Elisa ricorda un produttore che le disse: «Sei carina, pensa a cantare»
Elisa ha condiviso con un post su Instagram un episodio successo quando aveva 15 anni e ha lanciato un messaggio rivolto a tutte le donne
«Sei carina, pensa a cantare. Lascia stare la scrittura». Elisa Toffoli aveva 15 anni quando un produttore discografico le disse queste parole. La cantante ha condiviso oggi, mercoledì 26 maggio, un lungo post su Instagram dove ha raccontato quanto successo quando era più giovane.
«Avevo quindici anni e quelle parole mi fecero venire una gastrite che durò mesi. Avrei dovuto lasciar stare anche la produzione, gli arrangiamenti, la curiosità per tanti strumenti, perché era tutto troppo» ha scritto Elisa su Instagram. La cantante ha quindi riportato nel lungo post le parole di un produttore maschilista, secondo cui sarebbe bastato sorridere e mettersi carina per fare successo.
«Queste sono state le parole di un produttore maschilista in cui sono inciampata prima ancora dei miei esordi. Per me sono state solo altra benzina, amara sì, ma pur sempre buona per spingere ancora di più sull’acceleratore» ha raccontato la cantante.
Ed è proprio quello che Elisa ha fatto: spingere sull’acceleratore. E così ha collezionato una quantità di successi incredibili e a ventisette anni si è ritrovata in studio con Tina Turner «per registrare la sua voce, perché ero la produttrice del brano che avevo scritto per il nostro duetto» ha raccontato nel post.
«A ventisette anni mi trovato a Zurigo in studio con Tina Turner per registrare la sua voce, perché ero la produttrice del brano che avevo scritto per il nostro duetto e ne curavo quindi gli arrangiamenti e tutti gli aspetti tecnici della registrazione. Lei mi disse: “Sono molto orgogliosa di te, donne come te stanno cambiando il mondo. Quando ero giovane io, quello che stai facendo tu oggi qui con me sarebbe stato impensabile”».
Elisa ha poi concluso il suo post con una frase che tutte le donne dovrebbero sempre tenere bene a mente: «Non lasciamo che nessuno ci dica che questo non è il nostro posto».