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È stata riaperta la causa per la copertina di “Nevermind” dei Nirvana

Un tribunale di grado inferiore aveva stabilito che Spencer Elden aveva aspettato troppo a lungo per fare causa alla band per pedopornografia, ma ora una Corte d’Appello federale dice che il caso è regolare

Autore Billboard US
  • Il22 Dicembre 2023
È stata riaperta la causa per la copertina di “Nevermind” dei Nirvana

I Nirvana nel 1991, foto di Paul Bergen/Redferns

Giovedì una corte d’appello federale si è pronunciata contro i Nirvana e ha fatto riaprire una causa per pedopornografia intentata dall’uomo che da bambino è apparso nudo sulla copertina di Nevermind, il capolavoro della band del 1991. Spencer Elden, oggi trentenne, sosteneva che la foto – una delle copertine più iconiche della storia del rock – violasse le leggi federali sulla pedopornografia. Mostrando un’immagine sessualizzata di un minore. Ma l’anno scorso un tribunale ha stabilito che aveva aspettato troppo a lungo per intentare la causa.

In una decisione che ribalta quella sentenza, la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Nono Circuito ha stabilito che ogni nuova ripubblicazione dell’immagine potrebbe costituire un nuovo “danno” per Elden che farebbe scattare la prescrizione. “Le vittime della pornografia infantile possono subire un nuovo danno in seguito alla ripubblicazione del materiale pornografico”, ha scritto infatti il giudice Sandra Segal Ikuta. “Questa conclusione è coerente con l’opinione della Corte Suprema secondo cui ogni visione di materiale pedopornografico è una ripetizione dell’abuso subito dalla vittima”.

La sentenza non significa che Elden abbia vinto la causa. In un tribunale di grado inferiore, l’uomo dovrà dimostrare che l’immagine soddisfa la definizione di pornografia infantile. Cosa che i Nirvana contestano vigorosamente e di cui alcuni esperti legali dubitano. In una dichiarazione rilasciata a Billboard, l’avvocato dei Nirvana, Bert Deixler, ha definito la sentenza una “battuta d’arresto procedurale”. Che non ha influito sulle loro argomentazioni principali. “Difenderemo con vigore questa causa priva di merito e ci aspettiamo di prevalere”.

Robert Lewis, avvocato principale di Elden, ha dichiarato che “Spencer è molto soddisfatto della
decisione perché è importante per tutte le vittime della pedopornografia”.

Pubblicato originariamente il 24 settembre 1991, Nevermind dei Nirvana ha raggiunto il primo posto della Billboard 200 nel gennaio 1992. E ha trascorso 554 settimane in classifica. L’album ha venduto più di 30 milioni di copie ed è ampiamente considerato uno dei più influenti nella storia della musica popolare.

Il significato della copertina di “Nevermind” dei Nirvana

La copertina di Nevermind dei Nirvana – un neonato nudo che nuota in una piscina inseguendo un dollaro attaccato a un amo da pesca – è stata a lungo interpretata come una critica tagliente dell’avidità e del capitalismo. Ma nella sua causa civile del 2021, Elden ha sostenuto che si trattava di qualcosa di completamente diverso. Ossia un’esposizione “lasciva” dei genitali di un minore, vietata dalle leggi federali sulla pornografia infantile. “La vera identità e il nome legale di Spencer sono legati per sempre allo sfruttamento sessuale commerciale che ha subito da minorenne e che è stato distribuito e venduto in tutto il mondo da quando era un bambino fino a oggi”, ha dichiarato all’epoca.

Oltre all’entità aziendale dei Nirvana, la causa citava anche l’eredità di Kurt Cobain, la Universal Music Group, Dave Grohl. Nonché una serie di altre aziende e individui. La causa è un’azione civile e non sono state sollevate accuse di illeciti penali da parte di nessuno. I Nirvana hanno contestato aspramente che l’immagine di Nevermind fosse pedopornografica. Ma hanno sostenuto innanzitutto che il caso doveva essere archiviato per un motivo più semplice: la prescrizione.

La band ha citato il fatto che Elden aveva apparentemente avallato il suo ruolo nella storia del rock in diverse occasioni. Anche prima dell’anno in cui scatta la prescrizione decennale. “Molto prima del 2011, come ha dichiarato, Elden era a conoscenza della fotografia e sapeva di essere lui (e non qualcun altro) il bambino nella fotografia”. Hanno affermato i Nirvana nella mozione di archiviazione del caso su Nevermind. “È stato pienamente consapevole dei fatti sia della presunta ‘violazione’ che del ‘danno’ per decenni”.

In una sentenza del settembre 2022, un giudice federale ha concordato con le argomentazioni dei Nirvana. Ha stabilito che il termine di 10 anni decorre dal momento in cui la vittima “scopre ragionevolmente” il reato o la lesione da esso causata e che, in base a entrambi i termini, Elden aveva chiaramente presentato la sua causa troppo tardi.

La nuova decisione della Corte d’Appello

Ma nella decisione di giovedì, il Nono Circuito ha affermato che i limiti temporali sono più simili a quelli utilizzati nei casi di diffamazione e di altri “illeciti della dignità”, in cui una nuova ripetizione della pubblicazione offensiva può dare motivo di fare causa, nonostante la prescrizione.

“La diffusione online di materiale pedopornografico perseguita le vittime molto tempo dopo la creazione delle immagini o dei video originali”, ha scritto la Corte. “Come ha spiegato la Corte Suprema, la conoscenza da parte della vittima della pubblicazione del materiale visivo aumenta il danno emotivo e psichico subito dal bambino”. La corte ha poi aggiunto che “Se una vittima viene a sapere che un imputato ha distribuito materiale pedopornografico e non fa causa, ma poi viene a sapere che l’imputato lo ha fatto di nuovo molti anni dopo, la prescrizione non impedisce al querelante di presentare una richiesta di risarcimento basata su questo nuovo danno”.

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