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“Jerusalema”: tutto quello che c’è da sapere sulla super hit

Tra i tormentoni estivi non solo i soliti noti, ma anche un brano-preghiera, Jerusalema, scritto in lingua venda, reso virale dal ritmo e dalla coreografia

Autore Filippo Motti
  • Il2 Settembre 2020
“Jerusalema”: tutto quello che c’è da sapere sulla super hit

fonte: Instagram

Sono rimasti in pochissimi a non aver mai sentito parlare di Jerusalema di MasterKG e Nomcebo Zikode, il tormentone in lingua venda (lingua bantu parlata prevalentemente in Zimbabwe e Sudafrica) che sta spopolando ovunque e lunedì ha ricevuto anche il disco di platino in Italia.

MasterKG, il produttore e autore del brano, ha raggiunto la fama nel 2018 con il suo album skeleton move, capace di vincere il premio AFRIMMA Awards come miglior gruppo nell’Electro africana. È inoltre ritenuto il pioniere di un genere di danza denominato “Balobedu”.

Il video su YouTube del singolo afro-house Jerusalema viaggia verso i 110 milioni di visualizzazioni, mentre il brano su Spotify ha sfondato la barriera dei 24 milioni di stream. Quasi superfluo sottolineare il successo riscosso su TikTok. Il videoclip è infatti il motore principale della diffusione del brano, e i tentativi di replicare le coreografie si sprecano nel feed invaso dalla Jerusalema Challenge.

Ancora più incredibile il fatto che la lingua venda sopra citata sia parlata da un milione scarso di persone nel mondo. L’idioma deve buona parte della fortuna della sua musicalità all’assenza di consonanti clic, cioè consonanti non polmonari prodotte mediante lo schioccare della lingua contro il palato o contro i denti.

In una recente intervista concessa a Repubblica, MasterKG si è espresso così sulla lingua del singolo:

«È vero, non tanti la conoscono, io l’ho imparata da bambino in famiglia. Credo che abbia contribuito alla magia del brano perché chi la ascolta avverte il messaggio di speranza senza capire le parole. È la musica che parla, e lo fa direttamente al cuore. Se qualcuno dubitava del fatto che la musica è un linguaggio universale, con questa canzone lo ha capito. Non serve sapere la lingua Venda né un traduttore. Jerusalema è un gospel che parla attraverso il ritmo e la melodia, finisci per cantarla e dare il significato che vuoi, come faccio anch’io quando ascolto brani di cui non comprendo le parole ma che diventano importanti, belli».

C’è un’ulteriore curiosità, che lega Jerusalema a Roses di SAINt JHN: entrambe infatti hanno ottenuto un successo straordinario tempo dopo le rispettive release date. Clamoroso il caso della seconda, uscita addirittura nel 2016 e tornata in auge grazie al rmx di Imanbek. Jerusalema era uscita invece a novembre, ma senza registrare un exploit immediato.

Il significato del testo di Jerusalema si cela dietro una preghiera gospel, che celebra il luogo di culto omonimo: «Gerusalemme è la mia casa, guidami, portami con te, non abbandonarmi. Il mio posto non è qui, il mio Regno non è qui, indicami la strada, portami con te».

Controversie “militari” e prospettive

Nonostante il messaggio positivo, la canzone ha portato con sè anche alcuni strascichi polemici nel nostro paese.

Il casus belli? Un plotone della marina militare italiana, presso la caserma Scuola Sottufficiali di Taranto, al termine del giuramento collettivo a porte chiuse, ha fatto partire le note di Jerusalema e, guidato da una donna – la tenente di vascello –, inscena la coreografia della canzone a tempo di musica. Un’iniziativa distensiva, che però non tutti hanno apprezzato, minacciando sanzioni disciplinari.

Polemiche a parte, il successo della canzone potrebbe aprire nuove porte al panorama musicale sudafricano, che MasterKG ha definito «una scena vivace, un’industria che cresce e dà spazio a nuovi talenti che con stili e suoni diversi conquistano l’attenzione del pubblico. Ci sono molti altri dj che lavorano nella dance e nella house africana e fanno del loro meglio per portare il genere a un diverso livello di qualità e di popolarità».

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