Rock

Le 10 canzoni più belle dei The Jesus and Mary Chain

Ripercorriamo la carriera dello storico gruppo britannico attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più iconici

Autore Billboard IT
  • Published28 Gennaio 2025
Le 10 canzoni più belle dei The Jesus and Mary Chain

Grazie alle loro canzoni, pochi gruppi musicali possono vantare un’eredità artistica tanto duratura e un impatto così profondo sulla scena musicale come i The Jesus and Mary Chain. Formatisi nei primi anni ’80 a East Kilbride, in Scozia, la band ha saputo costruirsi una reputazione grazie al mix audace di chitarre distorte, melodie pop sognanti e testi intrisi di malinconia e ribellione. La loro carriera è stata caratterizzata da momenti di innovazione rivoluzionaria, difficoltà interne e un’influenza che ancora oggi si riverbera nel panorama musicale.

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Gli inizi

La band nasce nel 1983 grazie ai fratelli Jim e William Reid, spinti dalla volontà di creare qualcosa di completamente nuovo nel panorama musicale del tempo. In un’epoca dominata dal post-punk e dai primi vagiti del synth-pop, i Reid decisero di puntare su una combinazione radicale: la durezza del feedback e delle distorsioni, ispirate ai Velvet Underground, e le melodie raffinate che richiamavano gruppi come i Beach Boys.

Le prime esibizioni della band, famose per la loro breve durata e l’atmosfera caotica, contribuirono a costruire il mito del gruppo. Spesso i concerti non superavano i venti minuti e finivano con risse o proteste da parte del pubblico. Questo comportamento, unito al look minimale ma iconico dei membri (giacche di pelle e capelli spettinati), contribuì a creare l’immagine ribelle e anticonformista che avrebbe caratterizzato la loro carriera.

Il debutto rivoluzionario: Psychocandy

Nel 1985 i The Jesus and Mary Chain pubblicarono il loro primo album, Psychocandy, un lavoro che cambiò per sempre il volto del rock alternativo. L’album, prodotto con la collaborazione di Alan McGee, il fondatore della storica etichetta Creation Records, si presentò come un mix di distorsioni sonore estreme e melodie pop delicate.

Brani come Just Like Honey, You Trip Me Up e Never Understand incarnavano alla perfezione questa dicotomia. La dolcezza delle melodie contrastava con le chitarre stridenti, creando un suono unico che influenzò profondamente il movimento shoegaze e l’indie rock degli anni ’90.

Psychocandy ricevette critiche entusiastiche e venne definito un’opera rivoluzionaria. Tuttavia non tutti compresero subito la portata della loro visione artistica e alcune recensioni iniziali furono più caute. Col tempo, l’album è stato riconosciuto come uno dei capolavori del rock degli anni ’80, capace di ispirare band come My Bloody Valentine, Sonic Youth e Ride.

L’evoluzione con Darklands

Dopo l’uscita di Psychocandy la band affrontò il difficile compito di proseguire la propria carriera senza ripetersi. Nel 1987 pubblicarono il loro secondo album, Darklands, che segnò un cambiamento significativo. Abbandonando gran parte del feedback che aveva caratterizzato il debutto, i fratelli Reid optarono per un suono più pulito e melodico, pur mantenendo l’oscurità emotiva dei testi.

L’album include classici come April Skies, Happy When It Rains e la stessa title track, che dimostrarono l’abilità della band nel creare brani pop di grande impatto emotivo. Darklands fu accolto positivamente dalla critica e consolidò il loro status come una delle band più importanti della scena alternativa.

Gli anni della sperimentazione: Automatic e Honey’s Dead

Negli anni successivi, i The Jesus and Mary Chain continuarono a sperimentare. Il loro terzo album, Automatic (1989), introdusse l’uso massiccio di drum machine e un approccio più orientato al rock elettronico. Brani come Head On (reso famoso anche dai Pixies, che ne fecero una cover) e Blues from a Gun mostrano un lato più diretto e meno contemplativo della band.

Con Honey’s Dead (1992), la band tornò a un suono più aggressivo, affrontando temi controversi e provocatori. Il titolo stesso, un riferimento provocatorio a Just Like Honey, indicava la loro volontà di rompere con il passato. L’album fu nominato per il Mercury Prize e include singoli memorabili come Reverence, che venne bandito da alcune stazioni radio per i suoi testi espliciti.

Stoned & Dethroned

Nel 1994 la band sorprese ancora una volta i fan con Stoned & Dethroned, un album caratterizzato da atmosfere acustiche e un tono più riflessivo. Questo lavoro segnò una svolta verso sonorità più intime, quasi folk, e include la collaborazione con Hope Sandoval dei Mazzy Star nel brano Sometimes Always, uno dei loro singoli più celebri.

L’album ricevette recensioni contrastanti, ma col tempo è stato rivalutato come uno dei lavori più sottovalutati della band.

I tardi anni ’90

La seconda metà degli anni ’90 fu segnata da crescenti tensioni tra i fratelli Reid. Problemi personali e creativi portarono a una rottura definitiva dopo l’uscita di Munki nel 1998. Sebbene contenesse brani notevoli come I Hate Rock ‘n’ Roll e Cracking Up, l’album soffrì di una mancanza di coesione, riflettendo le difficoltà interne del gruppo.

Nel 1999 i The Jesus and Mary Chain si sciolsero ufficialmente, lasciando molti fan con l’amaro in bocca.

La reunion

Dopo quasi un decennio di silenzio, i The Jesus and Mary Chain si riunirono nel 2007 per esibirsi al Coachella, seguiti da una serie di tour celebrativi. Questo ritorno culminò nel 2017 con l’uscita di Damage and Joy, il loro primo album in studio in diciannove anni.

L’album, che include collaborazioni con Sky Ferreira e Isobel Campbell, ha ricevuto un’accoglienza positiva e ha dimostrato che i fratelli Reid erano ancora capaci di creare musica rilevante e coinvolgente.

Dieci canzoni iconiche dei The Jesus and Mary Chain

Just Like Honey

Forse la canzone più famosa della band, Just Like Honey è una perfetta introduzione al mondo sonoro dei The Jesus and Mary Chain. Con una batteria ispirata a Be My Baby delle Ronettes e una melodia dolce avvolta nel feedback, il brano è un inno alla malinconia romantica. È diventato un classico senza tempo, utilizzato in film come Lost in Translation per catturare momenti emotivamente intensi.

April Skies

Un altro capolavoro della loro discografia: April Skies rappresenta l’evoluzione della band verso sonorità più pulite e pop. Con un testo che esplora il senso di perdita e incertezza, la canzone si distingue per il suo riff immediatamente riconoscibile e la sua struttura melodica orecchiabile, che la rende una delle loro hit più accessibili.

Head On

Con Head On i Jesus and Mary Chain dimostrano che il loro talento nel creare inni rock energici è altrettanto forte quanto la loro vena più malinconica. Il brano è una dichiarazione di forza e determinazione, con un riff potente e un ritmo che trascina. È stato reso ancora più celebre dalla cover dei Pixies, ma l’originale mantiene una carica unica.

Never Understand

Never Understand è l’incarnazione del caos sonoro che definì i primi lavori della band. Con chitarre distorte e un ritmo frenetico, il brano cattura perfettamente l’approccio “noise pop” dei Reid. La melodia è nascosta sotto strati di feedback, ma emerge in tutta la sua bellezza quando ci si lascia trasportare dal turbinio sonoro.

Happy When It Rains

Questo brano è un perfetto esempio del contrasto tematico tipico della band: un testo malinconico su un arrangiamento luminoso e quasi allegro. Happy When It Rains è una riflessione sull’amore e il disincanto, resa irresistibile da una linea di basso pulsante e una melodia che resta in testa.

Reverence

Provocatoria e oscura, Reverence è una delle canzoni più audaci dei The Jesus and Mary Chain. Con un testo controverso e un sound che mescola aggressività e sensualità, il brano mostra i The Jesus and Mary Chain al massimo della loro sperimentazione. Non sorprende che alcune radio si siano rifiutate di trasmetterlo, rendendolo ancora più iconico.

Some Candy Talking

Some Candy Talking è uno dei brani più sottovalutati della band, ma è una gemma assoluta. Il ritmo lento e ipnotico, unito a un testo enigmatico, crea un’atmosfera intima e sognante. Sebbene non faccia parte di Psychocandy, la canzone è spesso associata a quel periodo per il suo stile unico.

Sometimes Always

Questo duetto con Hope Sandoval dei Mazzy Star è una delle canzoni più dolci della discografia dei Jesus and Mary Chain. Sometimes Always è una ballata intima che esplora il tema dell’amore complicato, con la voce eterea di Sandoval che si intreccia perfettamente con quella di Jim Reid. Una traccia semplice ma incredibilmente toccante.

I Hate Rock ‘n’ Roll

Con I Hate Rock ‘n’ Roll i Reid esprimono tutto il loro disincanto verso l’industria musicale. Il brano è grezzo, rabbioso e potente, con un riff martellante e un testo che non lascia spazio a interpretazioni. È un manifesto di frustrazione e ribellione che mostra la band nella sua forma più brutale.

Darklands

La title track dell’album Darklands è una delle canzoni più evocative della band. Con un arrangiamento minimalista e una melodia malinconica, Darklands parla di solitudine e ricerca interiore. Il suo tono cupo e contemplativo la rende una delle canzoni più emozionanti del repertorio dei The Jesus and Mary Chain.

In conclusione

Queste dieci canzoni dei The Jesus and Mary Chain rappresentano i momenti più brillanti di una carriera che ha ispirato generazioni di musicisti e continua ad essere celebrata dai fan di tutto il mondo. I The Jesus and Mary Chain sono oggi considerati una delle band più influenti della storia del rock alternativo. La loro capacità di fondere sperimentazione sonora e melodie pop li ha resi un punto di riferimento per innumerevoli artisti.

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