Si valuterà la fattibilità di un Fondo regionale per i lavoratori dello spettacolo in Lombardia
La proposta del consigliere regionale Onorio Rosati è stata approvata nell’ordine del giorno al Progetto di Legge 35 “Bilancio di previsione 2024-2026”. Un eventuale finanziamento includerà anche il settore del teatro e dell’audiovisivo
È passato l’ordine del giorno al bilancio sul fondo regionale per i lavoratori dello spettacolo, del teatro e dell’audiovisivo della regione Lombardia. Il consigliere regionale Onorio Rosati inviterà così la Giunta regionale e l’Assessore competente a valutare la fattibilità dell’isitituzione di un fondo integrativo a sostegno degli operanti nel settore. L’ordine del giorno è stato approvato al Progetto di Legge 35, quello del “Bilancio di previsione 2024-2026”.
L’idea di istituire un Fondo regionale a sostegno dei lavoratori dello spettacolo, del teatro e dell’audiovisivo della Lombardia nasce a fronte dei dati. La regione lombarda è quella dove opera il maggior numero di professionisti del settore, circa 90 mila. In questo numero enorme sono incluse diverse professioni: non solo attori, registi e sceneggiatori, ma anche tutte le maestranze e i tecnici che lavorano dietro le quinte. Dall’operatore di macchina, al truccatore, passando a chi si occupa di preparare il palco, che sia di un teatro o di un concerto.
I lavoratori dello spettacolo in Lombardia
La Lombardia, da sola, comprende più di un quarto dei lavoratori dello spettacolo italiani. Di questi, un terzo sono lavoratori autonomi e spesso intermittenti. Questo deriva dal fatto che la maggior parte delle imprese dello spettacolo è composta da teatri, imprese e associazioni private – di cui la maggioranza con sede a Milano – che generano una fitta catena di indotto. I trasportatori, i noleggiatori di materiale audio e video, come possono essere le luci, sono spesso assunti da cooperative e con un contratto intermittente.
Questi lavoratori, un vero e proprio motore per tutto il sistema culturale lombardo, sono spesso vittime dei ritardi dei finanziamenti al settore della cultura. Non avendo una regolamentazione di sostegno, tutto ciò si ripercuote poi sui loro pagamenti. Per questo motivo, l’invito di Onorio Rosati alla valutazione di un Fondo regionale per i lavoratori dello spettacolo: rappresenterebbe una garanzia in grado di arginare, in parte, i disagi derivanti dalla frammentazione e dalla discontinuità contrattuale e retributiva.
Le proposte dei sindacati e dei lavoratori del settore
Nell’articolo 12 della “Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo” del 15 luglio 2022, nelle “Disposizioni concernenti il Fondo unico per lo spettacolo” si fa riferimento a varie problematiche che affilggono i professionisti del settore. Si cita il criterio integrativo volto a promuovere l’equilibrio di genere, oltre che il riconoscimento di benefici per le istituzioni che impiegano almeno il 75% di giovani talenti italiani tra gli artisti scritturati.
SLC-Cgil, FISTel-Cisl e UILCOM, insieme ai lavoratori e alle lavoratrici del settore hanno proposto di incrementare l’articolo 12. Nello specifico, introdurre nuove disposizioni a tutela del rispetto dei CCNL di settore, delle norme di sicurezza e del corretto sfruttamento dei fondi pubblici, applicando sanzioni e premialità a seconda dei casi. Quest’ultime distribute anche in base al numero di lavoratori da palco. Inoltre, propongono di incrementare e portare allo stesso livello degli standard europei le risorse del Fondo Nazionale per lo spettacolo dal vivo, appianando le disparità tra i vari comparti. Per, esempio le attività di danza ricevono un quinto di quanto assegnato al teatro.