donne del rock d’autore a stelle e strisce
Se sfoglierete il prossimo numero di Billboard in uscita il 16 maggio, vi accorgerete che abbiamo dedicato la rubrica Portrait Of proprio a lei, Sharon Van Etten, che oltre ad avere un taglio di capelli strepitoso è autrice di un album notevolissimo. Per la precisione, è il sesto della sua carriera, iniziata dodici anni fa con Because I Was in Love.
Il disco precedente Remind Me Tomorrow fu concepito in un momento di assoluta turbolenza della songwriter. Come aveva ammesso lei stessa: “Ho scritto questo disco mentre andavo a scuola, incinta, dopo aver fatto l’audizione per la serie TV The OA, mentre ero pronta per comparire nel revival di Twin Peaks e con una colonna sonora da finire di scrivere”. Il nuovissimo We’ve Been Going About This All Wrong, uscito oggi per la sempre notevole Jagjaguwar, risente invece di un periodo di assoluta e forzata staticità fisica con la pandemia a mietere migliaia di vittime ovunque.
Negli ultimi tempi si è sempre più accostato il modus compositivo di Van Etten a un’altra eroina della musica rock USA, l’eccellente Angel Olsen. Non solo le due hanno avuto in comune il producer, John Congleton, ma si sono anche unite per una canzone, Like I Used To. Ma Sharon Van Etten non disdegna di ricordare tra i suoi amori anche dei grandi classici statunitensi come Ry Cooder, Bruce Springsteen e Lucinda Williams. Inoltre proprio prima dei lockdown aveva collaborato anche con Josh Homme, Courtney Barnett, Norah Jones, Fiona Apple, i Big Red Machine e gli Idles. Insomma un parterre di artisti di tutto rispetto.
Adesso, dopo aver riflettuto sul tempo statico che abbiamo più o meno tutti vissuto forzatamente, ecco che la Nostra ha ripreso le redini della sua musica come non faceva dagli esordi, co-producendo il nuovo disco insieme a Daniel Knowles e registrandolo nel suo personalissimo studio casalingo di Los Angeles.
L’album di Sharon Van Etten: un corpus unico da ascoltare dall’inizio alla fine
Perché: «Queste dieci canzoni sono progettate per essere ascoltate in ordine, contemporaneamente. In modo che possa essere raccontata una storia molto più ampia di speranza, perdita, desiderio e resilienza». Così ha lasciato intendere nel comunicato stampa la stessa Sharon.
Lei suona tutto e si fa accompagnare da una diligente band (Charley Damski, synth e chitarre, Devon Hoff al basso e Jorge Balbi alla batteria). We’ve Been Going About This All Wrong decolla però con la terza traccia I’ll Try, leggiadra pop song puntellata dai movimenti ondeggianti dei synth vagamente anni ’80.
Il tasso di qualità poi si mantiene con la seguente Anything, perfetto esempio di quel songwriting da rock d’autore “classico” che tra i giovani autori americani pare rinascere e che Sharon sa interpretare con grande personalità. Il finale in crescendo rende Anything una delle più potenti tracce del disco. Headspace è satura di suoni, dal basso distorto a grumi di elettronica ma il canto è libero e potente. Forse sarebbe stata ancor più bella con un arrangiamento più minimale. Come Back è una ballad romantica semplice ma non banale.
Alla fine di questo bel lavoro arrivano le due anime musicali attuali di Sharon. C’è quella più vicina a un pop rock elettronico con Mistakes.Perfettamente costruita nel sound, con un tocco à la St. Vincent, un basso circolare che avevano un tempo i meravigliosi Thin White Rope e una citazione della pop culture USA: “I dance like Elaine” (ovvero una delle protagoniste della serie TV Seinfeld). E poi c’è il lato più cantautorale, come accade nella conclusiva Far Away, che risente dell’amore di Sharon per il canto etereo e ricco di atmosfere. In questo caso lei e Angel Olson paiono inseparabili.
We’ve Been Going About This All Wrong è in effetti un disco che dovete lasciar suonare senza interromperlo. In fin dei conti è anche buona educazione non ostruire mai il passaggio di una signora quando la si vede decisa nel suo incedere.