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A rischio l’indennità di discontinuità dei lavoratori dello spettacolo

Si è svolta oggi presso la Camera dei Deputati la conferenza stampa con esponenti del settore rispetto al mancato finanziamento in legge di bilancio. Tra gli interventi anche quello di Paolo Fresu e Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale

Autore Billboard IT
  • Il19 Dicembre 2022
A rischio l’indennità di discontinuità dei lavoratori dello spettacolo

Il live di Cosmo all'Alcatraz (fonte: ufficio stampa)

Dopo un lungo iter di confronto tra politica e lavoratori e lavoratrici del settore dello spettacolo, l’indennità di discontinuità aveva ottenuto l’approvazione. Uno strumento fondamentale per rendere questi professionisti uguali a quelli degli altri settori, riconoscendone l’indispensabilità del lavoro. Tale processo, però, rischia ora di essere vano.

L’indennità di discontinuità è infatti un diritto che per essere esigibile dal 2023 deve essere finanziato dal Governo con una legge di bilancio. Nonostante le iniziali rassicurazioni del ministro Gennaro Sangiuliano, tali finanziamenti sarebbero stati esclusi dalla suddetta legge, ignorando cosi un intero settore produttivo.

Per discutere dell’argomento, si e svolta oggi a Roma presso la Camera dei Deputati una conferenza stampa durante la quale sono intervenute personalità di spicco del settore dello spettacolo. Ad esprimere la propria preoccupazione sulla situazione sono stati anche Paolo Fresu, Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale, Diodato, Colapesce e Dimartino e Tosca.

Le parole di Paolo Fresu


«Il governo deve assumersi una responsabilità importante, che è quella di riconoscere un ruolo ai lavoratori dello spettacolo». Ha dichiarato Paolo Fresu. «Non vogliamo mance, ristori, noi vogliamo essere lavoratori come tutti gli altri, che portano economia, pagano le tasse, contribuiscono allo stato sociale, che necessitano di vivere con una comunità che permette di lavorare. Io sono uno di quelli che stanno davanti sul palco, di quelli che si vedono, ma ci sono molti artisti meno noti. Soprattutto dietro di loro ci sono decine e decine di persone che mandano avanti il settore dello spettacolo. Questo è un momento storico per dare dignità al mondo dei lavoratori dello spettacolo e per riconoscerne l’importanza in seno alla società. Noi siamo persone che non vogliono solo riconoscere la bellezza ma che vogliono essere riconosciuti come parte di uno stato, che è il nostro stato sociale».  

L’intervento di Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale

A lui si è aggiunto Alberto Guidetti. «L’indennità di discontinuità è uno strumento che imprime dignità al nostro mondo del lavoro. Siamo qui, in questa sala stampa con dietro la scritta Camera dei Deputati per far vedere che, non solo noi, ma decine di migliaia di persone sono lavoratori e lavoratrici che hanno bisogno di dignità. Non possiamo pensare di riempirci la bocca con la parola Cultura quando poi non c’è la cultura del lavoro. Questo è un settore che non solo produce tenuta sociale, ma che impiega persone e produce reddito».

Infine, Colapesce, Dimartino e Diodato

Importanti anche le parole di Colapesce, Dimartino e Diodato. «Per l’ennesima volta, anche in questa legge di stabilità, viene dimenticato il ruolo della cultura e soprattutto vengono calpestati ancora una volta i diritti dei lavoratori dello spettacolo che si ritrovano privat.i di un diritto fondamentale come l’indennità di discontinuità. La recessione non può essere la scusa per discriminare alcune categorie lavorative meno tutelate di altre. Tanta gente del nostro settore si ritrova costretta a cambiare lavoro, e più si va avanti più verranno penalizzate le piccole realtà che sono poi il vero motore della nostra musica».

«Dopo anni di duro lavoro di professionisti del settore, di studi approfonditi, di dialogo con le istituzioni, è arrivato un punto che segnerebbe una svolta decisiva per i lavoratori dello spettacolo e che permetterebbe al sistema culturale italiano di vedere riconosciuti i propri diritti e forse anche i propri meriti. È un passo importante anche per il senso civico del nostro Paese. Riconoscere la discontinuità equivale a riconoscere l’importanza e la dignità di centinaia di migliaia di lavoratori, delle loro famiglie e a mettersi al passo di molti altri Paesi europei». Ha aggiunto il cantautore.

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