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“Alla fine Volevo Solo Pagare una Cena a Mia Madre”: in anteprima il nuovo album di Bucha

L’album d’esordio del rapper parla “di quanto amo Roma vuota a ferragosto; di quanto mi piacesse litigare con la mia ex; di quanto amo scappare e di tanti altri sogni, problemi e sbattimenti”

Autore Billboard IT
  • Il28 Maggio 2019
“Alla fine Volevo Solo Pagare una Cena a Mia Madre”: in anteprima il nuovo album di Bucha

Esce domani per Stemma Records / Believe Digital Alla Fine Volevo Solo Pagare una Cena a Mia Madre, l’album d’esordio del rapper Bucha. In bilico fra cantautorato e rap, il disco di Giorgio Di Mario (questo il suo nome all’anagrafe) è partito nei primi mesi del 2017 a Brescia, nello studio del giovane produttore LGND con la supervisione di Bosca (Fabri Fibra, Bassi Maestro, Dargen D’Amico). L’album esce ufficialmente domani: ve lo facciamo ascoltare integralmente in anteprima.

A metà della stesura dell’album Giorgio ha sentito il bisogno di nuove esigenze: “Di inserire in quello che facevo degli strumenti, poiché il beat non mi bastava più, che avevo bisogno dei miei tempi musicali, che volevo lasciare più spazio alla musica. È stata una scena difficile ma ho deciso di rilavorare quasi tutti i brani da capo. Allora ho incontrato Xavier Pompelmo, e con lui abbiamo creato un vestito diverso a quelle canzoni. Ne è uscito un prodotto molto a cavallo tra il mio passato e quello che, spero, sia il mio futuro”.

In Alla fine Volevo Solo Pagare una Cena a Mia Madre Bucha parla “di quanto amo Roma vuota a ferragosto; di quando faccio finta di capire di vini nei ristoranti; di quanto mi piacesse litigare con la mia ex; di tutti i viaggi che affronto; del fatto che faccio tre lavori; di quanto amo scappare e di tanti altri sogni, problemi e sbattimenti”.

Ascolta in anteprima Alla Fine Volevo Solo Pagare una Cena a Mia Madre di Bucha

Alla Fine Volevo Solo Pagare una Cena a Mia Madre – Track by track

1. Rivoluzione

Non nego che sia forse il mio pezzo preferito del disco, è un pezzo che nasce dalla noia, dalla consapevolezza che alla fine niente sarà per sempre, che Roma ad agosto è bellissima e che il Natale è un periodo che mi mette profonda tristezza.

2. Ti Ho Vista Dove

Relazioni brevi, problematiche e casuali, tra un viaggio e l’altro, tra un lavoro e una vacanza, sei bellissima, ma sei un problema con le gambe.

3. 500

Ho scritto questo pezzo su una spiaggia in Sardegna. Ero in vacanza con la mia ex e quei giorni servivano da riappacificazione da un periodo un po’ complicato, dovuto ad una forte ansia e depressione che stavo passando (è il male da cui non cederò, di cui parlo nel ritornello). La seconda strofa l’ho scritta un sacco di mesi dopo. Parla del mio ritorno nella mia vita di tutti i giorni, fatta di tre lavori e poco sonno e di una ragazza di cui mi ero follemente innamorato per due giorni che guidava una 500 grigia. E correva parecchio.

4. All Star

Può sembrare un pezzo estivo, una hit commerciale, e forse lo è anche, ma nel testo per me c’è un mondo, il mondo dei ragazzi della mia età, di quelli cresciuti con i genitori che gli parlavano dell’importanza del posto fisso, ma che si sono svegliati in un periodo in cui è tutto precario. Un periodo in cui i valori vacillano, in cui la paura sembra esser tornata protagonista assoluta della nostra quotidinitaà, una paura del diverso, una paura del futuro. Io volevo dire che non ho paura, o meglio, non ce l’ho di tutto quello che cercano di farci percepire come pericoloso. Sono stanco del fatto che l’ignoto debba sempre esser visto come qualcosa di brutto. Ho altre paure, tipo quella di innamorarmi di una stronza che magari rimane incinta e mi tocca anche crescere un bambino.

5. Come Me

Mi sento triste, mi sento cattivo, mi sento incompreso, mi sento perso, e so che tu spesso ti senti esattamente come me. E speri solo un giorno di tornare a casa da tua madre e dirle: “Ce l’ho fatta ma’”.

6. Surrealisti

Ho lottato per mettere questo pezzo nel disco, e alla fine avevo ragione, parla di me, di quando scappo, che è lo sport oltre fare bene la musica e scrivere i comunicati per Giuseppe Piccoli che mi viene meglio. C’è quello da cui scappo e quello che cerco, nel mezzo ci sei tu che spero mi tenga la mano.

7. Rotazione

Non ha bisogno di descrizioni. È un pezzo bello, che è piaciuto anche, in cui parlo di attese.

8. Don Chisciotte

Questo pezzo ha quattro anni, forse tre, ha vissuto quattro vesti diverse. L’ho riscritto varie volte, alla fine è una mezza hit, semplice ma anche questa molto intricata se si ascolta bene il testo. Scopare quella non è un granché, di vino ci capisco poco, ma se offri tu mi piace di più, magari riesco anche scordarmi delle cazzate della gente.

9. Capodoglio 216

Forse l’altra mia traccia preferita, spiega tutto quello che avevo in testa una volta uscito dall’università, è un pezzo di rottura, non so esattamente cosa voglio, ma so perfettamente quello che non voglio.

Bucha – Bio

Giorgio Di Mario, classe ’95, pubblica nel 2014 il primo EP Fango e nel 2015 il secondo, Schegge. A marzo di quell’anno, con il brano Un Altro Po’, viene premiato da Hip Hop TV Italy con l’Hip Hop TV Pass e in seguito vince il contest One Shot Game 2015 organizzato da Honiro. A settembre 2016 viene invitato a La lingua batte su Rai Radio3, in una puntata dedicata all’italiano dei giovani. Si ripresenta poi al suo pubblico con il brano Il Piccolo Principe, prodotto da LGND e supervisionato da Bosca, storico beatmaker che vanta collaborazioni con artisti come Fabri Fibra, Bassi Maestro, Dargen D’Amico.

Dopo una serie di nuovi singoli e un periodo di silenzio dovuto alla scrittura del suo primo disco ufficiale, Bucha tira fuori un nuovo singolo: Rotazione in poco meno di un mese supera i 135mila stream su Spotify e viene inserito in varie playlist. Nel dicembre dello stesso anno viene rilasciato sui digital store e nelle radio il nuovo singolo Capodoglio 216. Il suo primo album è Alla Fine Volevo Solo Pagare una Cena a Mia Madre (Stemma Records), anticipato dal singolo Ti Ho Vista Dove.

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