Lady Gaga non dovrà dare 500mila dollari alla donna che ha ritrovato i suoi bulldog
Jennifer McBride sosteneva di meritare una ricompensa per aver restituito i cani della superstar. Allo stesso tempo però era stata accusata di furto degli animali
Un giudice di Los Angeles ha stabilito nuovamente lunedì che Lady Gaga non è obbligata a pagare una ricompensa di 500mila dollari per la restituzione dei suoi bulldog francesi. I cani, infatti, erano stati rubati proprio dalla stessa donna che li ha restituiti.
Il giudice Holly Fujie ha respinto una causa per violazione del contratto presentata da Jennifer McBride. La donna a dicembre si è dichiarata innocente per ricettazione in relazione alla rapina del 2021. Durante la quale Ryan Fischer, il dog sitter di Lady Gaga, è stato colpito e quasi ucciso.
Dopo che il giudice aveva dato a McBride la possibilità di risolvere il suo caso, il suo avvocato ha sostenuto che lei non era “in alcun modo coinvolta” nel furto dei cani. E che voleva solo aiutare gli animali. Ma nella decisione di lunedì, il giudice Fujie ha detto di non essersi lasciato influenzare.
“Sebbene la querelante sostenga che la sua motivazione fosse quella di proteggere i bulldog (e anche di incassare 500mila dollari), questa presunta motivazione non annulla la sua colpevolezza dell’accusa. Infatti, ha ammesso di aver ricevuto i bulldog sapendo che erano proprietà rubate”, ha scritto il giudice.
I bulldog di Lady Gaga rubati in una rapina a mano armata
McBride è una delle cinque persone accusate del rapimento a mano armata dei bulldog di Lady Gaga, Koji e Gustav, avvenuto il 24 febbraio 2021. I procuratori affermano che la cantante non era un obiettivo specifico e che il gruppo stava semplicemente cercando di rubare i bulldog francesi. Animali che possono valere migliaia di dollari. James Howard Jackson, l’uomo che ha sparato a Fischer durante la rapina, ha patteggiato a dicembre ed è stato condannato a 21 anni di carcere.
Giorni dopo l’aggressione, è stata proprio McBride a restituire i cani alla polizia. Affermando di aver trovato gli animali legati a un palo e chiedendo informazioni sulla ricompensa. Inizialmente la polizia aveva dichiarato ai media che la donna sembrava “non coinvolta e non associata” al crimine. Ma in seguito è stata collegata alla rapina e accusata di ricettazione e complicità. A dicembre si è dichiarata innocente per l’accusa di ricettazione ed è stata condannata a due anni di libertà vigilata.
Ma appena due mesi dopo, Jennifer McBride è tornata in tribunale. Presentando una causa civile in cui sosteneva di avere il merito di aver restituito i bulldog della superstar. La causa sosteneva che la promessa di Lady Gaga di una ricompensa era un’offerta vincolante e “unilaterale” di pagare per la restituzione sicura dei cani. E che McBride aveva accettato la sua proposta denunciando gli uomini che avevano effettivamente commesso il furto. Ma gli avvocati di Lady Gaga hanno subito sostenuto che una criminale condannata come Jennifer McBride non può “trarre profitto dalla sua partecipazione a un crimine”. E a luglio il giudice Fujie si è detto d’accordo.
Jennifer McBride sapeva che i cani fossero rubati
“Le accuse contenute nella denuncia sono direttamente collegate alla condotta illecita di cui la querelante si è dichiarata colpevole nel procedimento penale”. Aveva scritto il giudice all’epoca. “In queste circostanze, il successo della querelante nel perseguire le sue attuali richieste di risarcimento le consentirebbe di trarre vantaggio dalla sua condotta illecita ammessa”.
Nel tentativo di ripresentare una versione aggiornata della sua causa, gli avvocati di Jennifer McBride hanno sostenuto che lei “non aveva alcun coinvolgimento né era a conoscenza del prelievo dei cani di Lady Gaga”. Ma nella sentenza di lunedì che respinge nuovamente il caso, il giudice Fujie ha sottolineato tutte le cose che gli avvocati di McBride non hanno detto. “Sebbene la querelante affermi di non essere stata coinvolta nella pianificazione o nella commissione del furto dei bulldog, non nega che al momento di richiedere la ricompensa sapesse che erano stati rubati. Né nega di averli ricevuti con questa consapevolezza”, ha scritto il giudice.