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Amici di Maria De Filippi: quell’irresistibile suono della gioventù, oltre le canzoni e la gara

Un pensiero quasi a caldo dopo la nostra prima esperienza all’edizione domenicale della storica trasmissione

Autore Tommaso Toma
  • Il4 Marzo 2024
Amici di Maria De Filippi: quell’irresistibile suono della gioventù, oltre le canzoni e la gara

Amici, il talent show di Maria De Filippi, è un meraviglioso meccanismo. Talmente rodato che, seppur la puntata sia registrata, ha la potenza della diretta. Nel tempo della mia presenza in scena, durante i giudizi espressi a turno da me, Emma e Max Brigante per gli inediti presentati dai nove concorrenti ancora in gara (e che verranno pubblicati a mezzanotte), non ho notato praticamente tagli. Solo una falsa partenza di una concorrente canto. E devo confidarvi che ciò mi ha davvero colpito di Amici 23 – mentre ero in attesa di comparire in video –, è percepire dal backstage quell’onda d’urto potente. Composta dallo scroscio degli applausi e delle urla del giovanissimo pubblico.

Per un istante – chiudendo gli occhi – mi sono sentito catapultato in una dimensione spazio temporale che non mi appartiene. Mi sono sentito protagonista, seppur marginale, di uno show per teeanger americano degli anni 60. Che so, Hootenanny, Shindig, o Hullabaloo (mitica trasmissione TV americana evocata da Quentin Tarantino nel suo ultimo C’era una volta Hollywood). Dove i protagonisti sono davvero i giovani, sia nel pubblico che tra gli artisti. Ad Amici di Maria De Filippi, noi “adulti” siamo in fin dei conti in quell’istante quasi un corollario. Un contrappunto, volendo usare una terminologia squisitamente musicale.

Da anni, il tocco magico di Maria De Filippi e del suo entourage di Amici è quello di far trasparire in video (ma anche qui sul set) una granitica capacità di coesione del programma, che gioca su meccanismi oliati. Dalla gara agli sketch tra gli insegnanti, fino ai close up delle telecamere sui visi tesi degli allievi. Ma quel muro di ragazzi assiepati in una scenografia raccoltissima, una sorta di bomboniera, con un ring funzionale allo show, e quel suono della gioventù rimangono una sensazione bellissima per me. E a quel punto essere un giudice (seppur alla mia prima esperienza) è stato un gioco da ragazzi.

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