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Sanremo 2022, il racconto della serata delle cover

Ospiti pazzeschi e canzoni cult ma anche tanti abbagli: è la serata delle cover che potrebbe comunque regalarci un po’ di sorprese

Autore Billboard IT
  • Il4 Febbraio 2022
Sanremo 2022, il racconto della serata delle cover

Emma e Francesca Michielin, foto di Maria Laura Antonelli / AGF

Siamo finalmente arrivati ad una delle serate più attese di Sanremo: quella dei duetti e delle cover. Anche questa sera la kermesse dimostra di essere “cambiata”. La prima artista, Noemi, sale sul palco poco dopo le 21. Cosa potrebbe andare storto? Beh, forse che le cover sono piuttosto ostiche e potrebbero riservare delle sorprese, anche spiacevoli.

Noemi ha una voce potente e particolare quindi potrebbe andare liscia confrontandosi con un pezzo arduo come You Make Me Feel (Like a Natural Woman), resa famosa dalla celebre interpretazione di Aretha Franklin. Sceglie però di cantarla in maniera completamente diversa, con una lieve traccia di rabbia rock che non si sposa molto con il pianoforte e così non c’entra molto il risultato. Peccato.

Giovanni Truppi chiama Vinicio Capossela per un pezzo cult come Nella mia ora di libertà di Fabrizio De André e addirittura Mauro Pagani alla fisarmonica che di De André fu storico musicista e collaboratore. Insomma, un momento di grande cantautorato italiano dove tutto sembra perfetto. Però non lo è. Manca qualcosa. Forse l’emozione degli interpreti.

Yuman sceglie My Way. Già viene da urlare alla pazzia in più si discosta completamente dal modello Frank Sinatra e vien da chiedersi perché. L’emozione proprio è rimasta a casa.

Con questo pezzo magnifico Le Vibrazioni avrebbero potuto sbizzarrirsi e spaccare -metaforicamente- il palco. Invece no, anche se c’è Peppe Vessicchio, la loro versione Live and Let Die di Paul McCartney con Sophie and The Giants è piuttosto spompata.

Finalmente arriva sangiovanni e affronta A muso duro con grinta (o almeno con passione) di Bertoli con Fiorella Mannoia. Una coppia di due generazioni diverse ben assortita ed è la prima cover azzeccata.

Cambiamo completamente registro e ci buttiamo nel pop con Britney Spears. Ops no. Non è vero. Emma e Francesca Michielin decidono di presentare una versione un po’ appesantita dall’orchestra dove sembra che stiano cantando l’inno alla liberazione femminile. Forse un po’ di leggerezza ed energia in più non avrebbero fatto male.

Gianni Morandi porta (quasi) a sorpresa sul palco di Sanremo Jovanotti, l’autore del suo brano in gara. Che dire, ci saremmo mai aspettati di sentirtli coverizzare i loro stessi brani? Probabilmente no, ma va bene così. Il medley perfetto per Sanremo, l’incontro che fa scatenare tutto il pubblico dell’Ariston. Chapeau, nella semplicità delle loro scelte c’è anche la grande forza di questo duetto.

Finalmente una performance trascinante! Elisa, accompagnata sul palco dalla bravissima Elena D’Amario, racconta perfettamente la storia di What a Feeling. Elisa ci mette impegno, ma con una dose di leggerezza. Bello il loro abbraccio che termina con una risata e con il super endorsement del grande Giorgio Moroder.

Siamo sicuri che faccia gioco al cantante in gara chiamare l’artista stesso della cover? No, perché per esempio con Sei bellissima, non si vede l’ora che ne arrivi l’interprete primo, cioè Loredana Bertè con tutta la sofferenza a cui ci ha abituati in questi anni. E Lauro? “Rimane a guardare”.

Matteo Romano tra gli artisti arrivati da Sanremo Giovane è probabilmente quello più pronto per il palco dell’Ariston. La sua versione di Your Song, nonostante Malika Ayane (sempre impeccabile!), risulta un po’ immatura. Si riprende bene sul finale, dove le loro voci si incontrano e sembrano davvero in armonia. Apprezzabile la scelta di chiamare un’artista dalla vocalità completamente diversa dall’originale, però forse sarebbe servito un timbro più pieno per raggiungere il risultato.

Chi non voleva Gianluca Grignani per la cover? Non Irama come ci aveva spiegato e infatti ha fatto benissimo a chiamarlo. Anche se si prende un po ‘ la scena in alcuni momenti la versione di loro due di La mia storia tra le dita (gran pezzo) è riuscitissima e soprattutto sembrano divertirsi e sentire il brano veramente. Certo Grignani sembra un po’ Jack Sparrow con la matita nera un po’ sbavata, però è lì a dimostrare di essere davvero la rockstar che prende va in giro e fa quello che vuole. Bravi.

Ditonellapiaga e Rettore ci hanno abituato bene con Chimica, ma questa sera portano a casa il compitino e basta. Didascaliche, a tratti noiose. Si poteva decisamente fare di più, contando anche la forza di Nessuno mi può giudicare.

Che voce che ha Iva Zanicchi! Tutti vorrebbero arrivare così alla sua età (ben 82 anni) e vi sfidiamo a dire il contrario. Bell’omaggio a Milva. Standing Ovation dell’Ariston. Segno dell’estrema diversità delle cover presentate.

Ana Mena e Rocco Hunt giocano la carta dei pezzi storici che fanno ballare e quindi infilano Il mondo di Jimmy Fontana, Figli delle stelle di Alan Sorrenti e Se mi lasci non vale di Julio Iglesias. Insomma sembra un po’ un karaoke o un matrimonio sotto il Vesuvio. Loro due insieme stanno bene e Ana sa anche cantare con una grande scioltezza. Ma non basta.

Quando abbiamo sentito che LRDL proponeva Be My Babe abbiamo pensato fosse una scelta un po’ furbetta perché era appena mancata Ronnie Spector delle Ronettes. Quando abbiamo saputo che c’erano anche Cosmo, Ginevra e Margherita Vicario sul palco con loro invece abbiamo sperato che portassero una versione brillante tutta loro. E infatti. Cosmo, come ci ha raccontato, ha portato una vera e propria navicella spaziale, ha inserito i suoi beat e ha fatto ballare davvero l’Ariston. Equilibrate le parti: Ginevra e Margherita si mettono di lato rispetto a Veronica, stasera in versione Rockets, che ancora una volta mette in luce la sua voce meravigliosa.

Uno potrebbe chiedersi cosa lega Massimo Ranieri a Nek, e forse non c’è una risposta sola, o corretta. La verità è che i due, rispettivamente 70 e 50 anni, cantano con una naturalezza disarmante, quasi fosse la cosa più semplice del mondo. Un omaggio a Pino Daniele ben riuscito.

Jovanotti torna sul palco dell’Ariston, dopo aver cantanto con l’amico Gianni Morandi, e invece di cantare è il protagonista di un momento che tanti, se non tutti, si sarebbero risparmiati. Manca poco alla mezzanotte e hanno cantanto poco più della metà degli artisti in gara. Andiamo avanti. Alla fine Lorenzo canta. Scelta del brano (Che sarà dei Ricchi e Poveri) non del tutto azzeccata.

Michele Bravi sceglie per la serata cover della 72esima edizione di Sanremo un brano complicato, dove bisogna dare il giusto peso ad ogni parola. L’intensità c’è, peccato per la voce, ma si sente che c’è tanta (se non tantissima) emozione.

Non è vero che Blanco urla e basta e che sarà ricordato solo per il fatto di riuscire a esprimere emozione. Ha anche imparato a cantare e molto bene. Blanco e Mahmood scelgono di dare la loro interpretazione a un pezzo intoccabile della musica italiana Il cielo in una stanza. E vincono a mani basse facendo venire la pelle d’oca (no, non scriveremo i brividi…).

I Calibro 35 accompagnano Rkomi in questo medley di Vasco Rossi e convincono alla grande. Lui un po’ meno, anche se è sempre più disinvolto sul palco.

Aka 7even chiama sul palco di Sanremo Arisa e omaggia Alex Baroni. Il risultato non è convincente. Sembra un esercizio di stile, più che un’interpretazione sincera del brano.

Highsnob e Hu portano uno dei brani più belli e allo stesso tempo struggenti della musica italiana, Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco. Se su Abbi cura di te le voci dei due artisti dialogano alla perfezione, in questo caso Hu lascia indietro Highsnob, che la rincorre senza mai riuscire a raggiungerla.

Dargen D’amico che interpreta Bambola di Patty Pravo all’inizio sembra uno di noi che si diverte a cantare al karaoke. L’arrangiamento è apprezzabile e alla fine il tutto è godibile.

Giusy Ferreri con Andy dei Bluvertigo è un grande no. Assolutamente fuori fuoco, ha completamente stravolto il mood del brano.

Fabrizio Moro canta davvero col cuore. Ci mette tutta l’emozione di cui è capace, ma confrontarsi con un brano come Uomini soli di Pooh non è assolutamente facile.

Nel suo festival dell’amore Tananai porta Rosa Chemical e canta A far l’amore comincia tu della Carrà, stravolgendola completamente. La versione è anche piuttosto sexy e per niente malaccio.

È il momento della classifica delle cover. A trionfare in questa quarta serata di Sanremo 2022, in vista della finale, è Gianni Morandi, nel suo medley con Jovanotti. Secondo posto per Mahmood e Blanco e terzo posto per Elisa.

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PAOLOOO