Interviste

The Killers in tour sono ancora la band della tensione e della condivisione. L’intervista

Atteso ritorno di una rock band molto amata, che sarà in Italia per un’unica data live: martedì 21 giugno al Milano Summer Festival (Ippodromo Snai San Siro)

Autore Billboard IT
  • Il18 Maggio 2022
The Killers in tour sono ancora la band della tensione e della condivisione. L’intervista

The Killers (foto di Danny Clinch)

Sono passati due decenni da quando Brandon Flowers, estasiato da un concerto degli Oasis, lasciava messaggi alla segreteria telefonica del chitarrista Dave Keuning per fermare le melodie di quello che sarebbe diventato il fortunato debutto Hot Fuss (Island, 2004). Dopo sette album, i The Killers sono ancora la band che fa della tensione la sua principale caratteristica, rimanendo in equilibrio tra synth e chitarre, epici inni da stadio e malinconiche introspezioni.

I due anni drammatici che stiamo lentamente lasciando alle spalle hanno visto il gruppo di Las Vegas alle prese prima con la grandeur di Imploding the Mirage (Island, 2020), poi con l’intimismo di Pressure Machine (Island, 2021).

Dopo lo stallo pandemico, i The Killers tornano finalmente in tour, partito il 17 maggio dal Regno Unito per toccare poi tutta l’Europa, gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda. Brandon Flowers, Ronnie Vannucci Jr. e Mark Stoermer si esibiranno con i loro più grandi successi e con i brani del settimo album in studio di cui hanno da poco pubblicato un’edizione estesa e deluxe con versioni rielaborate co-prodotte dalla band insieme a Shawn Everett e Jonathan Rado (Foxygen).

I The Killers saranno in Italia per un’unica data all’Ippodromo Snai San Siro il 21 giugno, all’interno del Milano Summer Festival. Abbiamo parlato via Zoom con il cantante Brandon Flowers e il batterista Ronnie Vanucci Jr. facendoci raccontare il viaggio emotivo a Nephi, nello Utah, che rappresenta il concept del loro ultimo album, e cosa dovremo aspettarci dal loro concerto italiano. Non sono mancati piacevoli spoiler sul futuro immediato della band.

Le vostre esibizioni hanno un qualcosa di epico, una sorta di catarsi collettiva per il pubblico. Il vostro ritorno live, dopo questi due anni di assenza forzata, renderà questa dimensione ancora più potente.

Ronnie Vanucci Jr:Assolutamente, anche perché la catarsi di cui parli è condivisa! Abbiamo fatto qualche concerto intimo in Messico e abbiamo capito che, ovunque suoneremo, troveremo persone che hanno una grande voglia di tornare a condividere con noi queste emozioni e celebrare questo ritorno. E di questo non possiamo che essere davvero felici.

Pressure Machine è un concept basato sull’infanzia di Brandon a Nephi. Quanto è costato in termini emotivi ripercorrere un passato così personale?

Brandon Flowers:È stato illuminante perché ho capito quanto un luogo possa influenzarti. Ho passato in quel posto cinque anni e mezzo e ho sempre evitato di scriverne. Questa sorta di repulsione si era trasformata in voglia di scappare a Las Vegas. Quando ho capito che non ne avevo mai parlato, ho scelto di tornare in quei luoghi scoprendo personaggi e storie che hanno avuto un impatto davvero profondo su di me. È stato come tornare al primo album: c’era un’intera vita di cui parlare! Mi portavo dietro tutto questo da anni senza rendermene conto.

Come avete pensato i concerti di questo tour?

BF:Non ci sarà molto spazio per i nuovi brani, perché il nostro ultimo disco non è stato pensato per i grandi spazi. Ci concentreremo soprattutto su Imploding the Mirage e quelle canzoni a cui i fan sono particolarmente legati.

RV:Sì, penso a Mr. Brightside o When You Were Young… Penso che sia importante ripagare le persone che comprano un biglietto per assistere al tuo concerto con le canzoni che vorrebbero ascoltare. Tra l’altro, ricordo che proprio a una data di Milano anni fa, forse durante il soundcheck, abbiamo scritto alcuni brani di Sam’s Town!

Magari succederà di nuovo per il prossimo album.

BF:Sì, in realtà siamo già a buon punto. Abbiamo finito alcune canzoni con Stuart Price, che ha prodotto già Day & Age, e Shawn Everett, con cui abbiamo lavorato agli ultimi due album. Arriverà presto un singolo, magari per l’estate.

Articolo di Fernando Rennis

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